martedì 30 settembre 2014

Consigliere comunale e fumatore





Quando il rispetto non e’un optional

di Sonia Kucler

Difficile dire se prima vengano i buoni cittadini o prima i buoni amministratori e i buoni politici, di sicuro uno influenza l’altro, uno crea l’altro. E’ palese che  quando un politico viene eletto, poniamo  in un consiglio comunale,  diventa di per sé un esempio vivente, anche suo malgrado, del buon governo espresso dalla carta costituzionale. La cosa mi è parsa nitida più che mai ieri sera, lunedì 29 settembre, mentre entravo nel comune di Gorizia per ascoltare la seduta del consiglio: nella sala antistante, quella che incontriamo provenendo dall’interno del palazzo, c’era una cortina fumogena prodotta da alcuni consiglieri (tra cui uno ecologista) che fumavano accanitamente a finestre chiuse.
Alla domanda: ma non è vietato fumare nei luoghi pubblici? Venivo trattata con sufficienza ottenendo non scuse o per lo meno lo spegnimento delle sigarette ma uno stizzoso  “Ma coxa la vol ‘sta qua?” e l’apertura di una mezza finestra.  Segno che l’abitudine a trascurare un divieto veramente importante per la salute del Popolo, Veronesi e Sirchia dovrebbero ricevere il Nobel per essere riusciti ad applicarlo, è data per scontata: qui si può fumare e noi, consiglieri, possiamo farlo e tu quindi chi sei per discuterne?  Spiego chi sono. Entrata dalla porta del proprio Comune ogni cittadina o cittadino che normalmente rispetti leggi, gabelle e tasse è la massima autorità in capo a quel contesto politico-amministrativo perché è lei, proprio lei, che elegge i consiglieri e le consigliere, è lei l’entità reale per cui tu siedi là sullo scranno o meglio siederesti se non passassi molto tempo delle sedute nella hall della sala consigliare a fumare. Quindi mi arrechi doppio danno.Premesso questo fatto e pur considerando che il “popolo dei fumatori” è una realtà variegata di tipologie umane o umanoidi spesso poco gestibile ma anche fatta di soggetti sensibili (pochi) alle esigenze dei non-fumatori (categoria tra le più vessate del pianeta), mi chiedo come mai a più di un decennio dall’entrata in vigore della legge (16 gennaio 2003 n. 3) il Comune di Gorizia non sia ancora riuscito a farla rispettare neppure all’interno del suo luogo simbolico: il consiglio comunale. Corsi di educazione sanitaria per ridurre il tabagismo e quindi le spese sanitarie conseguenti (immense, anche da fumo passivo)?  O più pragmaticamente una saletta a parte solo per fumatori? Perché ovviare a questa abitudine non è un optional per far contenti i “fissati della salute” ma è impedire che uno dei gradini di cui è fatta l’immensa scala degli abusi di potere non venga quotidianamente usato. La collettività ringrazia anticipatamente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A me dispiace per la cafonaggine sempre più diffusa, che anche io riscontro quando rientro a Gorizia, da residente all estero.
Mi è capitato proprio quest'estate quando mi sono recata in un ufficio comunale.
Spocchia, arroganza, tracotanza e comunque...incompetenza.
Poi mi sono confrontata con alcuni conoscenti per scoprire che anche loro avevano avuto identiche impressioni dello stesso operatore.
Ora si aggiungono i consiglieri comunali...il degrado è proprio questo. Non viene da fuori, non è straniero, è una scelta e a questo punto anche una vera e propria emergenza.