Mentre nelle retrovie della cittadinanza attiva si dibatte e si reagisce alla proposta di legge regionale
sul servizio idrico integrato, in collegamento con il dissenso che si manifesta
in tutto il FVG, arriva sul problema una
tardiva presa d’atto dal consiglio comunale: il consigliere Gentile lancia un
sasso/mozione che, a parte un passaggio
nelle cronache locali, servirà a nulla perché nulla di decisivo contiene,
nemmeno un segnale utile a far
riflettere su dove stiamo precipitando
in materia di beni comuni e partecipazione democratica al governo del
territorio. Speriamo almeno serva per rendere edotti sul tema i colleghi in
consiglio.
di Martina Luciani
La mozione del consigliere Fabio Gentile, relativamente alla proposta di legge regionale sul servizio idrico integrato, esprime, ancora una volta, l’incapacità di cogliere gli aspetti realmente politici delle questioni. Non intendiamo il senso politico, che a quel livello la nostra convinzione dell’indisponibilità della politica sui beni comuni (nello specifico tradotta dai cittadini nella Campagna H2GO) e la relativa visione socio-economica, sono geneticamente estranee al consigliere comunale proponente.
Ma semplicemente il risvolto politico di una situazione nella quale la vera sollecitazione, la vera aspettativa è la seguente: il PD, di Gorizia e provinciale, che all’interno del CATO ha pure un presidente, prende posizione sui contenuti della proposta di legge regionale sul servizio idrico integrato? Ne condivide i contenuti? E se li condivide, perché? Se non li condivide, perché tace?
La proposta della maggioranza regionale di centro sinistra non va bene, tanto ai Movimenti per l’acqua della regione ai quali la Campagna H2GO aderisce, quanto, evidentemente, al consigliere comunale Gentile e ai consiglieri regionali di minoranza. Ma evidentemente il consigliere ignora quel che scrive la Campagna H2GO, quel che è stato elaborato dai Movimenti regionali per l’acqua, dai sindaci friulani, dal Movimento 5 Stelle.
Cosa ci possa fare il sindaco di Gorizia, chiamato in causa dalla tardiva mozione, che giunge a pochi giorni dalla discussione in consiglio regionale, non riusciamo ad immaginare. Intuiamo però che la mozione evita un faccia a faccia politico cui i cittadini avrebbero volentieri assistito ed allontana gratuitamente il fastidio di una crisi politica all’interno del partito di maggioranza regionale.
Inoltre, entrando nel dettaglio della mozione, tecnicamente non avrà alcuna utilità rivendicare la bontà del cosiddetto “modello Gorizia” di gestione del servizio idrico - locale e pubblico, senza profitti che non siano reinvestiti nel servizio stesso - e chiedere il ritiro della proposta di legge,se poi ci si accontenta,in subordine, di accettare il meccanismo prefigurato dall’Ausir, l’ente unico regionale di gestione del servizio idrico integrato, in cambio della costituzione della sua sede a Gorizia.
Non solo, è del tutto illusorio pretendere che “le sedi tecniche-operative possono essere ubicate in ogni area strategica nel rispetto della sussidiarietà e specialità del territorio” se l’operatività è dal gestore unico.
Né affermare che il Cato di Gorizia è un esempio di adesione partecipata è del tutto convincente: la trasparenza dell’attività è praticamente inesistente, in sostanza ci fidiamo di fronte alla pagina ancora in costruzione della sezione trasparenza del sito del CATO.
Ancor meno pare funzionare, a fronte della prospettata costituzione dell’Autorità unica regionale ai danni della gestione locale del servizio idrico integrato, la richiesta della mozione di un emendamento ( a questo punto un emendamento d’aula, sappiamo già che fine farà) che renda vincolanti i pareri delle assemblee locali: se si costituisce l’Ausir è per rendere meramente consultivi i pareri delle autonomie locali a vantaggio dell’accentramento in capo al gestore, al punto che uno degli emendamenti alla proposta, ovviamente tra quelli approvati, ha soppresso la previsione che sedute dell’Assemblea regionale, composta da un sindaco per ogni UTI, siano pubbliche.
