Il sistema SPRAR è lo snodo per la gestione e il controllo delle presenze in città; un ufficio comunale della prossima amministrazione quale interfaccia operativa e competente tra istituzioni pubbliche e private, volontariato e cittadini. Analisi e proposte del Forum Gorizia.
La nota di Andrea Picco
“Bisogna porre un argine ad un
flusso di migranti incontrollato" e “Ora basta all’immigrazione
incontrollata”: Serracchiani e Ziberna che la pensano allo stesso modo su
rifugiati e richiedenti asilo, talmente in sintonia da non far neanche la
fatica di fingere due slogan diversi.
Già, ma oltre lo slogan, si vede qualcosa?
Sul versante PD sarebbe da aprire un capitolo a parte, relativamente ai decreti Minniti e Minniti-Orlando; sulla sponda del centro destra, e dalle rive dell’Isonzo, invece quello che possiamo fare è capire da dove si parte, a Gorizia, su questo tema.
Cosa lascia la giunta Romoli? Ora, che l’erede designato occupi 18 metri quadrati di muro per dire basta all’immigrazione incontrollata significa che fino ad ora l’immigrazione in città è stata fuori controllo: limitarsi ad alimentare l’ostilità, produrre una narrazione sempre fondata sulla contrapposizione e opporsi a qualsiasi iniziativa non significa gestire un problema.
Aver rinunciato allo Sprar (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) e demandato l’intera gestione alla Prefettura, utilizzando come tampone gli enormi sforzi del volontariato, ha creato questa situazione. E’ bene che si sappia che a Gorizia ci sono molti più richiedenti asilo di quanti ce ne sarebbero se fossimo entrati nel meccanismo dello SPRAR .Sono decisioni di Romoli e della sua giunta, ripetute negli anni, mentre i richiedenti asilo arrivavano indipendentemente dalle prese di posizione locali e sulla base di dinamiche che travalicano non solo i confini comunali ma quelli dell’intera Nazione.
Ma cosa significa “fuori controllo” per i cittadini, per la gente comune?
Significa questo: “questi non fanno niente dalla mattina alla sera, girano per le strade, usano il wifi di Oreti, stanno in riva la fiume, non mi fido più di andare in giro di sera” e concetti simili. In realtà chi controlla c’è, ed è la Prefettura, che, ha la facoltà di decidere, visto che non siamo vincolati alla distribuzione stabilita per lo SPAR, quanti richiedenti asilo posso stare sul territorio. Ecco quindi i bandi per i CAS da 100 posti a botta, inoppugnabili tecnicamente.
Questa non gestione da parte dell’amministrazione comunale ha due possibilità di lettura: a pensar male, serve a mantenere e incrementare il consenso elettorale, a pensar bene è il frutto dell’incapacità di capire come va il mondo.
Cosa potrà fare chi amministrerà da giugno in poi per governare le questioni relative ai flussi migratori? Il minimo sindacale è l’adesione allo Sprar. Ma non basta. Se il sindaco ha a cuore il benessere della comunità, deve avviare percorsi virtuosi, di reciproca conoscenza, per abbassare la percezione di paura che la comunità sta innalzando come un muro.
Un’amministrazione che alza il livello di paura delle persone, non è una buona amministrazione. Si deve occupare della propria comunità non attraverso gli slogan,ma con azioni concrete di accoglienza diffusa, nei quartieri, nei condomini della città in cui queste persone andranno a vivere, coinvolgendo le associazioni sportive e l’associazionismo in generale in piccoli progetti di integrazione e di scoperta di nuove risorse e potenzialità, sapendo che il processo è difficile ma si può fare tantissimo per la città intera. Deve in poche parole destinare proprie risorse, attraverso una vera e propria articolazione nell’ambito degli uffici comunali, con specifiche competenze professionali dedicate, per costruire il sistema di accoglienza, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla normativa nazionale e regionale. Non si tratta di condiscendenza, la legge è uguale per tutti e come tale va fatta rispettare, ma di affrontare un problema fuori dalle contrapposizioni, con realismo, lungimiranza, umanità e senso di civiltà.
“Prima i goriziani!” è ormai un mantra…Mettiamola così, allora: in questi anni di pessima gestione dei flussi migratori, ed in cambio della pessima gestione, quali vantaggi sono stati assicurati ai goriziani nell’ambito del welfare, della sanità, dell’ascolto del disagio, del confronto sulle proteste civili, delle istanze a maggiori tutele ambientali, della ricostruzione del legame sociale?
La mia convinzione è che prima avremo meno paura gli uni degli altri, prima staremo meglio.Tutti quanti insieme.
