venerdì 29 ottobre 2021

I vertici della Nazione e la disintegrazione di etica e integrità della pubblica amministrazione: il caso Coscioni.

 
Nella proba Italietta, ai tempi del Covid e del PNNR: una condanna in appello, un processo in corso e una inchiesta in capo al presidente dell’Agenzia che farà da tramite per la gestione di 7 miliardi in interventi di rilancio della sanità territoriale.

di Martina Luciani

1_Una sentenza della Corte d’Appello di Napoli che il 22 settembre ha condannatoEnrico Coscioni, dott. e prof., presidente di Agenas -  Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a due anni di reclusione per violenza privata tentata e continuata, aggravata dall'abuso di potere. Dal decreto di ripartizione dei fondi PNRR alle Amministrazioni sappiamo che Agenas è identificato come il tramite del Ministero della Salute per l’attuazione di interventi per il rilancio della sanità territoriale per un valore di 7 miliardi di euro. 

2_Un processo in corso in cui Coscioni è imputato di omicidio per colpa medica per la morte di una ragazza operata al cuore all’ospedale Raggi di Salerno. 
 
3_Il coinvolgimento di Coscioni nell’ indagine nell'ambito del filone dell'inchiesta sugli appalti Covid che riguarda Ebris, Istituto europeo di ricerche biomediche di Salerno che ha, o aveva, appunto Coscioni nel cda: Coscioni è uno dei quindici indagati per i quali la Procura ha chiesto la proroga delle indagini preliminari avviate lo scorso aprile. 
 

Niente male, vero per un personaggio con incarichi pubblici rilevanti.
Ma nell’ Italietta  proba, cristallina e  grazie al Covid 19  affetta da una dilagante pandemia di etica sociale, tutti zitti zitti.
Poi qualcuno in Parlamento chiede le dimissioni di Enrico Coscioni dalla presidenza di Agenas .  Il Ministero della Sanità risponde per mezzo del Sottosegretario  Andrea Costa.  Risposta:  il dott. prof.  in questione ha informato il Ministero, eccerto, della condanna della Corte d’appello di Napoli,  anzi Coscioni stesso “ ha precisato che la stessa attiene ai delitti contro la persona. Tale fattispecie delittuosa non può comportare ipotesi di inconferibilità, incompatibilità o decadenza da incarichi amministrativi".

 Adesso spiego meglio la storia, emblematica del livello dell’etica personale e professionale delle dirigenze istituzionali e dell’impossibilità a che la produzione normativa a copra tutte le sostanziali ipotesi di illegittimità contro cui reagire. Perchè le illegittimità in Italia si riproducono meglio e più velocemente di un virus, difficile stargli dietro, soprattutto con il Parlamento che ci ritroviamo, prono all'esecutivo.
Nel senso  che, in un altro Paese fornito di civiltà giuridica, una persona in questi rapporti con la magistratura sparisce dalla scena pubblica senza bisogno che ci sia una norma ad imporglielo.
Invece ci ritroviamo che un Ministero dello Stato risponde ad una scottante interrogazione relata refero, cioè riportando fatti e norme riferiti proprio da colui di cui si contesta la posizione di vertice di un ente pubblico, tra l’altro per una condanna altamente disonorevole ( la violenza privata e l'abuso di potere riguardano secondo i giudici d'Appello le pressioni esercitate su manager della sanità campana affinchè si dimettessero e lasciassero il posto a persone “vicine” a De Luca).
Ma come si fa, in Parlamento, a dire che il dott. prof. condannato in Appello rivendica  di essere al riparo, per la natura del reato, dagli effetti delle norme che prevengono e reprimono corruzione, illegalità, infiltrazioni mafiose e criminali e opacità nella pubblica amministrazione. E per l’ANAC ( delibera n. 447 del 17 aprile 2019) sono norme che si applicano anche per il delitto tentato, non solo per quello consumato.

AGENAS è l' organo tecnico-scientifico del SSN che svolge attività di ricerca e supporto nei confronti del Ministro della Salute, delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano,  punto di raccordo tra il livello centrale, regionale e aziendale, assicura il proprio supporto tecnico-operativo alle Regioni e alle singole aziende sanitarie in ambito organizzativo, gestionale, economico, finanziario e contabile, in tema di efficacia degli interventi sanitari, nonché di qualità, sicurezza e umanizzazione delle cure. Di Agenas avevo già scritto mesi fa, qui.
Enrico Coscioni , primario di cardiochirurgia e super consigliere per la sanità  del presidente della Regione Campania  De Luca,  è anche componente della cabina di regia per «Adozione dei criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario di cui all'allegato 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020»; presso la regione Campania, è componente della Task Force per la realizzazione di misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19; direttore della struttura complessa «Cardiochirurgia» dell'A.o.u. San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona di Salerno.
 

Il deputato che ha chiesto chiarimenti in Commissione affari sociali, il 13 ottobre ( mentre imperversa la protesta nei porti e nelle piazze e, almeno per mera opportunità, ci si aspetterebbe un certo qual rigore nell’atteggiamento dello Stato/Ministero della Sanità anche all’interno del proprio palazzo, e non solo fuori) è Nicola Provenza ( M5S). Che già aveva dichiarato pubblicamente: “La condanna in appello di Enrico Coscioni che peraltro ricopre l’incarico di Presidente dell’Agenas, per violenza privata tentata e continuata aggravata dall’abuso di potere, svela drammaticamente una modalità di gestione del potere da parte di un sistema ben consolidato, che appare ancora più odioso poiché perpetrato in campo sanitario, e che già in passato era apparso teso ad occupare ogni postazione secondo modalità marcatamente clientelari, in totale spregio di ogni professionalità e competenza. Tenendo distante il piano giudiziario, esprimiamo un severo giudizio sul piano politico-gestionale, alla luce del quale siamo convinti della opportunità di dimissioni immediate da parte del Presidente Coscioni, a tutela dell’istituzione che rappresenta”.

E ancora, in aggiunta, sempre Provenza, chiedendo l'intervento di Speranza: " I contorni di questa vicenda gettano ombre pesantissime sulla gestione che farà Agenas dei 7 miliardi e si pongono in antitesi rispetto alle sacrosante ragioni che impongono che ai più alti vertici delle amministrazioni dello Stato e delle Regioni vi siano persone in grado di garantire la massima onorabilità, trasparenza e tutela dell'immagine dell'amministrazione. La natura dei reati contestati a Coscioni stride fortemente con il fatto che il prsidente dell'Agenas possa mantenere tale ruolo, al di là di quelli che continua, a quanto sembra a ricoprire contemporaneamente."

Nella risposta  fornita dal Sottosegretario Andrea Costa si  precisa, a conferma delle informazioni cortesemente fornite dallo stesso Coscioni, che il divieto di assunzione di  incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali nei confronti di coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, riguarda i reati commessi da pubblici ufficiali, o da altri soggetti, contro la pubblica amministrazione, quali, ad esempio, il peculato, la concussione e la corruzione. E che Coscioni ha annunciato farà ricorso in Corte di Cassazione.
Fine.
Quindi, visto che non sono state presentate spontaneamente le dimissioni, nemmeno le si chiedono, perlomeno nelle segrete stanze? Giusto per  recuperare dignità e decenza?
Però, rassicura il Sottosegretario,  il Ministero della Salute chiederà ad Agenas di fornire ogni informazione utile, anche per valutare eventuali conseguenze collegabili alla pronunzia giurisdizionale in questione.
Quali?
Mah, lo chiederanno a Coscioni.