venerdì 6 ottobre 2023

Il Tribunale civile di Udine chiamato a decidere sull’illegittimità costituzionale della norma elettorale del FVG che non prevede il diritto e la libertà ad esprimere la doppia preferenza di genere.

 

Presentato oggi in conferenza stampa il ricorso di cittadini e associazioni nazionali e locali. Prima udienza il 27 novembre prossimo.

di Lodovica Gaia Stasi


E’ un paradosso che una Regione a Statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia nella propria legge elettorale non preveda la doppia preferenza di genere: è una sorta di specialità in negativo, visto che solo altre due Regioni italiane – Sicilia e Valle d’Aosta, entrambe a statuto speciale - vantano lo stesso primato, mentre tutte le Regioni a Statuto ordinario hanno adattato il proprio ordinamento.

Il Friuli Venezia Giulia, oltretutto, ha uno speciale bisogno di riequilibrare, nell’ambito delle cariche elettive regionali, la presenza femminile che si colloca non solo sotto la media delle assemblee elettive della Repubblica ma persino sotto la media delle regioni italiane.

Si è discusso di questa situazione nel corso della conferenza stampa, svoltasi oggi a Udine, indetta per illustrare il ricorso presentato al Tribunale civile del capoluogo friulano per l’accertamento della illegittimità della legge elettorale regionale per la parte in cui non è contemplatala la facoltà di esprimere due preferenze a favore di candidati di genere diverso. La prima udienza è attesa il 27 novembre prossimo.

L’iniziativa, come ha spiegato Annunziata Puglia, ex magistrata e rappresentante di Rete per la Parità, è stata avviata da 9 cittadini e sette associazioni con lo scopo di fare ciò che la politica non ha voluto fare e che costituisce una violazione dei diritti dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, e non solo delle donne; e determina anche una discriminazione grave rispetto a tutto il corpo elettorale italiano ( a parte quello siciliano e quello valdostano). Appare

Andreina Baruffini Gardini, avvocata, esponente di Se non ora quando?, ha spiegato che i ricorrenti hanno scelto di evitare il ricorso in via amministrativa che avrebbe comportato l’impugnazione dei risultati delle ultime elezioni regionali. Si è preferito rivolgersi al tribunale ordinario, che più agevolmente potrà pronunciarsi e valutare se l’art.25 della legge elettorale del Friuli Venezia Giulia costituisca una censura alla libertà dell’elettore nella scelta di due candidati di sesso diverso. Il tribunale potrà  rimettere la questione alla Corte Costituzionale o decidere direttamente sulla questione: e cioè, la legge elettorale del Friuli Venezia Giulia è in netta contraddizione con l’articolo 3 e 51 della Costituzione e con lo Statuto speciale del FVG (ricordiamo che è una legge costituzionale) in cui è sancito, all’art.12, che è compito del legislatore regionale conseguire l’equilibrio della rappresentanza dei sessi, promuovendo condizioni di parità per l’accesso alle consultazioni elettorali.

Ester Soramel, avvocata, esponente del Comitato Pari Rappresentanza 50e50, ha sottolineato che il ricorso è stato presentato da associazioni e cittadini di diverse posizioni politiche, a dimostrazione che i diritti civili sono universali. La doppia preferenza di genere non è lo strumento definitivo per eliminare la disparità di genere all’interno degli organismi elettivi ma uno degli strumenti di cui si dispone. Solo dopo l’applicazione uniforme della doppia preferenza su tutto il territorio nazionale sarà possibile verificare se sia veramente efficace rispetto i suoi obiettivi e quali correttivi eventualmente vadano apportati.

Relativamente all’obiezione che per introdurre la doppia parità di genere sia necessario riscrivere interamente la legge elettorale, Soramel ha precisato che basta modificare l’art. 25, introducendo la possibilità della doppia preferenza di genere, in maniera del tutto indipendente da una futura riforma della legge elettorale, e garantendo all’elettorato della nostra Regione un diritto fondamentale che attiene alla sfera delle libertà, visto che il cittadino ha la possibilità di esercitarlo o meno con il proprio voto.

Roberta Nunin, Presidente della Commissione delle Pari opportunità di Udine, ha evidenziato quanta risonanza avrà la decisione del Tribunale di Udine, ed eventualmente quella della Corte Costituzionale, avrà a livello nazionale e anche europeo. 

Il ricorso è stato presentato grazie all’impegno profuso dal gruppo di lavoro cui hanno partecipato la prof.ssa Marilisa D’Amico, Prorettrice dell’Università degli Studi di Milano, l’ avv. Massimo Clara del Foro di Milano, unitamente alla prof.ssa Benedetta Liberali e al dott. Stefano Bissato, entrambi dell’Università degli Studi  di Milano e all’avvocata Andreina Baruffini Gardini del Foro di Udine.

Le Associazioni firmatarie sono DonneinQuota, Rete per la Parità, Comitato Pari Rappresentanza 50e50, SeNonOraQuando? Udine odv, Zerosutre APS,Vita Activa Nuova APS, Le Donne Resistenti.

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