mercoledì 30 aprile 2014

Terra in affanno: CO2 per tutto aprile ai livelli più alti della storia umana

Greenreport.it  pubblica oggi i dati elaborati dal Noaa statunitense in base alle osservazioni compiute a Mauna Loa, nelle Hawaii. Siamo da un mese oltre le 400 ppm.



Complimenti al genere umano, che pochi giorni fa ha festeggiato con molte buone intenzioni l’Earth Day!
Dall’ osservatorio di Mauna Loa, nelle Hawaii, che dal 1958 misura i livelli di CO2 nell’atmosfera, arrivano dati impressionanti: per tutto il mese di aprile la concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha superato le 400 parti per milione, il livello più alto di gas serra nella vicenda dell’uomo sulla Terra.
Ora, grazie al rigoglio vegetativo della primavera, le piante assorbiranno parte di questa anidride carbonica, ma certo non potranno, come spiega un articolo su Greenreport.it di oggi ( da cui abbiamo ripreso anche la foto accanto), riportarci ai livelli dell’epoca preindustriale, cioè 280 ppm. E nemmeno riusciranno a farci trascorrere un prossimo inverno in condizioni migliori: così nel 2015 la soglia delle 400 ppm verrà superata ancor prima di quest'anno. E poi sopra soglia ci staremo stabilmente, e peggio per tutti noi.
Non possiamo continuare a bruciare combustibili fossili ai ritmi attuali: senza ma, però e forse domani. Leggetevi il resto dell'articolo, così quando lasciate l’automobile in moto per telefonare o davanti all’edicola per prendere il giornale, magari ve lo ricordate e spegnete il motore. Varrà poco, ma serve anche quello. A cosa? Arrivati a questo punto, ad evitare il disastro climatico.

lunedì 28 aprile 2014

Tatuaggi off limits senza sicurezza per gli utenti



Ma difatto si tratta di una legge ed un regolamento inutili

di Marilisa Bombi 


Ebbene sì, anche il Friuli Venezia Giulia non vuole essere da meno e, quindi, mentre a Roma si inneggia alla semplificazione ed alla liberalizzazione delle attività economiche, a Trieste si medita come complicare la vita agli imprenditori seguendo le orme di coloro i quali hanno già tracciato la strada. Insomma copiare non fa mai male anche se, forse, consiglieri e burocrati dovrebbero dedicare un paio d’ore alla lettura e scoprire che, Buono Leoni docet, più leggi ci sono meno un uomo è libero. Ma che importa, se i consiglieri regionali si fanno vanto del numero di disegni di legge proposti e sono convinti di dimostrare in tal modo la loro bravura ed efficienza? Sta di fatto che sul BUR n. 17 del 23 aprile è stato pubblicato il regolamento regionale per l’attuazione della legge 7/2012 che disciplina le attività di tatuaggio, di piercing e delle pratiche correlate. A prescindere dal consenso formale dei genitori per i minori (che avrebbe dovuto richiedersi a prescindere dalla legge o dal regolamento) sono stati stabiliti i requisiti strutturali che i locali devono possedere e che andranno a sommarsi a quelli previsti dai comuni. Obbligo, inoltre, di servizi igienici per maschi e femmine ecc. Nulla di più, comunque, di quanto già prevede il testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, anche in relazione al fatto che il Ministero della salute, una vita fa, aveva già diramato le linee guida per questo specifico settore di attività ed un accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata prevede che la contestazione di una violazione di legge deve essere preceduta da una diffida nei confronti dell’operatore per dar tempo allo stesso di adeguarsi alle prescrizioni imposte.

giovedì 24 aprile 2014

Il Tar del Lazio boccia il ricorso di Fidenato & C.: duro colpo per i pupilli della Monsanto e per i cultori friulani del biotech.


