La nota odierna del comitato promotore, consegnata alla stampa.
Con riferimento alla seduta del consiglio comunale del 7 maggio 2019, esprimiamo la corale indignazione per come la democrazia sostanziale che giustifica l’esistenza ed il fine istituzionale di un consiglio comunale sia stata affossata ieri sera a causa dell’escamotage di far venir meno il numero legale ed evitare l’imbarazzo di un voto su questioni che riguardano i cittadini.
Quando si impedisce il voto, si abdica dal rapporto che lega i rappresentanti dei cittadini ai loro elettori e nel contempo si svuota l’ente comunale del suo ruolo esponenziale degli interessi di tutta la collettività. Le petizioni popolari riguardano il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre dei cittadini.
Ma vediamo che, oltre all’ambiente, a Gorizia è inquinata anche la democrazia.
I numerosi video e la registrazione della seduta dimostrano che il folto pubblico ha seguito rispettosamente i lavori, inclusi i numerosi bambini che accompagnavano i loro genitori e che sono i rappresentanti delle generazioni future , principali destinatari delle preoccupazioni dei firmatari delle petizioni.
Unica manifestazione in corso di seduta è stato l’applauso seguito al voto negativo alla mozione d’ordine del consigliere Collini, amara sottolineatura delle legittime aspettative disattese. Considerare un applauso come espressione di un gruppo di sediziosi è semplicemente risibile.
Chiediamo ai consiglieri comunali di porre in atto i meccanismi previsti dalla legge per portare finalmente il dibattito sui temi oggetto della petizioni popolari in consiglio, anche ricorrendo al potere sostitutivo del Prefetto previsto dal TUEL.
Con riferimento alle norme sulla trasparenza e procedimenti amministrativi, chiediamo di conoscere in che ufficio siano conservati gli incartamenti delle oltre 3200 firme depositate e chi ne sia custode e responsabile.
Siamo convinti che i firmatari delle petizioni si interrogheranno su cosa abbiano fatto ieri sera, in consiglio comunale, le persone che hanno votato, e chiederanno loro conto del perché le richieste che hanno sottoscritte nelle petizioni non vengono discusse nel Parlamento cittadino.
Nessun commento:
Posta un commento