Ma difatto si tratta di una legge ed un regolamento inutili
di Marilisa Bombi
Ebbene sì, anche il
Friuli Venezia Giulia non vuole essere da meno e, quindi, mentre a Roma si inneggia
alla semplificazione ed alla liberalizzazione delle attività economiche, a
Trieste si medita come complicare la vita agli imprenditori seguendo le orme di
coloro i quali hanno già tracciato la strada. Insomma copiare non fa mai male
anche se, forse, consiglieri e burocrati dovrebbero dedicare un paio d’ore alla
lettura e scoprire che, Buono Leoni docet, più leggi ci sono meno un uomo è
libero. Ma che importa, se i consiglieri regionali si fanno vanto del numero di
disegni di legge proposti e sono convinti di dimostrare in tal modo la loro
bravura ed efficienza? Sta di fatto che sul BUR n. 17 del 23 aprile è stato
pubblicato il regolamento regionale per l’attuazione della legge 7/2012 che disciplina
le attività di tatuaggio, di piercing e delle pratiche correlate. A prescindere
dal consenso formale dei genitori per i minori (che avrebbe dovuto richiedersi
a prescindere dalla legge o dal regolamento) sono stati stabiliti i requisiti
strutturali che i locali devono possedere e che andranno a sommarsi a quelli
previsti dai comuni. Obbligo, inoltre, di servizi igienici per maschi e femmine
ecc. Nulla di più, comunque, di quanto già prevede il testo unico sulla salute
e sicurezza sul lavoro D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, anche in relazione al fatto
che il Ministero della salute, una vita fa, aveva già diramato le linee guida
per questo specifico settore di attività ed un accordo raggiunto in sede di
Conferenza unificata prevede che la contestazione di una violazione di legge
deve essere preceduta da una diffida nei confronti dell’operatore per dar tempo
allo stesso di adeguarsi alle prescrizioni imposte.
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