martedì 17 marzo 2015

Incontro alla Caritas di Gorizia con Franco Codega, presidente della Commissione regionale per l'immigrazione, e con il consigliere Silvana Cremaschi.

Illustrata ieri ai rappresentanti della Commissione VI regionale la perenne condizione di emergenza e incertezza della prima accoglienza in città.  Nuovi arrivi:  profughi inviati a Gorizia dalla Guardia di Finanza di Tolmezzo


di Martina Luciani

La maggior parte degli immigrati in Italia si trova nelle 1657 strutture temporanee sul territorio.Attualmente ci sono  in Italia 67.128  stranieri, dei quali 37 mila in strutture temporanee ( in Friuli Venezia Giulia ce ne sono ufficialmente 52). Gli altri sono distribuiti tra Cara, Centri di accoglienza e Sprar:  sono i dati di febbraio pubblicati dal Ministero degli interni. I dati ufficiali contano nella nostra Regione per il mese di febbraio una presenza complessiva di 1870 stranieri ( il 3 per cento a livello nazionale), dei quali 254 al Cara di Gradisca d'Isonzo, 323 nelle articolazioni dello Sprar, e 1289 in strutture temporanee. Termine non meglio precisato, ma presumibilmente vengono conteggiati anche i richiedenti asilo che dormono sui pavimenti di palestre e canoniche. O nelle strutture della Caritas, come nel caso di Gorizia, dove l'accoglienza di bassa soglia si attesta ormai stabilmente abbondantemente sopra le 50 presenze, con tendenza a superare molto spesso la settantina, e a valicare tragicamente, visto che le strutture sono sempre le stesse, anche il centinaio di persone prive di convenzione.
La situazione è stata illustrata, mentre i profughi assistiti dal volontariato locale mangiavano nella sala ascolto ed una parte di essi, visto il tempo inclemente , si attrezzava per trascorrere la notte al riparo nella sala stessa,  a Franco Codega ( PD), presidente della Commissione VI che si occupa delle problematiche dell'immigrazione, e al consigliere regionale Silvana Cremaschi (PD), che della Commissione fa parte.

La mancanza di una gestione pubblica della prima accoglienza, l'impossibilità di finanziare attraverso una convenzione il lavoro di supplenza svolto da Caritas, associazionismo e volontariato, le difficoltà di coordinamento con gli stessi enti pubblici ai quali di fatto si risolve l'enorme problema della mancanza di strutture, l'imminenza dei nuovi bandi per ridefinire appalti e convenzioni, l'urgenza di attivare finalmente e concretamente l'accoglienza diffusa sui territori dei Comuni provinciali per alleggerire le presenze al Cara e al Nazareno e consentire a chi è confinato nelle condizioni minime della bassa soglia di accedere ad un trattamento più dignitoso e garantito: su questi punti don Paolo Zuttion e l'assessore provinciale Ilaria Cecot ( organizzatrice della riunione) hanno fornito dati e informazioni, affiancati dalle osservazioni dei volontari che collaborano da mesi a far fronte ad un'emergenza ormai strutturale. L'incontro è da considerarsi propedeutico ad una audizione con la VI Commissione, che Codega intende portare a Gorizia.
Anche ieri sera nuovi arrivi, sotto la pioggia. Sconcerto per i documenti esibiti da cinque immigrati: inviati dalla Guardia di Finanza di Tolmezzo alla Questura di Gorizia. Che senso ha questa nuova iniziativa nelle controverse dinamiche dei flussi di richiedenti asilo? E chi pensa a loro? Chi li sfama, gli consegna almeno delle coperte, gli offre quel che c'è, ovvero un pavimento asciutto dove passare la notte come alternativa al bivacco (vietato) nei parchi, un servizio igienico? Caritas diocesana e l'eterogeneo supporto del volontariato, ovviamente.

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