Marina Legovini, stamattina alla Leg presenta i suoi nuovi lavori; mentre questo pomeriggio, da Prologo in via Ascoli, alle 18, inaugurazione della mostra di Francesco Imbimbo
di Marilisa Bombi
“Amo i colori, tempi di
un anelito” è il titolo, suggestivo, della mostra che si inaugura oggi alle 11
negli spazi della LEG di corso verdi a Gorizia. Marina Legovini sarà presente
con 12 quadri ad olio e 12 acquerelli dedicati al tema del Giardino Viatori. “Sono
un’artista che pratica pittura”. Si definisce così Marina l’eclettica dalle
mille iniziative che trasforma in quadri le emozioni visive.
La pittura, ci racconta,
al pari degli altri media, semplicemente esiste, e non ha bisogno di chiedere permesso a nessuno per restare al
mondo, come è sempre stato a partire dalle grotte di Lascaux ed Altamira. Lei dipinge
per raccontare una storia. E così, abbandonato il lavoro di decoratrice
pittorica ha iniziato – come lei stessa afferma - a “fare pittura”, dipingendo corpi
che sembrano fluttuare in un magma uterino pacificamente avvolti in un sordo
abisso che li culla. Poi, uno sguardo ammirato con la natura e l’incontro - per
così dire predestinato - con Il Giardino Viatori: ovvero un mondo di bellezza,
di colori, del mutar repentino della luce, di abbagli e poesia del luogo. E da
ciò l’inno alla bellezza, alla natura come antidoto, come cura dell’anima.
Per questa mostra, Marina
la pittrice, ha scelto come titolo la poesia “Colori” di Alda Merini , perché
riassume il suo modo di fare pittura, e nello specifico, l’acquerello che
prevede la stesura nel tempo di un anelito, mentre l’animo è inquieto, teso nel
gesto irrisolvibile, qualora colori acqua e tempistica di esecuzione non siano
coordinati. L’acquerello è umile e sovrano, un gesto cosmico nel tempo di un
respiro l’opera si compie.
Dal 2016 tutte le opere
pittoriche sono presenti alla Galleria LEG ANTIQUA di Gorizia.
Il destino nella mano,
ovvero l’arte di camminare ad occhi chiusi su cinque dita è, invece, il titolo
della mostra che si inaugura questo pomeriggio alle 18, negli spazi espositivi
di Prologo in via Ascoli 8/1 e che rimarrà aperta fino a venerdì 14 aprile. La
mostra delle opere di Francesco Imbimbo fa parte della rassegna “Ho lasciato sognare una linea, artisti in dialogo” organizzata dall’Associazione
che anche quest’anno presenta un'attenta e accurata selezione di artisti con i
quali, peraltro, è possibile il confronto per un approfondimento sui lavori
presentati e sull’opera complessiva dell’artista.
Triestino, Imbimbo è legato
al disegno da una consuetudine che risale alla prima fanciullezza, attinge da
una visionarietà inquieta, temprata nel dialogo con la tradizione surrealista e
simbolista, il lessico di un’autentica scrittura per immagini, imbevuta di
suggestioni letterarie e filosofiche, impegnata in un confronto serrato con i
temi più scottanti della contemporaneità, che da anni instancabilmente osserva
attraverso la lente deformante dell’ironia. La sua aspirazione segreta è da
sempre catapultarsi nel bel mezzo di un sogno – armato di matita, macchina
fotografica o cinepresa – per documentare quella fuggevole, talvolta equivoca realtà
che abita la mente.
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