Con malizia manifesta e cercando di riderci sopra, vi racconto una storia. Non c'è azione, non c'è suspance, non c'è lieto fine. E' una replica di tante altre storie simili, di sottomissione della ragione alla ragion di stato. Si intitola: Io, consigliere comunale di maggioranza durante la faticosissima seduta del 20 settembre 2017.
di Martina LucianiE' notte fonda. Da ore siamo qua, si resiste solo perchè un po' di brio è assicurato dall'outsider della compagine consiliare e dalle sue battute. Tocca affrontare, oltre la mezzanotte, la discussione sulla mozione presentata dal consigliere Picco su istanza del comitato NobiomasseGO. Quel testo dimostra chiaramente che ci sono cose da sapere su questa vicenda che ancora non sappiamo, ma chiede qualcosa che il sindaco e la giunta hanno già deciso non vogliono fare, non capisco la vera ragione, contro istanze di così vasta portata non è mai bene opporsi a muso duro, fatto sta che mi tocca tenere bordone.
Ligio al dovere cincischio tra brani di storia vissuta e paragrafi dell'etica politica tratti dalla Settimana Enigmistica, salgo sugli specchi, scendo in una valle di lacrimevoli contrizioni, enumero la prole e il parentado, mi emoziono sul valore civico e sociale del mio mandato di consigliere comunale, non ho mai letto attentamente le parole con cui sono espressi i precetti normativi, però mi ispiro, nel corso delle mie esibizioni retoriche, all'afflato di legalità che da essi promana.