Attorno alle comunità di richiedenti asilo si concentrano facilmente, e di fatto senza prevenzione o tutela, attenzioni sessuali di vario genere, si perpetrano abusi , si diffonde e si sfrutta la prostituzione.
di Martina Luciani
Come non comprendere se l'assessore Ilaria Cecot (SEL) e il segretario dell'Associazione radicale Trasparenza è Partecipazione Michele Migliori hanno ritenuto di uscire sulla stampa con la notizia della denuncia per sospetto abuso sessuale ai danni di un ragazzo richiedente asilo, indotto a prostituirsi da un non meglio identificato anziano?
Forse non era il momento più opportuno, ma si tratta di ragioni che tutti noi condividiamo e che ci avrebbero spinti a fare altrettanto: rendere noti ai Carabinieri una serie di sospetti e testimonianze relative ad una presunta terribile esperienza subita da un giovanissimo dell'accampamento " in the jungle".
Ma qualcosa nel meccanismo non ha funzionato.
Innanzitutto perché la notizia è stata titolata nella maniera più scorretta possibile, usando cioè l'indicativo, che è il tempo della realtà e della certezza.
Scrivere "Abuso sessuale su un profugo pakistano minorenne" , con l'ulteriore "Anziano abusa ..." letto sulla versione on line della notizia, rappresenta una illegittima alterazione della realtà dei fatti. Un adattamento improprio il cui fine esula dagli scopi del giornalismo di denuncia.
Perché nessun abuso è stato accertato, nessun anziano è stato identificato e indagato.
Solo nel testo dell'articolo si recupera l'uso del buon vecchio condizionale, del tutto opportuno visto che il minorenne in questione non sembra abbia in prima persona ancora raccontato l'accaduto agli inquirenti, e siamo invece in presenza di testimonianze raccolte da altri richiedenti asilo. Ulteriore finezza tecnica per sostenere il brivido del gossip è l'etichettare la dichiarazione dell'assessore Cecot come " rivelazione - choc": una rivelazione? C'era un segreto che è stato svelato? Siamo introdotti in ambiti altrimenti esclusi se non ci fosse l'assessore che ci illumina? Ma per favore! Cecot e Migliori hanno fornito una serie di informazioni ai Carabinieri che hanno avviato le indagini.
Fatto sta che il format narrativo prescelto non ha nemmeno colto tutta l'ampiezza dell'argomento.
Infatti, il contesto della notizia fornita da Cecot e Migliori era ben diverso e, se possibile, più angoscioso rispetto quello rappresentato ai lettori dell'articolo in questione: e cioè che attorno al campo sul fiume c'erano numerose frequentazioni sospette, da parte di uomini in cerca di facili avventure. Maschili visto che non c'erano donne nel gruppo sull'Isonzo.
E' noto che attorno al disagio e alla pena dei migranti si concentrino questo tipo di attenzioni , ma non è argomento di cui si parla e si scrive volentieri, né il fenomeno è in qualche modo apertamente contrastato. Ad esempio, si sa per certo che ci sono donne richiedenti asilo, ospitate al Cara, che vengono prelevate da Gradisca, portate a prostituirsi altrove, e riportate indietro la sera. Quindi il non occuparsi della sorte di queste persone significa anche esporle a meccanismi criminali di abuso e sfruttamento. Ed è incredibile che si sia permesso che un minorenne restasse nel fango del Promontorio della vergogna, invece di mandarlo subito al sicuro, volente o nolente, nell'apposita struttura di accoglienza al Civiform di Cividale. Dove peraltro adesso di trova.
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