domenica 13 giugno 2021

Mafie e Covid-19: un matrimonio criminale perfetto

La proliferazione del crimine organizzato sull'epidemia Covid-19:i danni economici e la devastazione sociale.


di Lodovica Gaia Stasi

 

 

A luglio 2020, Forum Gorizia aveva organizzato E(c)co Mafie,convegno in cui era parlato di traffico illecito di rifiuti, di confini attraverso cui i rifiuti spariscono e si avviano a percorsi di smaltimento illeciti pure quelli, di mafie, corruzione, di antimafia sociale.
Al preoccupante quadro già tracciato, oggi si affiancano le informazioni relative ad un incremento delle attività illecite della criminalità organizzata, mafiosa e non mafiosa, legate all’emergenza sanitaria COVID-19: ciò che risalta è l’agilità ad adattarsi e capitalizzare i cambiamenti dell’ambiente in cui operano i criminali, ben attrezzati grazie alla rete di collusione e corruzione, oltre al coinvolgimento nell’impresa criminale di operatori legali, consulenti finanziari, riciclatori di denaro, esperti tecnici, truffatori esperti nella falsificazione di documenti e i vari soggetti che si muovono nella zona grigia che sta tra legalità e illegalità.

Le prime impressionanti segnalazioni sono avvenute nell’ambito dell’attività della Commissione parlamentare per il traffico illecito dei rifiuti, l’anno scorso. Dalle parole  dei magistrati impegnati in prima linea sul fronte delle ecomafie, Alessandra Dolci , Giovanni Salvi e Pasquale Fimiani, è emerso in tutta la sua gravità  il particolare  interesse delle organizzazioni criminali per i rifiuti Covid.
L’attività criminale apparentemente più facile da descrivere è quella del traffico illecito di rifiuti, che  durante l’emergenza sanitaria si è collegata non solo alla gestione dei rifiuti sanitari ma anche alle deroghe concesse dalle Regioni ai gestori di impianti di trattamento e stoccaggio per aumentare i quantitativi di rifiuti urbani nei depositi. Questo sovraccarico di rifiuti nei siti, qualora l’impresa sia in crisi e in situazione di insolvenza, comporta la possibilità che si cerchi un modo di disfarsene illecitamente, evitando di sostenere i costi delle corrette procedure previste dalle norme.  
La criminalità organizzata è pronta ad offrire i suoi servizi per il loro smaltimento, provocando gravi danni all’ambiente e alla salute umana a causa degli scorretti metodi utilizzati.

Europol nel Rapporto 2021 “European Union serious and organised crime threat assessment” sul crimine organizzato in Europa, ha messo in evidenza che gli ecocriminali del settore dei rifiuti che hanno maggior successo sono quelli che controllano l'intero ciclo di lavorazione, dal paese di produzione del rifiuto al paese di destinazione. Altra caratteristica rilevante è la capacità del crimine organizzato di utilizzare in via prioritaria strutture e procedure legali per orchestrare i reati. Inoltre l’imprenditore criminale che opera nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti è implicato fortemente in altri reati, come frode documentale, frode economica, evasione fiscale, corruzione, riciclaggio di denaro, scarico di rifiuti, etc.
Più complesso è comprendere e bloccare i meccanismi di infiltrazione criminale in società che sono in possesso di un regolare titolo autorizzativo per la gestione dei rifiuti, meglio se titolari del diritto agli interventi economici di sostegno dello Stato previsti a causa del Covid. L’acquisizione di aziende in crisi, favorita dalla disponibilità di enormi liquidità illegali, porta non solo a considerevoli guadagni ma ad allargare la rete relazionale con il mondo imprenditoriale e la rete di servizi ad esso collegata.
Sempre l’anno scorso, durante Forum Internazionale promosso dal Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene ( Polieco), i magistrati che operano nella Direzione nazionale Antimafia e nelle Procure distrettuali antimafia hanno spiegato che la criminalità organizzata, anche terminato il lockdown, ha dimostrato una notevole capacità infiltrante nel settore del reperimento dei dispositivi di protezione individuale, con canali del tutto clandestini, dalle mascherine agli igienizzanti, persino convertendo strutture societarie di comodo in fornitrici di servizi di sanificazione.

L’ aggravarsi dell’ infiltrazione criminale nel tessuto economico è stata quest’anno analizzata dalla XX Commissione parlamentare per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria. Molti aspetti sono stati approfonditi durante le audizioni: dal rischio di abusi collegati  ai provvedimenti di emergenza dello Stato, immediati e straordinari,  all’esposizione del comparto della sanità a frodi, corruzione e speculazioni, dal pericolo di truffe telematiche e reati informatici al rischio di contraffazioni e frodi nella produzione e distribuzione di generi medicali.
La Commissione ha evidenziato anche un aspetto forse ancora più drammatico:  la metodica, quasi scientifica aggressione criminale, riguarda oltre che le imprese e i settori in difficoltà economica, anche il tessuto sociale del Paese, destabilizzato nei suoi assetti e diritti fondamentali, lacerato da nuove disparità e solitudini sociali.   
Si comincia a paventare, sulla base di analisi preoccupanti, una specie di consenso sociale per l’illegalità.
Si comincia a parlare di sostituzione della mafia al welfare pubblico, con attività che offrono ai cittadini in difficoltà servizi, assistenza, denaro, approfittando dell’impoverimento di ampie fasce di popolazione per “agganciare” persone vulnerabili, anche coinvolgendole nelle proprie attività illecite.  
Proprio per gli evidenti riscontri di queste criticità, tra la grande varietà di strumenti e azioni pubbliche per contrastare i nuovi fenomeni di penetrazione dell’illegalità, la XX Commissione ha dato molto risalto alla cosiddetta antimafia sociale. E’ stato esplicitamente raccomandato il potenziamento e la valorizzazione  della società civile organizzata, quella che non ha mai smesso di lottare, di contrastare le mafie, di realizzare presidi informativi e di sensibilizzazione e che, anche nell’attuale complessa situazione di crisi, contribuisce a riparare il tessuto sociale danneggiato dall’ espansione della criminalità.

