L’ingranaggio Cara Gradisca d'Isonzo/Connecting People/Prefettura di Gorizia fa un impressionante e crescente rumore di
lamiere arrugginite.
Alcuni spunti dell'autore dell'inchiesta, Fabrizio Gatti, rendono irresistibile la tentazione di soffermarsi: a partire dal dramma dei dipendenti dell'ente gestore senza stipendio ( che oggi fanno turni serrati visto l'ampliamento dell'accoglienza nell'ex CIE), passando per l'intermezzo allucinante del capannone di via Trieste, approdando alla risoluzione consensuale del contratto di gestione attualmente in essere. L'editoriale del direttore Vicinanza suggella con adeguato aggettivo la
condizione dell’accoglienza attraverso tutti i Cara. "Terrificante".
di Martina Luciani
Strutture incivili e mangiasoldi: così sono definiti i Cara
italiani nell’editoriale del direttore de L’Espresso, Luigi Vicinanza, sul
numero del 21 gennaio scorso.
Vicinanza introduce l’accurata inchiesta sui Centri di accoglienza asilo firmata da Fabrizio Gatti con una più che
esaustiva definizione “ Un quadro terrificante. Il sistema produce disadattati,
disoccupati, persone potenzialmente pericolose. Facile massa di manovra per la
criminalità del Sud ma anche al Nord”. Poi Gatti comincia il suo viaggio.
Personalmente ho rinunciato a capire perché siamo un paese così profondamente disonesto. Arraffone e pronto a lucrare sulle disgrazie e sul dolore altrui, pronto a digerire le proprie nefandezze e a dimenticarsene nelle more dello scandalo del giorno dopo. Leggete l’articolo. Pulito. Incalzante.
Personalmente ho rinunciato a capire perché siamo un paese così profondamente disonesto. Arraffone e pronto a lucrare sulle disgrazie e sul dolore altrui, pronto a digerire le proprie nefandezze e a dimenticarsene nelle more dello scandalo del giorno dopo. Leggete l’articolo. Pulito. Incalzante.
Gatti arriva anche a Gradisca, ovviamente. Presenta il Cara
attraverso una semplice notizia: cooperativa siciliana e vice prefetto indagati
per conti gonfiati. Non ci dice a che
punto è arrivato il procedimento giudiziario. Né in proposito ricorda ( è bene
non cancellare questa vecchia notizia) che il giudice Valentina Bossi, dopo un
anno e mezzo di lavoro, che immaginiamo difficilissimo, ha deciso di abbandonare l’inchiesta
avviata, affidata ad altri giudici che
si occupano di reati della pubblica amministrazione. Successivamente l’ipotesi
più grave di corruzione, quella su cui insisteva il giudice Bossi, è stata
abbandonata e rimane quella di falso materiale e ideologico.
Torniamo a L’Espresso.
Dipendenti della cooperativa senza stipendio da mesi.
“ Molti di loro sono allo stremo – dice Gatti – come gli
africani di Pescopagano."
E già che c’è considera anche l’esemplare vicenda dell’ex
capannone Lancia, dell’ ignobile rifugio aperto dalla Prefettura: per un
periodo in cui ogni ora del giorno e della notte valeva per il proprietario 73
euro (sui quali nessuno, tranne Gatti, che io sappia, ha criticamente prodotto
alcuna considerazione, nemmeno qualcosina di quel che invece si sbraita addosso
a volontari e Caritas attualmente in barricata con una quarantina di profughi
senza convenzione. Valeva invece
sporcizia, malattia, umiliazione e abbandono assoluto per i richiedenti asilo
che ci stavano dentro. Gatti affronta anche un’altra questione: la risoluzione
consensuale del rapporto tra Prefettura di Gorizia e Connecting People, il gestore del Centro. Quella che il
Prefetto di Gorizia ha chiamato, con molta raffinatezza, soluzione bonaria, e
che Gatti spiega permetterebbe alla cooperativa di non perdere i 791 mila euro
di cauzione.
