lunedì 14 dicembre 2020

Strategie per il nuovo piano regolatore di Gorizia. No industrie insalubri pare non essere una priorità.


Sul sito Gorizia Strategica  la petizione e il problema delle industrie insalubri non ci sono. Anzi si, ma solo perchè un cittadino si è premurato di inserirle.


di Martina Luciani

 

 

 

Si chiama Gorizia Strategica, ed è il sito messo on line dall’Isig, presentato come lo strumento per consentire la partecipazione dei cittadini alla fase propedeutica della revisione del Piano regolatore.
Da alcuni giorni si sono chiusi i termini per commentare le strategie individuate dal Comune di Gorizia e se non fosse stato per il contributo di un cittadino (per la precisione il presentatore al Comune della petizione sulle industrie insalubri, a gennaio 2019) della questione che per mesi ha mobilitato i cittadini in quel contesto non ci sarebbe stata alcuna indicazione, figurarsi un capitolo di strategia.
In consiglio comunale, ieri sera, il consigliere Andrea Picco ha espresso il suo stupore: l’Amministrazione comunale aveva promesso di inserire la problematica della riconversione ecologica della zona industriale tra i temi del piano regolatore ed ora, tra gli scenari di sviluppo illustrati, manca proprio quello che, condiviso da oltre 1650 cittadini firmatari della petizione, doveva attivare una fondamentale discussione sullo sviluppo economico e sociale della città.
Picco ha precisato: “ Stupisce anche che - nonostante la petizione del 17 gennaio 2019, gli incontri in cui si è discusso di sviluppo sostenibile e rispettoso dei diritti fondamentali dei cittadini, primo fra tutti la salute, gli articoli sulla stampa e i servizi radiotelevisivi, i sit in fuori dal Comune e dentro il consiglio comunale, le interrogazioni e sollecitazioni dei consiglieri comunali, il grande corteo di protesta a Sant’Andrea – il portale accenni solo alla promozione dell’eco innovazione e della green economy, descrivendo asciuttamente una ipotetica economia integrata, con gli abusati classici(evergreen!)delle nuove imprese e nuova occupazione nei settori dell’industria innovativa, dell’artigianato, del turismo, del commercio e dell’agricoltura.”
Poco, anzi pochissimo, praticamente niente.


Eppure una petizione così costituisce una indicazione molto forte, attinente ai bisogni dei cittadini e alla conseguente esigenza di riformulazione del piano regolatore della città, imprescindibile rispetto le scelte che vogliamo compiere per raggiungere il fine del benessere collettivo. 
Visto inoltre che il sindaco e la giunta non avevano voluto coinvolgere il consiglio comunale per introdurre una variante che stabilisse criteri localizzativi restrittivi per le industrie insalubri e per gli impianti di trattamento di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, se non si colloca la discussione specifica nei preliminari del futuro piano regolatore quando preciseremo i termini della questione, quelli che stanno nella vita reale delle persone?
Quelli della quotidianità, come quando improvvisamente, alla stregua del coniglio estratto dal cappello a cilindro del prestigiatore, abbiamo scoperto che in zona industriale era stata autorizzata una centrale termoelettrica a gas, cioè proprio una di quelle industrie che i cittadini con la petizione avevano chiesto di escludere e che ora è in funzione.
Allora non era urgente parlarne,se il futuro deve essere salubre oppure no, oggi non è strategico?

La visione strategica che traspare è sempre e solo quella ben espressa dal sindaco con la massima: chiunque porti un euro a Gorizia è il benvenuto. Alla faccia del principio sacrosanto che salute dei cittadini, salvaguardia del territorio, del patrimonio pubblico e dei beni comuni sono sempre e comunque le priorità di un Comune.
Volete la risposta dell’assessore ai lavori pubblici Arianna Bellan all'interrogazione?
Eccola. Il sito Gorizia Stregica è lì per raccogliere le idee, gli interessi dei cittadini, ma non è la base del lavoro futuro.  Picco si rassicuri, la petizione “è già attenzionata”.
Attenzionata cosa vuol dire? Che oltre alle strategie schematizzate sul sito ci sono anche i post it appiccicati negli uffici comunali sulla bacheca “ Fastidi da risolvere”?
Fatto sta che il silenzio di Gorizia Strategica sulla petizione delle industrie insalubri è l’ennesimo affronto alle legittime aspettative della cittadinanza, è il disvelamento dei limiti e delle preclusioni di fatto imposte alla partecipazione  ed è la solita occasione sprecata per adempiere al ruolo istituzionale di gestione della comunità e del territorio.


