C’è chi la considera una vera e propria calamità. Insomma qualcosa di molto simile alle “piaghe d’Egitto”, ovvero quell’insieme di calamità che, secondo il racconto biblico, si abbatterono per volontà divina sul faraone e sugli egizi a causa del loro rifiuto alla partenza degli Ebrei. Furono: acqua mutata in sangue, rane, zanzare, mosche velenose, mortalità del bestiame, ulcerazioni, grandine, locuste, tenebre, morte dei primogeniti. Non siamo ancora a quel punto, ma per chi soffre abitualmente di allergie la situazione è critica.
di Marilisa Bombi
La piaga è l'Ambrosia che a prima vista pare una bella
pianta decorativa, tanto che fa bella mostra di se proprio davanti al Municipio
di Farra d’Isonzo, mentre è una delle piante più invasive e allergogene in
genere, e si sta diffondendo rapidamente in tutta l'Italia. Il polline
dell'ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) causa diversi disturbi e malattie come
l'allergia, l'asma e la congiuntivite.
Il grave è che questa pianta è priva di nemici naturali, non
vi è insetto che la gradisca o altro animale che la mangi. I suoi numerosi
fiori sprigionano nell'aria quantità importanti di polline che può viaggiare
col vento per centinaia di chilometri. Contemporaneamente produce un gran
numero di semi che con le loro spine si attaccano al pelo degli animali e agli
pneumatici delle macchine in transito.
Ogni proprietario di fondi dovrebbe provvedere a eliminare, estirpando
o perlomeno falciando la pianta prima della sua fioritura che dovrebbe iniziare
proprio in questi giorni, perché di norma va dalla seconda metà di luglio fino
alla fine di settembre. I sintomi più frequenti sono le infiammazioni a carico
delle mucose, come la rinite, gli starnuti ripetuti, il prurito e
l'arrossamento degli occhi con notevole fastidio alle orecchie e alla gola, che
influiscono sulle capacità di concentrazione e sull'irritabilità dei soggetti
interessati.
Il suo habitat ottimale sono le superfici incolte, come i
margini della strada, le ferrovie, gli argini dei fiumi, i cantieri, le
discariche e i fondi agricoli abbandonati, in pratica tutte le superfici che
sono state lasciate libere, anche per brevi periodi, da ogni altro genere di
vegetazione.
Insomma, sarebbe il caso che i soggetti preposti (comuni in
primis) iniziassero a prendere seriamente in considerazione il problema, così
come è stato fatto per la zanzara tigre, emettendo ordinanze apposite per
imporre ai proprietari dei fondi l’eliminazione dell’infestante.
E non è un caso se, in alcune regioni, si è già corsi ai
ripari. Per saperne di più.
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