Alcune riflessioni sul ruolo degli elettori europei
di Marilisa Bombi
E’ iniziato il countdown per
il rinnovo del Parlamento europeo. Si tratta tuttavia di elezioni che molto spesso vengono percepite sottotono perchè contestuali alle
amministrative. Oppure, e peggio ancora, sono considerate dai più come luogo dove il
vecchio politico intende concludere, indisturbato da un improbabile controllo degli elettori, la propria carriera.. Infatti, non esistono più,
ahimè, personaggi, interessati a passare alla storia, che decidono di ritirarsi
a vita privata, alla scadenza del mandato elettivo, come fece il sempre citato
Cincinnato. Ciò in quanto nessuno è disposto a rinunciare ai privilegi della
Casta. Senza parlare poi del palcoscenico politico, molto ambito da nani e ballerine
che vi aspirano, senza tenere conto che in questo modo non fanno altro che
aumentare il discredito, già elevato nei confronti dell’Italia. Tocca a noi elettori aggiustare e correggere: il
prossimo 25 maggio, cerchiamo di dare la preferenza a persone competenti
che abbiano almeno un minimo di conoscenza su ciò che fa e che cos’è l’Unione
europea. Ciò in quanto nessuno ne parla e, se lo fa, magari fa pure danni: vedi la televisiva Gabbia di ieri e l’intervento
del giornalista economico Barnard, il quale dell’attività dell’Unione europea
ha fornito una rappresentazione superficiale e, per certi versi, qualunquista.
Ed è a questo proposito,
quindi, che forse vale la pena di ricordare che il seme dell’Unione europea è
stato gettato con l’istituzione della Comunità europea del carbone e
dell'acciaio (CECA), creata nel 1951 su iniziativa dei politici francesi, con
lo scopo di mettere in comune le produzioni di queste due materie prime in
un'Europa che, inizialmente, vedeva la partecipazione di sei paesi: Belgio,
Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. La scelta del
settore carbo-siderurgico era giustificata da molti fattori: innanzitutto la
posizione dei principali giacimenti delle risorse, situati in una zona di
confine piuttosto ampia tra Francia e Germania, (bacino della Ruhr, Alsazia e
Lorena) zona tra l'altro oggetto di numerosi e sanguinosi conflitti in passato
e di lunga contesa. Inoltre, ma non secondariamente, l'oggetto dell'accordo riguardava una risorsa fondamentale
per la produzione di armamenti e materiale bellico, e quindi impediva un riarmo
segreto alle nazioni coinvolte.
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