Grande soddisfazione per una pronuncia che segna una pietra miliare nella battaglia tra pro e contro OGM. Ma adesso che si fa?

di Martina Luciani

Ha essenzialmente un valore ideologico e programmatico il respingimento di quest’oggi, 24 aprile, da parte del Tar del Lazio, del ricorso degli agricoltori friulani Giorgio Fidenato e Silvano Della Libera contro il decreto del luglio 2013 promosso dal ministero delle Politiche agricole  di concerto con i ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine Ogm in Italia. Il decreto in questione, infatti, ha comunque una scadenza ( 18 mesi dal luglio scorso) e indipendentemente dalla sua vigenza  numerosissimi tra Regioni italiane , Province e Comuni hanno comunque vietato nel proprio territorio le coltivazioni biotech. Per la cronaca, in  Italia le regioni OGM-free sono 13, le province 41, più di 2350 i comuni: ma gli aggiornamenti sono continui, perché le prese di posizione sono sempre più frequenti. Anche la Provincia di Gorizia, recentissimamente, si è schierata contro gli OGM nel proprio territorio.
Il Friuli Venezia Giulia è in realtà il fanalino di coda ( con il suo faticoso e controverso cammino giunto finalmente alla recente moratoria che vieta il mais transgenico) di un processo che molte altre Regioni hanno iniziato con fermezza e ottimi risultati.

Chi ha nostalgia della Yugoslavia?

Nella home page di  Bora.la , il titolo "A Trieste e a Gorizia siamo jugonostalgici " ci fa rimbalzare all'articolo apparso su L'Huffington Post il 23 aprile.




Sostengono gli autori Matteo Tacconi e Ignatio Maria Coccia, supportati dall'intervista ad un autotrasportatore locale, che Gorizia è orfana della frontiera e delle varie forme assistenziali che hanno sostenuto l'imprenditoria locale e che il tuffo definitivo nella decadenza economica è avvenuto con l'ingresso nell'Unione Europea di quei Paesi che prima avevano interesse ad aprire sedi e filiali in città e in provincia. Il capoluogo isontino viene descritto come mutilato dei suoi quartieri orientali che  scivolarono in Jugoslavia " dopo la seconda guerra mondiale, andando a costituire il nucleo originario di Nova Gorica, che crebbe in seguito secondo le logiche dell’edilizia socialista" e che oggi è una attrezzata capitale del vizio. Siccome i clienti italiani latitano, gli imprenditori sloveni recuperano ottimi clienti in Cina. Nostalgia anche a Trieste, dove però  gli autori elaborano un fondamentale concetto: "le frontiere aperte è vero che hanno bruciato lavoro, è altrettanto evidente che ne hanno creato dell’altro, sgravando le esportazioni dai dazi e favorendo la crescita di diverse aziende: quelle che hanno saputo adeguarsi in fretta al cambiamento. "

martedì 22 aprile 2014

Giornata della Terra. Che trema per ricordarcelo.

Nessuno dei nostri enti territoriali, che pure hanno assessorati all'ambiente, ha speso un rigo nelle home page dei propri siti per ricordare che oggi è Earth Day. Ce lo deve ricordare un terremoto?


di Martina Luciani


Pochi attimi prima delle 11, anche a Gorizia abbiamo sentito la scossa di terremoto originata a Knezak, nell' Ilirska Bistrica, ad una trentina di chilometri da Trieste. Magnitudo 4,8 della Scala Richter. L'abbiamo percepita distintamente, e non solo ai piani alti.

E oggi è la Giornata della Terra. Una sottolineatura geologica che forse è necessaria: abbiamo riscontrato stamattina che sui siti degli enti più vicini a noi, Regione, Provincia, Comune, non c'è una parola sull'evento che accomuna tutto il mondo nella riflessione sullo scempio ambientale e sull'abuso delle risorse. Ma che evidentemente, a livello locale, è lontana dagli obiettivi politici e amministrativi.

In particolare il tema di quest'anno è "Greener cities”: che significa, per i nostri agglomerati urbani, incentivare parchi, orti, edilizia ecologica, interventi nei settori dell’energia e dei trasporti. E visto che stiamo osservando con preoccupazione il fenomeno della moria delle api, i nostri amministratori potrebbero accogliere il suggerimento della scienziata americana Marla Spivak: mettiamo a dimora, ovunque sia possibile, nelle nostre città, giardini, balconi,  piante che offrano fiori melliferi, appetitosi per le api.

