martedì 3 febbraio 2015

Andazzi goriziani sull’accoglienza profughi in un inchiesta de L’Espresso.




L’ingranaggio Cara  Gradisca d'Isonzo/Connecting People/Prefettura di Gorizia  fa un impressionante e crescente rumore di lamiere arrugginite.
Alcuni spunti dell'autore dell'inchiesta, Fabrizio Gatti, rendono irresistibile la tentazione di soffermarsi: a partire dal dramma dei dipendenti dell'ente gestore senza stipendio ( che oggi fanno turni serrati visto l'ampliamento dell'accoglienza nell'ex CIE), passando per l'intermezzo allucinante del capannone di via Trieste, approdando alla risoluzione consensuale del contratto di gestione attualmente in essere. L'editoriale del direttore  Vicinanza suggella con adeguato aggettivo la condizione dell’accoglienza attraverso tutti i Cara. "Terrificante".

di Martina Luciani


Strutture incivili e mangiasoldi: così sono definiti i Cara italiani nell’editoriale del direttore de L’Espresso, Luigi Vicinanza, sul numero del 21 gennaio scorso.
Vicinanza introduce l’accurata inchiesta  sui Centri di accoglienza asilo  firmata da Fabrizio Gatti con una più che esaustiva definizione “ Un quadro terrificante. Il sistema produce disadattati, disoccupati, persone potenzialmente pericolose. Facile massa di manovra per la criminalità del Sud ma anche al Nord”. Poi Gatti comincia il suo viaggio.
Personalmente ho rinunciato a capire perché siamo un paese così profondamente disonesto.  Arraffone e pronto a lucrare sulle disgrazie e sul dolore altrui, pronto a digerire le proprie nefandezze e a dimenticarsene nelle more dello scandalo del giorno dopo. Leggete l’articolo. Pulito. Incalzante.
Gatti arriva anche a Gradisca, ovviamente. Presenta il Cara attraverso una semplice notizia: cooperativa siciliana e vice prefetto indagati per conti  gonfiati. Non ci dice a che punto è arrivato il procedimento giudiziario. Né in proposito ricorda ( è bene non cancellare questa vecchia notizia) che il giudice Valentina Bossi, dopo un anno e mezzo di lavoro, che immaginiamo difficilissimo,  ha deciso di abbandonare l’inchiesta avviata,   affidata ad altri giudici che si occupano di reati della pubblica amministrazione. Successivamente l’ipotesi più grave di corruzione, quella su cui insisteva il giudice Bossi, è stata abbandonata e rimane quella di falso materiale e ideologico.
Torniamo a L’Espresso.  Dipendenti della cooperativa senza stipendio da mesi.
“ Molti di loro sono allo stremo – dice Gatti – come gli africani di Pescopagano."
E già che c’è considera anche l’esemplare vicenda dell’ex capannone Lancia, dell’ ignobile rifugio aperto dalla Prefettura: per un periodo in cui ogni ora del giorno e della notte valeva per il proprietario 73 euro (sui quali nessuno, tranne Gatti, che io sappia, ha criticamente prodotto alcuna considerazione, nemmeno qualcosina di quel che invece si sbraita addosso a volontari e Caritas attualmente in barricata con una quarantina di profughi senza convenzione.  Valeva invece sporcizia, malattia, umiliazione e abbandono assoluto per i richiedenti asilo che ci stavano dentro. Gatti affronta anche un’altra questione: la risoluzione consensuale del rapporto tra Prefettura di Gorizia e Connecting  People, il gestore del Centro. Quella che il Prefetto di Gorizia ha chiamato, con molta raffinatezza, soluzione bonaria, e che Gatti spiega permetterebbe alla cooperativa di non perdere i 791 mila euro di cauzione.
Una proposta  di cui si parla spesso, e sulla quale corrono voci e indiscrezioni.  Rispetto la quale il Prefetto stesso ha qualche tempo fa ammesso di non aver ricevuto risposta da parte della cooperativa. Ma una risposta, dice qualcuno, ci sarebbe stata: risoluzione consensuale di un appalto che dovrebbe produrre ancora 4 milioni di euro per la cooperativa? Si fa, ma accordandosi su 2 milioni a favore della Connecting People, e si chiude la partita. Audace, e in fondo perché non dovrebbe esser vera?  Forse ci sono state novità  che non sapremo mai, visto che  la Connecting People  in un comunicato stampa emesso in occasione dello sciopero dei dipendenti di Gradisca si è espressa come se avesse pienamente metabolizzato l’arrivo di un nuovo ente gestore.
Intanto a pagare sono quelli che gli anelli della lunga catena ce l’hanno attorno al collo, ogni giorno un po' più stretta: i lavoratori della cosiddetta “economia drogata dell’accoglienza”
(frase storica del presidente della provincia di Gorizia) e i richiedenti asilo.
Ai primi ( sostenuti in molti casi dai servizi sociali dei loro comuni di residenza) durante una riunione in Prefettura  è stato detto che si, è vero, è da settembre che non vi pagano, ma ci sono stati arretrati peggiori, anche di 8 mesi…non so, ma vi sembrano argomenti da Palazzo del Governo?
Non prendono lo stipendio con la motivazione che la Prefettura non salda i conti alla Connecting People. Collaboratori con patita IVA nelle stesse condizioni: le fatture non vengono pagate. Per tutti  si aggiunge l’alea dell’ affidamento della gestione ad un nuovo ente: e così sono sballottati  e avviliti tra la pubblica rassicurazione del Prefetto Zappalorto ( in tutti i casi possibili verrà applicata la clausola di solidarietà per far transitare  i lavoratori nel nuovo appalto) e il niet della vice prefetto ( non si può fare! Ma si parlano tra loro, in Prefettura? ).
Poi ci sono i richiedenti asilo. La Prefettura non salda i conti, quindi non si comprano prodotti per sanificazione, non ci sono medicine in infermeria, si mangia ormai pochissimo e rigorosamente solo pasta. Acquisti ulteriori di cibo nei supermercati attorno non possono essere portati all’interno. A Gradisca, il pocket money  non c’è, non so perché,  visto che il modello di convenzione diffuso dal Ministero dell’Interno a marzo scorso alle Prefetture  dice che i 2,5 euro  vanno erogati sotto forma di buoni spendibili in strutture ed esercenti convenzionati  o di carte prepagate che i richiedente asilo usi per le personali necessità. Al  Cara di Gradisca si danno  tessere telefoniche e sigarette, quest’ultime poi trasformate in denaro nell’inevitabile mercato nero dei non fumatori.  Dove finiscano effettivamente i  rivoli dei pocket money non so come scoprirlo, certo non sul sito web della Connecting People. Perchè magari, devo ammettere, c'è stata per il Cara di Gradisca una convenzione tutta particolare, pensata per richiedenti asilo incalliti fumatori e sponsorizzata dai Monopoli, ed io semplicemente non riesco a trovarla.
Infine ci sono la cinquantina di richiedenti asilo piazzati
in un’ala del Cie riaperta in seguito al collasso goriziano dell’accoglienza del volontariato e della Caritas. Un’altra cinquantina di persone.  Per le quali i dipendenti  non pagati della cooperativa fanno turni serrati.
Infine, i nessuno, i senza convenzione. A Gorizia ce ne sono circa una quarantina, accolti a dormire alla Caritas o sui pavimenti di qualche parrocchia.

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