Cosa avrebbe dovuto e deve fare la Prefettura di Gorizia, che condivide la responsabilità di questa orrenda guerra ideologica e fratricida che ammorba il clima della città. Ora si provveda a chiudere il campo Francesco provvedendo alla sistemazione idonea dei rifugiati.
La Protezione Civile ha fatto esattamente quello che doveva fare: la questione tendopoli sull'Isonzo è una sua competenza istituzionale, non certo le feste in piazza !
di Martina Luciani con la foto di Pierluigi Bumbaca
Direzione centrale dei servizi civili per l'immigrazione e
l'asilo fa parte del Ministero dell’Interno. Ha due competenze fondamentali: l'accoglienza
e l'assistenza degli immigrati irregolari, ai quali è necessario fornire il
primo soccorso. Gli stessi vengono ospitati in centri di accoglienza, attivati
e gestiti dalla Direzione Centrale per il tramite delle Prefetture
territorialmente competenti, per evitare la loro dispersione sul territorio e
per consentire alle autorità competenti la verifica della loro posizione
giuridica.
Inoltre la Direzione ha la responsabilità di tutte le attività connesse all'assistenza e all'accoglienza dei richiedenti asilo e di coloro che hanno già ottenuto la protezione internazionale. Il contesto normativo è nazionale e internazionale, in particolare il cosiddetto regolamento di Dublino. Il direttore è il prefetto Rosetta Scotto Lavina, collega del prefetto di Gorizia.
Quindi, invece di sbranarci penosamente l’un con l’altro sulla questione umanitaria, accertiamoci se i vari soggetti pubblici interagiscono tra loro nel senso indicato dalle norme: ovvero Palazzo del Governo, piazza Vittoria. Che l’accampamento sull’Isonzo ci fosse, certamente era da mesi, forse un anno, un dato a conoscenza della Prefettura. Non applicare le norme relative all’accoglienza e assistenza è una omissione di cui in un Paese di diritto si risponde. Se fossero state predisposte le strutture necessarie, la umiliante guerra ideologica e fratricida, il cuirumoreggiare evidentemente non oltrepassa le finestre chiuse del Palazzo di piazza Vittoria e non va a preoccupare alcuno, non sarebbe esplosa. La tendopoli Campo Francesco è una risposta emergenziale della politica e della società civile. Va chiusa quanto prima. Invece pare che, a fronte di 20 persone che sono state sistemate altrove, altrettante siano state indirizzate alla struttura.
Infine, le accuse relative all’uso improprio della Protezione Civile avrebbero dovuto saltar fuori a fronte di utilizzo di questa istituzione per le varie, feste, manifestazioni goderecce, maratone e quant’altro: in questa circostanza la protezione Civile ha agito esattamente nell’ambito delle sue competenze istituzionali.
Inoltre la Direzione ha la responsabilità di tutte le attività connesse all'assistenza e all'accoglienza dei richiedenti asilo e di coloro che hanno già ottenuto la protezione internazionale. Il contesto normativo è nazionale e internazionale, in particolare il cosiddetto regolamento di Dublino. Il direttore è il prefetto Rosetta Scotto Lavina, collega del prefetto di Gorizia.
Quindi, invece di sbranarci penosamente l’un con l’altro sulla questione umanitaria, accertiamoci se i vari soggetti pubblici interagiscono tra loro nel senso indicato dalle norme: ovvero Palazzo del Governo, piazza Vittoria. Che l’accampamento sull’Isonzo ci fosse, certamente era da mesi, forse un anno, un dato a conoscenza della Prefettura. Non applicare le norme relative all’accoglienza e assistenza è una omissione di cui in un Paese di diritto si risponde. Se fossero state predisposte le strutture necessarie, la umiliante guerra ideologica e fratricida, il cuirumoreggiare evidentemente non oltrepassa le finestre chiuse del Palazzo di piazza Vittoria e non va a preoccupare alcuno, non sarebbe esplosa. La tendopoli Campo Francesco è una risposta emergenziale della politica e della società civile. Va chiusa quanto prima. Invece pare che, a fronte di 20 persone che sono state sistemate altrove, altrettante siano state indirizzate alla struttura.
Infine, le accuse relative all’uso improprio della Protezione Civile avrebbero dovuto saltar fuori a fronte di utilizzo di questa istituzione per le varie, feste, manifestazioni goderecce, maratone e quant’altro: in questa circostanza la protezione Civile ha agito esattamente nell’ambito delle sue competenze istituzionali.
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