N.B. Qualche  ora dopo la nostra pubblicazione,  l'Agenzia per l'ambiente slovena ha precisato che il fenomeno delle 10.58 è stato registrato 50 chilometri a sud della capitale Ljubljana, a Pivke, e che la valutazione preliminare della magnitudo è di 4,4.
 

domenica 20 aprile 2014

Moria delle api: allarme per lo spopolamento anche in provincia di Gorizia.


Gli apicoltori  del Consorzio provinciale denunciano un agrofarmaco, a sorpresa autorizzato pochi mesi fa dal Ministero della salute. Sostanza su cui pesano gravi incognite: dannoso per le api oltre che per tutti i pronubi e pure inutile in agricoltura?



di Giancarlo Stasi
foto di
Luca Allais


“Mieli senza confini” è il sito del Consorzio obbligatorio fra gli apicoltori della Provincia di Gorizia: dalle sue pagine riportiamo l’allarme per la moria delle api segnalata nei giorni scorsi, nei comuni di Villesse, Sagrado e Romans d’Isonzo.   La responsabilità del disastro, riscontrato in tutto il Friuli e nelle altre regioni, è attribuita alle semine di mais conciato con prodotti chimici, in particolare uno appartenente alla famiglia dei  neonicotinoidi,  il Thiacloprid, componente di un agrofarmaco che paradossalmente è pubblicizzato come non nocivo per le api. Non è questa l’opinione degli apicoltori, che denunciano la correlazione tra semine di mais conciato con le sostanze incriminate e spopolamento degli apiari: tra le conseguenze dell’avvelenamento da neonicotinoidi, le api perdono il senso dell’orientamento, non riescono a tornare all’alveare e muoiono.
 L’uso come conciante delle sementi  per tre pesticidi appartenenti alla stessa famiglia è stato cautelativamente sospeso per due anni dall’Unione Europea. L’Italia, contraria al provvedimento di sospensione europeo, l’ha comunque recepito e ha autorizzato,  a dicembre 2013, l’uso per la concia delle sementi del mais del Thiacloprid, sostanza molto simile a in precedenza sospese.
E ciò nonostante l’ EFSA- l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare - ha dichiarato che sono da rivedere i protocolli di studio sugli effetti collaterali degli agrofarmaci  rispetto tutti gli impollinatori, api e altri insetti che in natura hanno la stessa fondamentale funzione ( e dei quali sappiamo quasi nulla). Li chiamiamo, api e compagni, con un termine molto suggestivo, pronubi, perché “sposano le piante”, e sono gli artefici insostituibili di quegli eventi senza i quali l’intero ecosistema va in crisi assoluta.

sabato 19 aprile 2014

Il bosco .... dopo il Gelicidio






Percorrendo la strada tra Tarnova e Loqua


di Marilisa Bombi


Per tagliare gli alberi danneggiati, Lubiana ha deciso di stanziare più di 40 milioni di euro per eliminare quasi 9,3 milioni di metri cubi di foresta. La notizia è del quotidiano locale – online, il quale ha intervistato anche il direttore dell’Agenzia per le foreste, che ha fornito una notizia interessante: i magazzini sono pieni di legna. Insomma, per chi ha il caminetto o la stufa a legna è una buona occasione per fare scorta. Anche perchè, sempre secondo le indicazioni del direttore dell'Agenzia, i prezzi non si abbasseranno ulteriormente. Secondo informazioni, peraltro, acquisite direttamente in zona, il Gelicidio ha colpito prevalentemente i faggi. Ciò in quanto sembrerebbe  siano più ricchi di linfa e, pertanto, più soggetti al gelo. Lo scorso febbraio quindi è andata scena la distruzione delle faggete.
Sta di fatto che il paesaggio, ben visibile nello foto scattate oggi sulla strada per Loqua è spettrale. Nulla di più distante dalla sensazione di quiete e serenità che il bosco trasmetteva le estati scorse quando le verdi chiome sembravano quasi proteggere coloro i quali si riparavano all'ombra ristoratrice. La visione che appare oggi è una immagine di desolazione, di morte. Mai, quindi, come in questa vigilia di Pasqua dobbiamo confidare nella resurrezione.