Nel proliferare di
iniziative che collegano il benessere interiore e fisico a pratiche meditative con il supporto di strumenti sonori, pubblichiamo un articolo che richiama la
nostra attenzione sull’effettiva qualità
delle proposte in circolazione e propone una particolare esperienza sonora
fondata sull’utilizzo del Tam Tam Ho e Bali gong. Quelli veri.
di Marco Vittori
Molto spesso mi
giungono gli echi strampalati e “neuegisti” (New Age) di esperienze, a cui
anch'io, per capire di cosa si trattasse, ho voluto essere
partecipe, come ricevitore e ascoltatore, almeno una volta. Mi sono trovato
davanti a persone che, investite tramite un corso di uno, forse due,
fine settimana , proponevano dei “lavacri” sonori con strumenti che dovevano essere
armonici nell'intento di chi li aveva acquistati e li proponeva nell'uso
terapeutico-spirituale.
In realtà nel sonno che mi prese, e che prese la maggior parte delle persone vicine a me, si perse rapidamente il rumore di lamiere ondulate. Ma il risveglio avvenne con davanti il sorriso beota di un essere umano vestito di bianco che, soddisfatto di aver “lavato” nelle nostre anime dai nostri peccati, era convinto alcuni di noi avessero sperimentato il divino.
A questi suonatori, che sicuramente si credono sciamani (aggiungerei del venerdì sera), mi permetto di suggerire un viaggio nella Natura dell'Amazzonia, presso dei “veri” sciamani , che spesso mantengono astinenze di varia natura per anni, prima di di condurre Cerimonie in cui cantano e seguono persone venute a ricevere aiuto o a chiedere semplicemente di poter “entrare” dentro se stessi.
Fatta questa premessa, mi permetto di dire che è possibile giungere ad un altro approccio con il Suono tramite strumenti, non assemblati da qualche ditta nordamericana per l'ennesimo business, ma usciti dalla abile e sapiente mano di qualche artigiano, forse ormai tra gli ultimi, che conosce il suo mestiere per esperienza tramandata da secoli, se non millenni. Ecco che per rispetto del loro lavoro chiamerò i miei alleati con il nome con cui il mio amico Bardo chiama questi strumenti: Tam Tam Ho e Bali gong.
Tam Tam Ho, chiamato Ocean gong da qualche buontempone occidentale, vengono costruiti in villaggi della Cina tradizionale sfuggiti a quel dramma umano e culturale che si chiamò Rivoluzione Culturale promossa da Mao Tze Dong nella metà del secolo scorso. Tali strumenti vengono creati attraverso un lungo lavoro di battitura del bronzo da parte di molti artigiani contemporaneamente. Ne risulta che gnuno di questi strumenti esprima un suono, meglio, una “voce del suono” completamente diverso l'uno dall'altro tale che l'espressione sonora stessa di questo o di un altro diviene una specie di propria “carta d'identità” dello strumento stesso.
Il suono di Tam Tam Ho risulta più alto o più basso ma sempre lungo e profondo con sfumature che il suonatore tramite una o più mazze estrae come uno scultore.
Le ondate di suono, mai uguali, divengono una marea di trilli, di cascate che spesso portano a dimenticarsi che provengano da un corpo metallico.
Il Bali gong, come dice il nome proviene dall'isola di Bali. Oggi, si è persa la tradizione della fabbricazioni di questi “cembali” di bronzo che a dispetto della mole e della profondità del suono molto vicino al tuono o al muggito di un terremoto, vengono suonati dalle donne.
Strumenti sacri nati per le cerimonie sia il primo che il secondo li propongo in un ascolto attivo, cioè vigile ed in movimento negli ambienti in cui vengono ad essere suonati.
Questa scelta avviene per due motivi:
1) visto che tutte le discipline serie propongono cammini di coscienza, credo che se si possa avere un incontro con la propria parte spirituale osservando ciò che avviene dall'interazione con il suono di questi strumenti in una condizione di veglia conservando una posizione con la colonna verticale da esseri umani e non orizzontale come gli animali;
2) poter scegliere in qualsiasi momento di cambiare la propria posizione nel luogo ove si propaghino i suoni o se, si ritenga di esserne “sazi”, poter uscire per sperimentare cosa accada passando da una condizione di immersione sonora ad una di silenzio o anche di “immersione” nei suoni e nei rumori dell'ambiente esterno al luogo di esperienza sonora.