 

venerdì 13 novembre 2020

GECT GO: possiamo far evolvere gli obiettivi statutari in tema energetico e ambientale, attualmente prigionieri nella parola "sfruttamento"?

Forum Gorizia ha chiesto al presidente del GECT GO la modifica statutaria di uno degli obiettivi dell'ente: "sfruttamento" delle risorse energetiche e ambientali locali è un concetto archeologico, responsabile di disastri ammbientali, economici e sociali irreparabili. La Polis transfrontaliera merita aspirazioni e strumenti coerenti con le politiche ambientali ed energetiche europee. E si comincia con le parole, che sono sostanza che determina la forma.



di Martina Luciani

Forum Gorizia ha partecipato all’incontro regionale di approfondimento del Manifesto per la Società della cura, organizzato da Stop TTIP di Udine – per proporre una riflessione sul paragrafo 4 del Manifesto stesso, nel quale si legge:  “la sfida, anche culturale, è progettare il futuro come un sistema di comunità aperte, cooperanti, includenti e interdipendenti. Questo comporta anche la ri-territorializzazione delle scelte politiche, con un ruolo essenziale affidato ai Comuni, alle città e alle comunità territoriali, quali luoghi di reale democrazia di prossimità i cui abitanti partecipano fattivamente alle decisioni collettive.
Attraverso forme di riappropriazione popolare delle istituzioni di livello nazionale ed internazionale si potrà garantire, tutelare ed affermare l’uguaglianza nei diritti e nelle relazioni fra le diverse aree dei sistemi paese, dei sistemi regionali e continentali e del sistema mondo.”

A Gorizia, queste prospettive e questi obiettivi hanno ovviamente una dimensione tranfrontaliera. Certamente non sono mancate negli anni le sperimentazioni e le iniziative di relazione, condivisione e cooperazione, anche se molto spesso non sono state metabolizzate come stabili scelte politiche e culturali,  ma di volta in volta come utilità reciproche, scambievole cura di specifici interessi per la distribuzione di vantaggi senza far torto a nessuno e sostenere rapporti di buon vicinato.
Tuttavia oggi possiamo dire che è maturata la visione che gli interessi non sono talvolta coincidenti e basta,ma sono comuni – il GECT nasce con questo corredo genetico – e persino i  diritti fondamentali e la pretesa di giustizia sociale e ambientale sono comuni. E che la democrazia di confine è  oggi transfrontaliera,  affiorata dalla percezione che la comunità ha di se stessa.  Ne abbiamo avuto una dimostrazione eclatante con la forte e affollata reazione di protesta in piazza Transalpina/Trg Europe quando si è parlato di erigere un muro confinario quale strumento di contrasto ai flussi migratori; e successivamente abbiamo visto come è stata vissuta e sofferta la rete che ha diviso in due la stessa piazza durante la prima emergenza sanitaria, rete che ha distanziato fisicamente ma non socialmente la polis transfrontaliera.

Al confronto sul Manifesto per la Società della Cura, propedeutico alla manifestazione nazionale che si svolgerà il 21 novembreprossimo, sviluppato tra gli altri dai rappresentanti di Stop TTIP/CETA, Comitato Stop Pesticidi, Extintion Rebellion FVG, Climazione, CEVI, Forum Beni Comuni, Il Forum Gorizia ha illustrato la richiesta di modifica dello Statuto del Gect GO indirizzata in questi giorni al presidente dell’ Assemblea Matej Arčon, in particolare dell’obiettivo che focalizza lo “sfruttamento e gestione delle risorse energetiche e ambientali locali”, testo italiano lievemente diverso in lingua slovena.


In ogni grande o piccola costituzione, dallo statuto  di un’associazione a quello di una persona giuridica europea, come il Gect GO – Gruppo europeo di cooperazione territoriale, fino agli atti costitutivi  di un’ organizzazione sovranazionale e alla Costituzione di uno Stato, le parole sono struttura, principi che innervano ogni attività, strumento di interazione con i cittadini e per i cittadini nel loro rapporto con l’istituzione.  

