La sezione di Gorizia del Club Alpino Italiano ha voluto ricordare uno degli ispiratori e dei creatori della speleologia e dell'alpinismo goriziano, dedicandogli una targa nella Casa sopra il Lago di Doberdò.
di Martina Luciani
Quando se n'è andato, nell'estate del 2014, sapevo perfettamente che non l'avremmo mai dimenticato, con o senza targa ufficiale. Hanno scritto " fedele custode" ma Enio ( per gli amici, con una N sola) è stato molto di più, per Casa Cadorna, per il Gruppo speleo Bertarelli ( del quale è stato uno dei fondatori) e per le tantissime persone che da lui hanno imparato e grazie a lui compreso: le tecniche per esplorare il mondo sotterraneo, e oltre a queste i valori che danno significato e importanza alle relazioni tra le persone.
Tenere aperta, curata e approvvigionata Casa Cadorna - punto di appoggio per la palestra di roccia sottostante e per gli escursionisti che percorrano i sentieri CAI della zona - era solo l'aspetto pratico della sua presenza. Eugenio Turus è stato l'anima di quel luogo. Ho scritto: "Era un portatore di pace, così come, per molti anni, è stato il portatore d'acqua e materiali a Casa Cadorna, sopra il lago di Doberdò. Quella Casa che si incaricava di tener aperta la domenica, perché fosse il rifugio dove si arriva e si trova la stufa accesa, e ci si parla e ci si ascolta, raccontando per quale sentiero della vita si è arrivati fin lì...". Quindi la "riconoscenza" sarebbe opportuno non fosse soltanto manifestazione di gratitudine, ma condivisione e riproposizione della testimonianza di vita che Enio ha lasciato a così tanti di noi.
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