Non una parola, nella mozione che verrà presentata al Consiglio comunale di Gorizia , sul fatto che la proposta di legge 135 ignora cosa sia e a cosa serva la conoscenza degli acquiferi, che non si ponga il problema di avere uno strumento conoscitivo delle acque superficiali e sotterrane né dei fattori di rischio e di inquinamento, che non considera l’estrema differenziazione territoriale e nemmeno l’interazione delle specifiche condizioni delle diverse aree ( l’acquedotto di Trieste ad esempio attinge a falde dell’Isonzo), figurarsi se valuta il vincolo che pesa sul fiume Isonzo a valle del confine con la Slovenia. Mentre, oltretutto, ancora si attende il Piano Regionale di Tutela delle Acque, che deve essere parte integrante della complessiva salvaguardia e pianificazione della risorsa acqua regionale.
2 commenti:
L'analisi è ovviamente e chiaramente di parte. Ci mancherebbe. Ovviamente avrei volentieri "preso lezioni" dalla "maestrina" Luciani, imparando a fare mozioni consiliari. Per farle, dimentica, bisogna farsi eleggere. Cosa nella quale, nonostante ci abbia provato più volte, la maestrina non pare essere abbastanza capace. Peccato. Avrei certamente avuto qualcosa d'altro da imparare e non lo dico ironicamente, visto che sono sempre disposto ad imparare. Ad imparare sopratutto da chi fa amministrazione, non da chi, per predisposizione personale è contraria a tutto. Giusto invece il titolo? Il PD cosa fa? Lo stesso PD per il cui candidato sindaco la maestrina si era candidata, in lista collegata? Vabbè, alle volte capita di cambiare idea...non importa sono errori di "gioventù". Resta il fatto che io, una mozione per discutere di ciò l'ho presentata. Inutile? In un certo senso sì, ma solo perchè i tempi tecnici della regione e del consiglio comunale di Gorizia non possono combaciare. La legge è stata presentata e messa in discussione in consiglio regionale nel giro di venti giorni. Seppur poi posticipata al 30 marzo, il consiglio comunale non può riunirsi per discuterla. Un sasso nello stagno? Beh, a mio giudizio qualche onda la farà. Non farà male a nessuno? Poco importa: io la coscienza a posto ce l'ho, dello stesso non si può dire della maggioranza di centro sinistra ed estrema sinistra che governa la regione a cui il mio voto mai è andato. Può dire lo stesso la "maestrina" Luciani? Non credo proprio...I compagni (non casuale) di viaggio si scelgono bene...anche io alle volte sono rimasto deluso. Poco importa, ora il tempo per parlare (ed opporsi) a questa scelta scellerata, fatta senza nemmeno sentire il territorio (amministratori) o quella "Agenda 21" strumento di democrazia partecipativa inutile creato proprio dai suoi compagni, non c'è più.
Con la coscienza fortunatamente a posto, e dalla possibilità di poter almeno presentare delle mozioni ripartirò con orgoglio e certezza di cercare di fare il bene di tutti i miei cittadini, anche di quelli che non la pensano come me. Un caro saluto, anzi un bel HASTA la VICTORIA SIEMPRE sarò sicuramente a Lei ben gradito,
Preciso all'anonimo che il contenuto del post è frutto del lavoro e delle osservazioni del gruppo che ha creato la Campagna H2GO e che si riunisce ogni settimana, che è stato condiviso senza subire correzioni, e che dopo la pubblicazione viene ulteriormente condiviso con il Forum regionale Movimenti per l'acqua e per i beni comuni.
Non sono maestra, sono laureata a pieni voti in giurisprudenza.
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