Tenda per la Pace e i Diritti, l'associazione Cittadinanzattiva ONLUS e la Campagna LasciateCIEntrare hanno presentato alla Prefettura di Gorizia istanza di accesso agli atti inerente la convenzione vigente dal 10 gennaio scorso tra questa e il consorzio Connecting People per la gestione degli spazi dell'ex CIE. Ed hanno richiesto anche una serie di chiarimenti in ordine alla gestione del pocket money, ovvero i 2,5 euro che dovrebbero essere consegnati ai richiedenti asilo e che sono ricompresi nell'importo pagato dalla Prefettura per ognuno, e ad una serie di altre ombre della gestione del CARA di Gradisca d'Isonzo.
di Marilisa Bombi
La richiesta di accesso civico agli atti relativi alla Convenzione in essere tra Prefettura di Gorizia e consorzio Connecting People per l'area dell'ex CIE utilizzata come CARA allargato discende da una semplice constatazione: sul sito della Prefettura, nella casella Amministrazione trasparente, non si trova. In effetti, si legge, la Prefettura di Gorizia pubblica e aggiorna ogni sei mesi, in distinte partizioni della sezione «Amministrazione trasparente», gli elenchi dei provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti. Quindi bisogna andarsela a cercare utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla legge del 2013 sulla trasparenza. Oltre ad essere molto interessati a leggere la convenzione (che non è reperibile neanche sul sito della Connecting People) ci piacerebbe capire bene la faccenda dei pocket money: ultimamente erogati solo sotto forma di pacchetti di sigarette (si, quelli su cui c'è scritto CHI FUMA MUORE) e tessere telefoniche, difficilmente utilizzabili, ad esempio, per acquistare il biglietto del treno e recarsi agli uffici immigrazione a Gorizia. Dai racconti degli ospiti, sappiamo che ogni due o tre settimane vengono consegnati alcuni ( quattro o cinque, dipende) pacchetti da dieci sigarette marca Diana e una tessera telefonica da dieci euro. In realtà i richiedenti asilo in convenzione hanno diritto complessivamente a circa 75 euro al mese, e non si capisce in base a cosa non li ricevano o perchè, ai tempi della chiavetta elettronica, dovessero spenderli all'interno del CARA e non negli esercizi commerciali della cittadina ospitante. Siamo certi che la Prefettura chiarirà questo groviglio che riguarda una cifra complessivamente tutt'altro che irrisoria.
Ecco il testo di istanza di accesso agli atti.
La richiesta di accesso civico agli atti relativi alla Convenzione in essere tra Prefettura di Gorizia e consorzio Connecting People per l'area dell'ex CIE utilizzata come CARA allargato discende da una semplice constatazione: sul sito della Prefettura, nella casella Amministrazione trasparente, non si trova. In effetti, si legge, la Prefettura di Gorizia pubblica e aggiorna ogni sei mesi, in distinte partizioni della sezione «Amministrazione trasparente», gli elenchi dei provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti. Quindi bisogna andarsela a cercare utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla legge del 2013 sulla trasparenza. Oltre ad essere molto interessati a leggere la convenzione (che non è reperibile neanche sul sito della Connecting People) ci piacerebbe capire bene la faccenda dei pocket money: ultimamente erogati solo sotto forma di pacchetti di sigarette (si, quelli su cui c'è scritto CHI FUMA MUORE) e tessere telefoniche, difficilmente utilizzabili, ad esempio, per acquistare il biglietto del treno e recarsi agli uffici immigrazione a Gorizia. Dai racconti degli ospiti, sappiamo che ogni due o tre settimane vengono consegnati alcuni ( quattro o cinque, dipende) pacchetti da dieci sigarette marca Diana e una tessera telefonica da dieci euro. In realtà i richiedenti asilo in convenzione hanno diritto complessivamente a circa 75 euro al mese, e non si capisce in base a cosa non li ricevano o perchè, ai tempi della chiavetta elettronica, dovessero spenderli all'interno del CARA e non negli esercizi commerciali della cittadina ospitante. Siamo certi che la Prefettura chiarirà questo groviglio che riguarda una cifra complessivamente tutt'altro che irrisoria.
Ecco il testo di istanza di accesso agli atti.
In data 4
marzo 2015 l'associazione di Promozione Sociale Tenda per la Pace e i Diritti,
l'associazione Cittadinanzattiva ONLUS e la Campagna LasciateCIEntrare hanno
presentato alla Prefettura di Gorizia
istanza di accesso agli atti
inerente la convenzione vigente dal 10 gennaio scorso tra questa e il consorzio
Connecting People per la gestione degli spazi dell'ex CIE.
E' stata inoltre presentata richiesta ufficiale di chiarimenti relativi alla gestione del CARA di Gradisca e in particolare:
E' stata inoltre presentata richiesta ufficiale di chiarimenti relativi alla gestione del CARA di Gradisca e in particolare:
di chiarire
le modalità di erogazione del pocket money previsto dalla convenzione : “ ad
ogni ospite (…) sarà fornita una sola volta all'ingresso una scheda telefonica
di 15€ (oltre che un buono economico del
valore di 5€ ogni due giorni) spendibile all'interno del centro per le spese
quali bolli postali, schede telefoniche, snack alimentari, bibite analcoliche,
sigarette, libri, riviste, giornali, ecc.”, viste le discrepanze emerse tra la
testimonianza della direttrice del CARA e quelle degli stessi ospiti ascoltate
in più occasioni e specificamente durante una visita organizzata dalla
Campagna LasciateCIEntrare il 25
febbraio scorso cui hanno partecipato Tenda per la Pace e i Diritti, il CIR e
rappresentanti degli enti locali (Provincia di Gorizia e Comune di Gradisca);
di chiarire
se, nel periodo in cui il pocket money veniva erogato tramite chiavette
elettroniche, l'ammontare non speso dagli ospiti al momento dell'uscita dal
centro, venisse poi effettivamente
“riassorbito” dall'ente gestore o come venisse eventualmente erogato,
trattandosi di denaro destinato esclusivamente ai richiedenti asilo;
di verificare quanto affermato da diversi
dipendenti del consorzio Connecting People relativamente alla necessità che
siano gli stessi a dover acquistare i prodotti di pulizia per la struttura,
alla luce della generale situazione di incuria e sporcizia riscontrata durante
la visita del 25 febbraio scorso.
Alla luce
delle numerose inchieste in corso su tutto il territorio italiano, che
evidenziano un problema generale e diffuso di scarsa trasparenza nella gestione
del sistema di accoglienza per i richiedenti asilo, le scriventi Associazioni confidano
nella piena disponibilità della Prefettura a voler verificare e chiarire tutto
quanto sopra segnalato ed a fornire le informazioni ed i documenti richiesti.
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