Lettera aperta al Prefetto e al Sindaco. Il dono dei volontari alle istituzioni: dar da mangiare agli affamati prima che svengano per strada e mettere le persone a dormire al riparo se non vogliamo che il freddo e le malattie li uccidano.
di Martina Luciani
Egregio signor Prefetto ed egregio signor Sindaco,
spero siate compiaciuti per il dono enorme che tanti volontari stanno offrendo alle cariche istituzionali che rappresentate. Da giorni e giorni infatti numerose persone delle più diverse appartenenze religiose e politiche si stanno facendo in quattro per assicurarvi sereni giorni di festa.
Che sia la Vigilia o Santo Stefano si è deciso di assicurare la vostra tranquillità. Lo facciamo evitando che di notte in giro per la città ci sia quello che voi considerate uno spiacevole inconveniente: i profughi. Compito non facile anche perché sono più dei 25 che ha contato Lei, egregio signor Sindaco. Vagano affamati, bivaccano e sono in attesa di espletare le pratiche per cui hanno scadenze e appuntamenti nei competenti uffici: ma non hanno un posto dove stare. Un posto...ma che dico...a loro deve bastare una cuccia, un cartone steso sotto un albero, una coperta umida tirata fin sopra la testa per aspettare tremando che gli agenti di polizia facciano valere l'ordinanza del sindaco e li costringano a spostarsi...e così, senza dormire, trascorre la notte...in qualche modo "ha da passà 'a nuttata", la loro e la nostra. Perché noi abbiamo deciso di non rinunciare alla nostra dignità, di cittadini e di uomini, voltando la testa dall'altra parte, e tentiamo di far recuperare ai profughi almeno un briciolo della loro dignità perduta.