Ndr: la foto è di due anni fa. Di diverso oggi c'è solo il meccanismo di controllo e allontanamento dalle rive del fiume organizzato da Comune - Regione - Prefettura. Il Forum Gorizia è stato impegnato sul fronte dell'emergenza accoglienza in vari modi, con i propri associati impegnati tuttora in diverse attività, aprendo la propria sede di via Ascoli, dove sono stati accolti e assistiti una ventina di profughi, evitando dormissero per strada nell'inverno del 2014/2015 . (ML)
Già, ma oltre lo slogan, si vede qualcosa?
Sul versante PD sarebbe da aprire un capitolo a parte, relativamente ai decreti Minniti e Minniti-Orlando; sulla sponda del centro destra, e dalle rive dell’Isonzo, invece quello che possiamo fare è capire da dove si parte, a Gorizia, su questo tema.
Cosa lascia la giunta Romoli? Ora, che l’erede designato occupi 18 metri quadrati di muro per dire basta all’immigrazione incontrollata significa che fino ad ora l’immigrazione in città è stata fuori controllo: limitarsi ad alimentare l’ostilità, produrre una narrazione sempre fondata sulla contrapposizione e opporsi a qualsiasi iniziativa non significa gestire un problema.
Aver rinunciato allo Sprar (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) e demandato l’intera gestione alla Prefettura, utilizzando come tampone gli enormi sforzi del volontariato, ha creato questa situazione. E’ bene che si sappia che a Gorizia ci sono molti più richiedenti asilo di quanti ce ne sarebbero se fossimo entrati nel meccanismo dello SPRAR .Sono decisioni di Romoli e della sua giunta, ripetute negli anni, mentre i richiedenti asilo arrivavano indipendentemente dalle prese di posizione locali e sulla base di dinamiche che travalicano non solo i confini comunali ma quelli dell’intera Nazione.
Ma cosa significa “fuori controllo” per i cittadini, per la gente comune?
Significa questo: “questi non fanno niente dalla mattina alla sera, girano per le strade, usano il wifi di Oreti, stanno in riva la fiume, non mi fido più di andare in giro di sera” e concetti simili. In realtà chi controlla c’è, ed è la Prefettura, che, ha la facoltà di decidere, visto che non siamo vincolati alla distribuzione stabilita per lo SPAR, quanti richiedenti asilo posso stare sul territorio. Ecco quindi i bandi per i CAS da 100 posti a botta, inoppugnabili tecnicamente.
Questa non gestione da parte dell’amministrazione comunale ha due possibilità di lettura: a pensar male, serve a mantenere e incrementare il consenso elettorale, a pensar bene è il frutto dell’incapacità di capire come va il mondo.
Cosa potrà fare chi amministrerà da giugno in poi per governare le questioni relative ai flussi migratori? Il minimo sindacale è l’adesione allo Sprar. Ma non basta. Se il sindaco ha a cuore il benessere della comunità, deve avviare percorsi virtuosi, di reciproca conoscenza, per abbassare la percezione di paura che la comunità sta innalzando come un muro.
Un’amministrazione che alza il livello di paura delle persone, non è una buona amministrazione. Si deve occupare della propria comunità non attraverso gli slogan,ma con azioni concrete di accoglienza diffusa, nei quartieri, nei condomini della città in cui queste persone andranno a vivere, coinvolgendo le associazioni sportive e l’associazionismo in generale in piccoli progetti di integrazione e di scoperta di nuove risorse e potenzialità, sapendo che il processo è difficile ma si può fare tantissimo per la città intera. Deve in poche parole destinare proprie risorse, attraverso una vera e propria articolazione nell’ambito degli uffici comunali, con specifiche competenze professionali dedicate, per costruire il sistema di accoglienza, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla normativa nazionale e regionale. Non si tratta di condiscendenza, la legge è uguale per tutti e come tale va fatta rispettare, ma di affrontare un problema fuori dalle contrapposizioni, con realismo, lungimiranza, umanità e senso di civiltà.
“Prima i goriziani!” è ormai un mantra…Mettiamola così, allora: in questi anni di pessima gestione dei flussi migratori, ed in cambio della pessima gestione, quali vantaggi sono stati assicurati ai goriziani nell’ambito del welfare, della sanità, dell’ascolto del disagio, del confronto sulle proteste civili, delle istanze a maggiori tutele ambientali, della ricostruzione del legame sociale?
La mia convinzione è che prima avremo meno paura gli uni degli altri, prima staremo meglio.Tutti quanti insieme.
Ndr: la foto è di due anni fa. Di diverso oggi c'è solo il meccanismo di controllo e allontanamento dalle rive del fiume organizzato da Comune - Regione - Prefettura. Il Forum Gorizia è stato impegnato sul fronte dell'emergenza accoglienza in vari modi, con i propri associati impegnati tuttora in diverse attività, aprendo la propria sede di via Ascoli, dove sono stati accolti e assistiti una ventina di profughi, evitando dormissero per strada nell'inverno del 2014/2015 . (ML)
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