Dalle 10, nell'area pedonale davanti al teatro Verdi, si può firmare per la proposta di legge Figli Costituenti: due piccole ma decisive modifiche agli articoli 2 e 9 della Costituzione italiana, a tutela delle generazioni future, per uno sviluppo che non devasti l'ecosistema e per una più diretta garanzia dell'ambiente.
di Martina Luciani
Il titolo di questa proposta di legge ( per avviare il procedimento servono 50 mila firme) è bastato da solo per convincermi ( e farmi superare qualche resistenza nei confronti di alcuni dei promotori, che grazie a questa iniziativa ai miei occhi si emendano di alcune irritanti incoerenze del passato): stabilisce infatti lo stretto rapporto tra il significato e gli scopi che i Padri costituenti hanno infuso nella Carta e le istanze rappresentate dalla richiesta di modifica.
In verità non occorre essere giovani per condividere.
L'art. 2 Costituzione afferma: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Figli Costituenti chiede sia integrato con: anche nei confronti delle generazioni future. Promuove le condizioni per uno sviluppo sostenibile.
L'art.9 della Costituzione afferma: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Figli Costituenti chiede sia integrato con: Riconosce e garantisce la tutela dell’ambiente come diritto fondamentale.
A questo link una sintesi per comprendere meglio la portata della modifica: https://figlicostituenti.eu/la-proposta/.
Dove si spiegano, tra l'altro, le conseguenze pratiche delle modifiche richieste ( le future leggi emanate dal Parlamento non potranno essere in contrasto con le modifiche inserite in Costituzione) e si chiarisce come la generica espressione "sviluppo sostenibile" ( usata mille e mille volte a sproposito) sia il grimaldello con cui scardinare il disastroso attuale sistema di governo, adempiendo ai dictat dell'Agenda 2030 ( per la maggior parte di politici e amministratori italiani ancora misterioso strumento: personalmente obbligherei a recitarla prima di confermare le elezioni politiche e le assunzioni nella pubblica amministrazione).
Consiglio la lettura dell'articolo di Emanuele Pinelli, portavoce di Figli Costituenti, intitolato Ecco perchè non vogliamo il benessere di prima. Condivido in particolare " ...per decenni il nord-ovest del mondo si era procurato il suo benessere attraverso un modello di sviluppo insostenibile, basato su due tacite premesse: primo, che la natura potesse essere sfruttata senza limiti e senza scrupoli; secondo, che gli altri popoli del mondo se ne restassero in uno stato di minorità, a morire di fame lontani dai nostri occhi con un pugno di riso al giorno.
Diciamoci anche che l’Italia, rispetto agli altri paesi industrializzati, ha seguito quel modello di sviluppo con parecchia goffaggine. È riuscita nel capolavoro di allineare un enorme debito pubblico, una tassazione schiacciante, un’evasione fiscale spaventosa (quest’anno è pari al PIL dell’Ungheria), un sistema di imprese a basso valore aggiunto e bassa produttività, salari bassi e una popolazione anziana.
Una miscela bevendo la quale era difficile non intossicarsi. Gli altri paesi industrializzati hanno al massimo un paio di questi difetti, mentre l’Italia li ha collezionati tutti. Il benessere dell’età d’oro, perciò, veniva pagato da tre soggetti: le persone lontane nello spazio, le persone lontane nel tempo, e l’ecosistema che ci accoglie tutti."
Pinelli riprende un aut aut che non riesce pienamente ad entrare nella testa della gente ( distratta da infinite nefandezze delle cronache italiche contemporanee): l'Italia è a un bivio, o cambia sistema o muore. La terza via "millantata dai leghisti, ossia tornare indietro e restaurare il benessere di prima, in realtà non esiste: sceglierla equivale a rimanere in agonia, distraendoci con la caccia al negro e con le foto dei panini."