Per questi motivi Forum Gorizia ha chiesto di modificare radicalmente l’obiettivo statutario. In questo obiettivo è contenuta una dichiarazione di scopi soprendentemente antiquata per una istituzione nata nel 2010, priva di qualsiasi riferimento a politiche ambientali ed energetiche, alla conversione ecologica dell’economia, ai principi dello sviluppo sostenibile, alla crisi climatica.
Il termine sfruttamento è parola tossica, che ha avvelenato l’economia, la società, il lavoro, il pianeta intero. Anche la parola gestione senza un aggettivo che ne stabilisca le finalità appare superficiale.
Le parole dello Statuto del Gect Go devono esprimere adeguatamente modalità e finalità dell’azione cooperante su un tema come delle risorse energetiche e ambientali che è fondamentale per delineare il futuro della Polis transfrontaliera e garantire i diritti fondamentali e gli interessi collettivi dei cittadini di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba, esplicitando la necessità di una ben diversa considerazione delle risorse/beni comuni del territorio transfontaliero.

Questa la proposta inviata a Matej Arčon:

• tutela e gestione ecosostenibile delle risorse energetiche e ambientali locali, nella prospettiva di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le risorse che serviranno alle generazioni future, garantendo loro qualità della vita e qualità ambientali, anche indicando uguali iniziative e  buone pratiche da introdurre congiuntamente nelle tre amministrazioni comunali in tema di valorizzazione dei servizi eco sistemici, tutela della biodiversità e salvaguardia ambientale nelle pratiche di progettazione urbanistica, pianificazione territoriale, valutazione ambientale strategica, valutazione di impatto ambientale.

L’auspicio del Forum Gorizia è che sulla proposta si apra un dibattito, nelle sedi del GECT che riuniscono i rappresentanti dei tre Comuni,  ma anche nei rispettivi consigli comunali e tra i cittadini.

 

mercoledì 28 ottobre 2020

EkoŠTANDREŽ. Nuovo allarme per le condizioni del quartiere di Sant'Andrea: criticità per ambiente, salute, sicurezza stradale, servizi, spazi di comunità.


Questo è il testo integrale della nota inviata ai media dal gruppo EkoŠTANDREŽ. Lo introducono alcune osservazioni che ho via via messo in memoria mentre vedevo i cittadini di Sant'Andrea organizzare la loro rappresentanza collettiva in difesa della comunità.



Credo  sia nata durante le battaglie civiche dirette ad impedire la costruzione della centrale termoelettrica la convinzione di poter rappresentare, con la forza di molte persone e  con ideali di ecosostenibilità ambientale e sociale, le criticità che affliggono la comunità di Sant’Andrea, a Gorizia la più sacrificata al “progresso”: quello che una volta era un Comune autonomo, è divenuto nel 1927 una frazione ed ora è un quartiere che ha visto sacrificate le sue terre all’autoporto e alla zona industriale e che si è sviluppato con quegli strafalcioni urbanistici che imperversano nelle periferie.
Le azioni di mobilitazione, le petizioni popolari per ottenere una variante al piano regolatore che escludesse le industrie insalubri e un piano acustico che tutelasse le aree residenziali che si trovano a ridosso della zona industriale, la raccolta di firme che ha coinvolto tutta la città, i dibattiti pubblici nella sala parrocchiale, l’affollato corteo di protesta dalla piazza fino al sito della centrale termoelettrica: vedevo i cittadini di Sant’Andrea che sempre con maggior naturalezza si riconoscevano come portatori della stessa istanza di tutela dei beni comuni, l’aria, il suolo, la salute, la qualità della vita, il valore della comunità.
Quando poi è nato  EkoŠTANDREŽ, se già ammiravo questi miei battaglieri concittadini, bè da allora li considero un esempio raro di cittadinanza attiva: non mollano,  proseguono occupandosi concretamente di azioni di tutela ambientale, di valorizzazione del patrimonio collettivo e delle grandi questioni che vanno risolte per migliorare complessivamente la loro vita quotidiana e quella delle generazioni future, con una visione che va ben oltre sia ai confini del quartiere e alle ristrettezze culturali del tempo presente. Martina Luciani

“Sant’Andrea si sta impoverendo”

Dall’amore e rispetto per il proprio territorio è nato  spontaneamente  a Sant’Andrea il  gruppo “EkoŠTANDREŽ”. L’idea è nata quando  numerosi  cittadini hanno risposto all’invito di partecipare alle pulizie della sponda alta sinistra del fiume Isonzo nei pressi di Sant’Andrea:  dialogando,  è emerso che da quando non esistono piu’ i Consigli dei Quartieri, il nostro è abbandonato e trascurato dalle varie Amministrazioni che si sono succedute ,di conseguenza per colmare questo vuoto è nato spontaneamente il Gruppo EkoŠTANDREŽ .

