Anche Legambiente FVG - Circolo di Gorizia prende posizione nettamente contraria sul progetto centrale/centrali a biomasse in città.Tra le motivazioni:tante fonti inquinanti tecnicamente in regola generano un impatto ambientale cumulativo.Chi garantisce non se ne faranno altre, o non vi sarà un aumento di potenza successivo? Condiviso il parere negativo del Comune di Gorizia, richiamando la complessità dei contenuti della pianificazione territoriale.
Sotto quest'ultimo e non irrilevante profilo, vorremmo ricordare, si è pronunciata anche la Corte
Costituzionale ( se non ci bastasse il Consiglio di Stato) con sentenza 220 del
2014: “l’esercizio del potere di pianificazione non può essere inteso solo come
un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di
proprietà, ma deve essere ricostruito come intervento degli enti esponenziali
sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del
medesimo, che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli, sia di
valori ambientali e paesaggistici, sia di esigenze di tutela della salute e
quindi della vita salubre degli abitanti”.
Ecco la nota di Legambiente FVG.
Legambiente prende nuovamente posizione contro la realizzazione delle due centrali a gassificazione di biomasse in città (qui il precedente intervento). Diverse sono le considerazioni che possono essere fatte, ma preme innanzitutto mettere in evidenza che si tratta pur sempre di un impianto industriale in un'area urbana. Su questo vorremmo fare un ragionamento perché siamo certi che l'impianto rispetterà le norme sulle emissioni.
Ecco la nota di Legambiente FVG.
Legambiente prende nuovamente posizione contro la realizzazione delle due centrali a gassificazione di biomasse in città (qui il precedente intervento). Diverse sono le considerazioni che possono essere fatte, ma preme innanzitutto mettere in evidenza che si tratta pur sempre di un impianto industriale in un'area urbana. Su questo vorremmo fare un ragionamento perché siamo certi che l'impianto rispetterà le norme sulle emissioni.
Ciò nonostante si tratterà pur sempre di una ulteriore fonte
inquinante a poca distanza dal centro; senza dimenticare che a Gorizia a
ridosso di Sant'Andrea abbiamo altre 5 centrali elettriche di cui 3 a biomasse.
Per analogia il ragionamento è lo stesso delle automobili, ogni auto infatti
viene verificata tramite i collaudi e le sue emissioni sono entro i limiti di
legge, idem per le caldaie. Eppure periodicamente anche Gorizia come altre
città ha problemi legati ad esempio ai superamenti di soglie di legge delle
emissioni di polveri sottili (considerate cancerogene dallo IARC). Questo per
dire che tante diffusioni in regola possono comunque causare impatti ambientali
cumulativi. Ora le centrali proposte (che sono considerate impianti insalubri)
sono due e a breve distanza dall'abitato.
Domandiamoci: cosa accadrebbe se ne aggiungessero altre in
futuro, o venissero chiesti aumenti di potenza? La stessa Azienda sanitaria
possiamo immaginare per questo motivo abbia dato parere favorevole alla
centrale a patto che il calore sia utilizzato ad esempio in un impianto di
teleriscaldamento al fine di compensare le emissioni prodotte spegnendo altre
caldaie. Opzione che sembra però rimasta mera ipotesi. Deve valere pertanto
valere il principio che vede questi impianti incompatibili con le aree urbane
(residenziali specificatamente).
Tant'è che il D.Lgs 387/2003, per la
promozione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili, parla di una generica
compatibilità con zone agricole (oltre implicitamente alle industriali). Non
cita zone residenziali. Altre ragioni (rischio incidente, etc.) porterebbero a prediligere
altre localizzazioni.
Su questo è pur vero che il Consiglio comunale nel dare
parere negativo dal punto di vista urbanistico aveva svolto molti ragionamenti,
non tutti pertinenti a questo aspetto, da cui la bocciatura del TAR. E'
assolutamente evidente però che quando si parla di rischi, vicinanza alle
abitazioni, emissioni, etc., e della conseguente non compatibilità tra la
centrale e ciò che c'è nell'intorno stiamo parlando proprio di pianificazione
del territorio. E quindi per Legambiente il parere negativo è corretto.
Per concludere questa conflittualità avrebbe potuto essere
nulla se si fosse pensato ad una localizzazione idonea, quale è la zona
industriale.
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