Lo afferma,
a proposito del centro commerciale di via Terza Armata, Paolo Del Ponte,
componente del Coordinamento regionale SEL- Sinistra Italiana: inutile
discutere con l'attuale amministrazione, classifichiamo questo progetto
nell'elenco dei pessimi investimenti di questa Giunta.
Comunicato
stampa 2 settembre 2016
A
Gorizia da tempo ogni questione diventa
contrapposizione e semplicemente si gioca a chi vince, senza che il dissenso
sia recepito, discusso, valorizzato per
realizzare quanto la comunità vuole e di cui ha effettivamente bisogno.
Anche il
progetto del centro commerciale di via Terza Armata è una partita tra interessi
speculativi evidenti, da una parte, e
dall’altra le legittime e condivisibili istanze corali nel richiedere una
diversa programmazione dello sviluppo
economico, urbanistico, sociale, di eco sostenibilità e di valorizzazione delle
risorse effettivamente disponibili in questa città.
Condividiamo
ognuna delle ragioni ostative al centro commerciale, ma ci pare tuttavia
probabile che averle elencate e manifestate sia del tutto inutile ad attivare
una dialettica effettiva con l’amministrazione comunale. La quale procede con così tanta fretta da non
avere nemmeno il tempo di rassicurarci
se questa iniziativa risulti coerente con la legge regionale del 2015 in
materia di Varianti Urbanistiche di livello comunale e contenimento del consumo
di suolo, in particolare con le norme che richiedono il recupero delle aree
industriali e commerciali non utilizzate, il riuso del patrimonio edilizio
esistente e la tutela dei suoi agricoli e naturali dall’espansione di attività
industriali, commerciali e artigianali; né, tantomeno, si pone il problema del
consumo zero di suolo stabilito dall’Unione Europea per il 2050; né, infine,
pare essere al corrente che persino la nostra Regione, nei fatti tutt’altro che
ostile alle lobby dei consumatori di suolo e dei beni comuni,
ha riconosciuto che le pianificazioni edificatorie redatte nel passato
sono, oltre che pessime, anche assolutamente superate dalla necessità di
invertire la rotta della cementificazione selvaggia di cui tutta il territorio
regionale porta le penose piaghe.
Questa è la
ragione principale per cui SEL -
SINISTRA ITALIANA non ci prova nemmeno a
cercare un confronto con l’assessore all’urbanistica promotore e con la giunta
comunale. Il margine concesso, anche
questa volta, è solo quello dell’aut - aut: procedere nell’esecuzione del
progetto deve essere considerato una assunzione di responsabilità politica,
personale e collettiva, di questa giunta comunale, e ne va valutata la coerenza
all’interno delle scelte complessive compiute a casaccio per la città. E’ un ulteriore
pessimo investimento che
l’amministrazione fa sulla propria sempre più incerta credibilità: peggio di
questo forse non poteva fare.
Invece di
temerli, bisogna avere il coraggio di fare i funerali e questo, in particolare,
alla comunità costerà nulla.
Ben altri
saranno i costi necessari per il funerale all’ascensore del Castello, che va
sepolto sotto una colata di buona terra adatta a ripiantare alberi e arbusti,
ripristinare il colle ed evitare per un tempo infinito i costi di gestione e la
vergogna di un’opera tanto dispendiosa quanto devastante e inutile.
Paolo Del Ponte - Coordinamento regionale SEL
- SI
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