Non è sempre il 21 dicembre, la data del solstizio d'inverno, in realtà l'Italia sarà interessata dal fenomeno astronomico nel cuore della notte del 22 dicembre.
di Martina Luciani
E' il momento in cui l'emisfero boreale riceve il minor irraggiamento solare, data che segna l'inizio dell'inverno astronomico, con il sole che raggiunto il massimo della declinazione negativa inverte il suo moto apparente e comincia ad innalzarsi nuovamente lungo l'eclittica.
La pianta del solstizio è il vischio, che Virgilio nell'Eneide chiama "ramo d'oro", quello che Enea deve cogliere per poter scendere a rivedere il padre Anchise nel Tartaro.
Non è certamente dorato, il vischio, anche se a Natale capita di vederlo messo in vendita spruzzato di vernice dorata.
Ma ci dice James Frazer ne " Il ramo d'oro" qualche mese dopo essere stato tagliato il vischio assume proprio un bel colore dorato, foglie e fusto. E questa sua caratteristica ben giustificherebbe l'associazione con il solstizio d'inverno, momento in cui il fuoco solare è indebolito nella volta celeste ed è opportuno rinvigorirne lo splendore attraverso opportuni echi e simboli. Curiosamente, nelle antiche tradizioni una verga di vischio ( ma raccolto in concomitanza con l'altra grande celebrazione del potere solare, il solstizio d'estate) veniva usata per cercare l'oro.
I Celti lo consideravano pianta misteriosissima ( pensavano che poiché rimane verde sull'albero che ha perso le foglie ne custodisse la vitalità, l'anima stessa) con virtù magiche e terapeutiche. Perché esprima al meglio le sue potenzialità bisogna fare come i Druidi, raccoglierlo nella notte magica dopo il solstizio d'inverno, la sesta per la precisione. Notti degli dei, in cui si spalancano porte altrimenti chiuse.
Alfredo Cattabiani. Lunario
James Frazer. Il Ramo d'Oro.
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