L’intenzione del gruppo non è quello di essere un movimento politico ma di riunire tutte le persone alle quali sta a cuore l’ambiente, la qualità della vita e la sicurezza in tutti i sensi del Quartiere.
In gennaio 2020 il gruppo si è riunito affrontando vari argomenti inerenti  le problematiche: una di queste è la centrale termoelettrica a gas.
Con rassegnazione si è accettato  che l’iter per la costruzione si è concluso, ora sono iniziati i lavori, nonostante la contrarietà dimostrata nelle varie proteste dei cittadini supportati  da varie associazioni e forze politiche. Per evitare che in futuro possano essere costruite nella zona industriale di Sant’Andrea altre centrali o industrie insalubri sono state presentate due petizioni con migliaia di firme. Con le petizioni, si  chiedeva  l’adozione del Piano di Zonizzazione acustica e una variante al Piano Regolatore nella quale non si potesse  piu’ costruire industrie insalubri e pericolose  sul territorio comunale. La petizione per quanto riguarda il piano regolatore non è stata accolta, e non è stato applicato il principio di precauzione.


Attualmente i cittadini di Sant’Andrea si lamentano di fuoriuscita di fumo nero dalla centrale attualmente in funzione in zona industriale, oltre al rumore  e cattivi odori soprattutto durante le ore notturne ed al mattino presto sviluppando inquinamento ambientale  (si ricorda che è importante ricordare l’effetto cumulativo dei vari inquinanti) ed acustico. Inoltre lo statuto del Consorzio industriale prevede il controllo ed il monitoraggio della qualità dell’aria tramite l’installazione di una centralina, della quale non si hanno ancora i dati: è in funzione?  Da qui nasce l’esigenza  di installare centraline per il controllo dell’aria  con la collaborazione di Legambiente. Si apprende dalla stampa che Gorizia è al 15 posto in Italia come qualità dell’aria: gli altri stanno molto peggio sicuramente, ma bisogna cercare di migliorare il dato ottenuto.

Per quanto riguarda il Piano Acustico che successivamente  è stato adottato , per alcune zone di Sant’Andrea il risultato è penalizzante; al Piano stesso sono state presentate alcune osservazioni.

Si  è appreso dalla stampa che la consigliera comunale Nicol Turri ottiene il ruolo di delegata al rione di Sant’Andrea. Si ricorda che in seguito all’istanza presentata in Comune  il 19 luglio 2019 per la sicurezza stradale del  quartiere, appena  i primi giorni di gennaio di quest’anno c’è stato un incontro con la delegata  Nicol Turri con l’Assessore competente per i Quartieri Chiara Gatta ed un Vigile Urbano  delegato,  i quali hanno ascoltato le  istanze, preso nota e  hanno assicurato che si sarebbero attivati in merito: apprendiamo dalla stampa che è stato fatto un sopralluogo da Nicol Turri, David Peterin, l’Assessore Stefano Ceretta  ed un addetto al traffico del Comune. L’istanza comprendeva le misure atte a limitare la velocità veicolare nelle vie San Michele , Tabai e Piazza Sant’Andrea  affinchè  venga migliorato il livello sicurezza  stradale attraverso qualunque iniziativa pratica o azione utile al raggiungimento di tale obiettivo.

Oltre a cio’, nel quartiere vi è la mancanza  di una pista ciclopedonale per uscire dal centro abitato e raggiungere il cimitero e Sant’Anna  ed il gruppo è deciso di fare un’altra segnalazione tramite istanza per questa problematica.

Il  gruppo è pure attento al problema legato alle immondizie che ripetutamente dopo ogni pulizia   vengono trovate in zona setificio e lungo le sponde dell’Isonzo:  sono stata fatte le  istanze in  febbraio 2020 in merito alla discarica di pneumatici  lungo le sponde del fiume  chiedendo la bonifica e l’installazione di foto trappole. Per quanto riguarda la bonifica dei pneumatici la Regione ha risposto che ha dato l’incarico al Consorzio di bonifica pianura isontina per eseguire la bonifica, invece per l’installazione delle foto trappole non si ha ancora risposta. Purtroppo le persone continuano ad abbandonare i rifiuti.

Il Quartiere si sta sempre piu’ impoverendo, manca l’Ufficio Postale, non c’è una Sala Civica,  sta  diventando un luogo di transito con tutti i disagi che cio’ comporta.
Ora che abbiamo la nuova delegata, alla quale auguriamo buon lavoro, il gruppo auspica vivamente che i problemi ed i bisogni del Quartiere si risolvano.

Romana Leban, Carlo Nanut, Anna Maria Tomasich