Dimenticata tra le scartoffie di un'amministrazione negligente e disinteressata alla città, un’idea progettuale che avrebbe coinvolto tutte le categorie economiche.
di Marilisa Bombi
“Gorizia è una gentile, antica e nobile città del
Friuli tedesco, situata sulle rive del Lisonzo e distante poche miglia (credo
dodici) dal Friuli veneto. Vi arrivai il primo di settembre dell'anno 1777,
prima cioè d'esser giunto al ventinovesimo della vita.” Con queste parole,
Lorenzo da Ponte introduceva il capitolo delle sue memorie, dedicato a Gorizia.
Cent’anni dopo, ci ha ricordato Diego Kuzmin nella
sua rubrica settimanale “Punti di vista” pubblicata sul quotidiano locale di
Gorizia se ne parla ancora con analoga ammirazione. Ci riporta, infatti, quanto
pubblicato su una prestigiosa rivista nell’illustrare il progetto per una
significativa iniziativa edilizia. “Ai piedi di una catena collinare che
digrada dalle pendici meridionali delle Alpi Giulie fino alle coste del Golfo
di Trieste e Venezia proprio dove scorre l’Isonzo che nasce dalle Alpi Carniche
e scende tra le rocce con le sue onde blu, è situata in un incantevole
paesaggio la vivace e agiata città di Gorizia che conta una popolazione attiva
di 11.000 ab.“
Non so quanti siano coloro a conoscenza del fatto
che Lorenzo Da Ponte è stato il librettista più amato da Mozart e che dalla
loro collaborazione nacque l’opera moderna, così come oggi la conosciamo. Sta di fatto che
Gorizia non ha saputo né voluto, per veicolare un messaggio di
marketing, utilizzare Lorenzo da Ponte, diversamente da quanto ha fatto, ad esempio,
Salisburgo con Mozart.
E dire che sotto la Giunta Brancati erano state
gettati le basi per raggiungere anche l’obiettivo della creazione di un parco letterario dedicato proprio a questo eclettico personaggio del 700. Ma nonostante
il riscontro all’idea da parte delle diverse categorie economiche interessate
al progetto di sviluppo turistico e nonostante il fatto che, unanimemente,
sia riconosciuto che Gorizia nel 700 è
stata all’apice del suo splendore, il progetto si è arenato. Seppellito nelle sabbie
mobili dell’immobilismo, dell’incapacità o peggio ancora del disinteresse come
credo ancora oggi sia successo a causa della dirigenza dell’epoca monfalconese
e triestina. Evidentemente né Brancati né l’allora assessore al turismo
Crassati avevano a cuore lo sviluppo turistico della città. Perché certamente
non bastano due/tre eventi all’anno per dare visibilità ad una città che sta
morendo. Fermo restando, peraltro, che l’iniziativa proposta avrebbe sostenuto
le imprese locali e non quelle appartenenti al sistema “mordi e fuggi” delle
manifestazioni temporanee. Né evidentemente importa molto alle amministrazioni
che si sono succedute se la colata di cemento sul colle del castello continua
ad essere, tuttora, l’argomento principale delle chiacchere cittadine, dentro e
fuori le mura del palazzo.
Ascensore specchietto per le allodole o simbolo di
inefficienza della PA? Creare un progetto di sviluppo turistico legato al
periodo d’oro della città sarebbe la cosa più razionale che si possa fare in
quanto coinvolgerebbe a 360 gradi tutte le categorie economiche. Come
Salisburgo ha utilizzato ai fini promozionali il nome di Mozart, così potrebbe
fare Gorizia con Da Ponte. Insomma, Gorizia che il Lorenzo da Ponte fuggiasco
ha accolto, con affetto e simpatia saprà recuperare quel progetto che la Giunta Brancati aveva
archiviato e nessuno ha più rispolverato?
1 commento:
A Salisburgo c'è uno dei più vecchi ascensori urbani.
Dalla piazza principale porta sul colle del Castello ed è stato realizzato ancora alla fine dell'Ottocento...
Posta un commento