Per coloro che ne sono a conoscenza è possibile sperimentare l'ascolto nella condizione di coscienza simile a quella dello Yoga Nidra, ovvero sperimentare le sensazioni del suono sul corpo mantenendo contemporaneamente l'ascolto cosciente.
In realtà nel sonno che mi prese, e che prese la maggior parte delle persone vicine a me, si perse rapidamente il rumore di lamiere ondulate. Ma il risveglio avvenne con davanti il sorriso beota di un essere umano vestito di bianco che, soddisfatto di aver “lavato” nelle nostre anime dai nostri peccati, era convinto alcuni di noi avessero sperimentato il divino.
A questi suonatori, che sicuramente si credono sciamani (aggiungerei del venerdì sera), mi permetto di suggerire un viaggio nella Natura dell'Amazzonia, presso dei “veri” sciamani , che spesso mantengono astinenze di varia natura per anni, prima di di condurre Cerimonie in cui cantano e seguono persone venute a ricevere aiuto o a chiedere semplicemente di poter “entrare” dentro se stessi.
Fatta questa premessa, mi permetto di dire che è possibile giungere ad un altro approccio con il Suono tramite strumenti, non assemblati da qualche ditta nordamericana per l'ennesimo business, ma usciti dalla abile e sapiente mano di qualche artigiano, forse ormai tra gli ultimi, che conosce il suo mestiere per esperienza tramandata da secoli, se non millenni. Ecco che per rispetto del loro lavoro chiamerò i miei alleati con il nome con cui il mio amico Bardo chiama questi strumenti: Tam Tam Ho e Bali gong.
Tam Tam Ho, chiamato Ocean gong da qualche buontempone occidentale, vengono costruiti in villaggi della Cina tradizionale sfuggiti a quel dramma umano e culturale che si chiamò Rivoluzione Culturale promossa da Mao Tze Dong nella metà del secolo scorso. Tali strumenti vengono creati attraverso un lungo lavoro di battitura del bronzo da parte di molti artigiani contemporaneamente. Ne risulta che gnuno di questi strumenti esprima un suono, meglio, una “voce del suono” completamente diverso l'uno dall'altro tale che l'espressione sonora stessa di questo o di un altro diviene una specie di propria “carta d'identità” dello strumento stesso.
Il suono di Tam Tam Ho risulta più alto o più basso ma sempre lungo e profondo con sfumature che il suonatore tramite una o più mazze estrae come uno scultore.
Le ondate di suono, mai uguali, divengono una marea di trilli, di cascate che spesso portano a dimenticarsi che provengano da un corpo metallico.
Il Bali gong, come dice il nome proviene dall'isola di Bali. Oggi, si è persa la tradizione della fabbricazioni di questi “cembali” di bronzo che a dispetto della mole e della profondità del suono molto vicino al tuono o al muggito di un terremoto, vengono suonati dalle donne.
Strumenti sacri nati per le cerimonie sia il primo che il secondo li propongo in un ascolto attivo, cioè vigile ed in movimento negli ambienti in cui vengono ad essere suonati.
Questa scelta avviene per due motivi:
1) visto che tutte le discipline serie propongono cammini di coscienza, credo che se si possa avere un incontro con la propria parte spirituale osservando ciò che avviene dall'interazione con il suono di questi strumenti in una condizione di veglia conservando una posizione con la colonna verticale da esseri umani e non orizzontale come gli animali;
2) poter scegliere in qualsiasi momento di cambiare la propria posizione nel luogo ove si propaghino i suoni o se, si ritenga di esserne “sazi”, poter uscire per sperimentare cosa accada passando da una condizione di immersione sonora ad una di silenzio o anche di “immersione” nei suoni e nei rumori dell'ambiente esterno al luogo di esperienza sonora.
Per coloro che ne sono a conoscenza è possibile sperimentare l'ascolto nella condizione di coscienza simile a quella dello Yoga Nidra, ovvero sperimentare le sensazioni del suono sul corpo mantenendo contemporaneamente l'ascolto cosciente.
“L'Anima, prima di darsi al corpo, ascoltava le divine
armonie; di conseguenza, dopo che è calata in un corpo, ogni volta che sente le
musiche che mantengono una traccia dell'Armonia divina, le riconosce ed esse le
fanno ricordare quell'armonia ed essa la persegue e ne fa parte a quelli che
possono parteciparne.” Giamblico nei
“Misteri dell’Egitto”
Marco Vittori, gradiscano residente a Verona, è laureato in scienze geologiche, naturopata,
spagyrista. E' insegnante di canto armonico e si occupa di massaggio sonoro.
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