Una proposta di cui
si parla spesso, e sulla quale corrono voci e indiscrezioni. Rispetto la quale il Prefetto stesso ha
qualche tempo fa ammesso di non aver ricevuto risposta da parte della
cooperativa. Ma una risposta, dice qualcuno, ci sarebbe stata: risoluzione
consensuale di un appalto che dovrebbe produrre ancora 4 milioni di euro per la
cooperativa? Si fa, ma accordandosi su 2 milioni a favore della Connecting
People, e si chiude la partita. Audace, e in fondo perché non dovrebbe esser
vera? Forse ci sono state novità che non sapremo mai, visto che la Connecting People in un comunicato stampa emesso in occasione
dello sciopero dei dipendenti di Gradisca si è espressa come se avesse
pienamente metabolizzato l’arrivo di un nuovo ente gestore.
Intanto a pagare sono quelli che gli anelli della lunga
catena ce l’hanno attorno al collo, ogni giorno un po' più stretta: i
lavoratori della cosiddetta “economia drogata dell’accoglienza”
(frase storica del presidente della provincia di Gorizia) e
i richiedenti asilo.
Ai primi ( sostenuti in molti casi dai servizi sociali dei
loro comuni di residenza) durante una riunione in Prefettura è stato detto che si, è vero, è da settembre
che non vi pagano, ma ci sono stati arretrati peggiori, anche di 8 mesi…non so,
ma vi sembrano argomenti da Palazzo del Governo?
Non prendono lo stipendio con la motivazione che la
Prefettura non salda i conti alla Connecting People. Collaboratori con patita
IVA nelle stesse condizioni: le fatture non vengono pagate. Per tutti si aggiunge l’alea dell’ affidamento della
gestione ad un nuovo ente: e così sono sballottati e avviliti tra la pubblica rassicurazione del
Prefetto Zappalorto ( in tutti i casi possibili verrà applicata la clausola di
solidarietà per far transitare i
lavoratori nel nuovo appalto) e il niet della vice prefetto ( non si può fare!
Ma si parlano tra loro, in Prefettura? ).
Poi ci sono i richiedenti asilo. La Prefettura non salda i
conti, quindi non si comprano prodotti per sanificazione, non ci sono medicine
in infermeria, si mangia ormai pochissimo e rigorosamente solo pasta. Acquisti
ulteriori di cibo nei supermercati attorno non possono essere portati
all’interno. A Gradisca, il pocket money
non c’è, non so perché, visto che
il modello di convenzione diffuso dal Ministero dell’Interno a marzo scorso
alle Prefetture dice che i 2,5 euro vanno erogati sotto forma di buoni spendibili
in strutture ed esercenti convenzionati
o di carte prepagate che i richiedente asilo usi per le personali
necessità. Al Cara di Gradisca si danno tessere telefoniche e sigarette, quest’ultime
poi trasformate in denaro nell’inevitabile mercato nero dei non fumatori. Dove finiscano effettivamente i rivoli dei pocket money non so come
scoprirlo, certo non sul sito web della Connecting People. Perchè magari, devo
ammettere, c'è stata per il Cara di Gradisca una convenzione tutta particolare,
pensata per richiedenti asilo incalliti fumatori e sponsorizzata dai Monopoli,
ed io semplicemente non riesco a trovarla.
Infine ci sono la cinquantina di richiedenti asilo piazzati
in un’ala del Cie riaperta in seguito al collasso goriziano
dell’accoglienza del volontariato e della Caritas. Un’altra cinquantina di
persone. Per le quali i dipendenti non pagati della cooperativa fanno turni
serrati.
Infine, i nessuno, i senza convenzione. A Gorizia ce ne sono
circa una quarantina, accolti a dormire alla Caritas o sui pavimenti di qualche
parrocchia.
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