https://uif.bancaditalia.it/homepage/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102

https://www.dire.it/26-03-2021/615989-attacco-allo-stato-indagine-del-comitato-antimafia/

https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/rischio-infiltrazione-criminalita-organizzata-nelleconomia

European Union serious and organised crime threat assessment | Europol (europa.eu)

 

 

 

sabato 5 giugno 2021

Giornata mondiale dell'ambiente 2021. Ripristino dell'ecosistema. Cominciamo subito, a casa nostra. Di nuovo con il GECT GO.

Oggi, Giornata mondiale dell'ambiente, comincia il
Decennio delle Nazioni Unite sul ripristinodell’ecosistema (2021-2030)
, una missione globale per prevenire, arrestare e invertire i danni e far rivivere miliardi di ettari di ecosistemi terrestri e acquatici.
Cominciamo allora dalla gestione della casa comune dove abitiamo.


di Martina Luciani

Come tutti sanno, in questi nostri territori di confine è stato creato un GECT, che è uno dei principali strumenti previsti dall'Unione Europea in materia di cooperazione transfrontaliera economica e sociale, ed in quanto tale destinatario di finanziamenti europei. E' osservazione banale ritenere che un Gect dovrebbe riflettere e amplificare a livello locale i principi fondamentali dell'UE
Nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, più nota come Carta di Nizza, l’art. 37 si stabilisce che un livello elevato di tutela dell'ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell'Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile.
Eppure, il GECT GO contiene nel suo Statuto un concetto che ben potremmo definire tossico, oltre che tristemento ignaro del Green Deal europeo, la strategia che mira a proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell'UE e a proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze, attuando una transizione giusta e inclusiva.
La parola tossica è sfruttamento, e gli effetti nocivi sono accentuati dal contesto su cui è inserita, cioè l'ambiente. 
Forum Gorizia, a novembre 2020, ha scritto all’allora presidente del GECT GO MatejArčon chiedendo di attuare la modifica statutaria di uno degli obiettivi dell'ente: "sfruttamento delle risorse energetiche e ambientali locali è un concetto archeologico, responsabile di disastri ambientali, economici e sociali irreparabili. La Polis transfrontaliera merita aspirazioni e strumenti coerenti con le politiche ambientali ed energetiche europee. E si comincia con le parole, che sono sostanza che determina la forma."
Nessuna risposta al Forum Gorizia, nemmeno un cortese cenno di fastidio alle diverse sollecitazioni, tra cui: "
In ogni grande o piccola costituzione, dallo statuto  di un’associazione a quello di una persona giuridica europea, come il Gect GO – Gruppo europeo di cooperazione territoriale, fino agli atti costitutivi  di un’ organizzazione sovranazionale e alla Costituzione di uno Stato, le parole sono struttura, principi che innervano ogni attività, strumento di interazione con i cittadini e per i cittadini nel loro rapporto con l’istituzione." Noncuranza e basta, il che già fa dubitare delle relazioni dell’ente con le istanze del territorio in cui è stato innestato.

Allora, oggi, riproniamo la questione, c’è un nuovo presidente, si chiama Paolo Petiziol, l’indirizzo email è sempre lo stesso. Il testo che si propone di discutere per modificare l’obiettivo dello sfruttamento delle risorse energetiche e ambientali locali  è: tutela e gestione ecosostenibile delle risorse energetiche e ambientali locali, nella prospettiva di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le risorse che serviranno alle generazioni future, garantendo loro qualità della vita e qualità ambientali, anche indicando uguali iniziative e buone pratiche da introdurre congiuntamente nelle tre amministrazioni comunali in tema di valorizzazione dei servizi eco sistemici, tutela della biodiversità e salvaguardia ambientale nelle pratiche di progettazione urbanistica, pianificazione territoriale, valutazione ambientale strategica, valutazione di impatto ambientale.
 

L'UNEP, United Nations Environment Program, ha pubblicato oggi un Ecosistem Restoration Playbook, in cui si raccomandano iniziative a livello regionale, oltre che nazionale e internazionale, anche avviando discussioni sulla questione della conservazione degli ecosistemi, sulle iniziative per contrastare l'impoverimento dell'ambiente locale e per rendere le comunità più eque e sostenibili in termini economici e sociali.