La storia è semplice, piccolina, una di quelle che all’inizio sembra stia negli
angoli della vita ma poi ti accorgi che potresti dedicarle non già qualche
pagina di diario ma un’intera serie di racconti.
di Martina Luciani
Alessandra salva un coniglio da riproduzione che stava per fare una brutta
fine. Lo porta con sé e, non senza una notevole attivazione di misure
organizzative che si succedono nel tempo, lo sistema nel suo grandissimo orto,
un cuore verde e fiorito in mezzo alla città, in una gabbia che a confronto con
la microprigione originaria pare la reggia di Versailles.
Poi succede, e ci vuol poco, che le relazioni intorno a Coniglio – in breve
diventato teneramente oggetto di osservazioni etologiche e non una semplice classificazione di specie –
si sviluppano fino al punto di decidere (iniziativa coraggiosa di un'anima giovane e decisa a cambiare il mondo) di farlo uscire dalla gabbia, così che
questa diventasse la casa da cui si esce e in cui si torna.
Coniglio aveva già evidentemente apprezzato l’allargarsi dei suoi confini
vitali con la nuova sistemazione, smisurata rispetto la precedente, ma prendere
possesso di un mondo infinitamente più grande, quale mai aveva mai conosciuto,
rappresenta esperienza che lo rende felice. Certo che un coniglio sa essere
felice!
Nel senso che adotta i comportamenti classificati come manifestazione del benessere
di questi animali e come possibilità di relazione con altri esseri viventi. Nel
suo caso, la piccola cerchia di umani che si occupa di lui e il cane ( piccolo
pure lui) che appartiene ad Alessandra ( il mio, cane con i geni del cacciatore
da tana, proprio non è una relazione raccomandabile).
Quindi, senza mai annoiarci, noi osserviamo la gioia con cui Coniglio, dopo un primo
giorno in cui zampettava incerto, persino lievemente zoppicante come se dovesse
imparare la tecnica di movimenti mai sperimentati in vita sua, passeggia,
saltella, corre, accenna la danza fatta di balzelloni e corsette, si lancia
buffamente di qua e di là, si stravacca nell’erbetta, annusa, cerca le foglie e
gli steli di tarassacco che tanto gli piacciono. A chi si accuccia accanto a
lui, inizia persino a dedicare il rituale del giretto tutto attorno, ripetuto
più volte, che abbiamo scoperto essere un segnale di simpatia, una
dichiarazione di amicizia. Arriva anche il giorno del contatto fisico, della
mano che prima fuggevolmente lo tocca nell’offrire una carota e poi lo
accarezza lungo tutto il dorso, e in seguito della mano tesa verso cui Coniglio
intenzionalmente si dirige e brevemente sfiora.
Quando si va via, Coniglio rientra nella sua casa, ma è un sacrificio che non
sembra pesargli, ci rientra da solo dopo le sue esplorazioni; e dopo aver
trovato un colombo sventrato in mezzo all’orto, sappiamo che la la robusta rete
che protegge le parti scoperte di Villa Coniglio e il forte tetto di legno
della sua “mansarda” sono necessari perché anche in città girano predatori che
potrebbero fargli del male.
La vita di Coniglio, cominciata sotto i peggiori auspici e destinata ad una
tragica e miserabile prigionia eterna, grazie ad una serie di fortunate
circostanze e all’animo gentile e determinato innanzitutto di colei che l’ha
salvato, ha subito una rivoluzione, simile a quella copernicana.
Io sento una cosa, che dal mio piccolo mondo si proietta al grande mondo, anche
se nessuno lo sa.
Questa esperienza ha interrotto la serie
di oscure vibrazioni negative che dall’entità di questa bestiola, in realtà
microscopica rispetto all’ecosistema globale, si riversavano nell’infinito
calderone delle vibrazioni promananti da ogni essere vivente, ed ha aperto una
nuova linea di vibrazioni positive. Il che di questi tempi è cosa anch’essa
rivoluzionaria. Noi umani in relazione
con Coniglio le percepiamo chiaramente, siamo coinvolti nella palese sua
immensa felicità. Quando Alessandra, a proposito delle prime uscite nel mondo
di Coniglio, disse “ Penserà di essere morto e di essere in paradiso”,
probabilmente aveva ragione. E noi facciamo parte del paradiso di Coniglio,
quindi beneficiamo della sua vibrante emozione e ne traiamo gioia, tenerezza,
benessere psicologico.