Stasera grande manifestazione in Transalpina, Trg Evrope, in occasione della visita del ministro (muratore) degli Interni a Trieste,contro qualsiasi ipotesi di nuovi muri. In verità, la gente del confine, il popolo della propusnica (che passando in bici sulla frontiera bastava sventolare come una bandierina di appartenenza ad una entità sovranazionale) il confine l'ha eroso abbondantemente nel corso degli anni, ben prima che fosse ufficialmente cancellato. Ora riparlare di barriere, qui nel quotidiano di comunità che la linea amministrativa tra Stati la usa a fini turistici, è il vergognoso inoculo di una malattia pericolosa: ma noi ci siamo auto immunizzati e debelleremo l'epidemia.
di Martina Luciani
Quando ero bambina, e poi
con maggiori consapevolezze da adolescente, mi pareva che il confine tra Italia
e Jugoslavia ci fosse perchè si voleva che fosse così, come la riga bianca in
mezzo a una strada: per ragioni indipendenti dalla realtà dei luoghi e delle
persone. Sperimentavo continuamente che le nostre vite quotidiane erano in
osmosi continua tra qui e lì.
Prendendo conoscenza ( e non
certo perchè a scuola lo si studiasse per filo e per segno) dei fatti storici
che avevano determinato l'esistenza del confine e che lungo il confine avevano
prodotto esperienze atroci, ancor di più mi ero costruita una personale
convinzione.
Cioè che l'esistenza e
l'esaltazione del muro ( non dimentichiamo che in Transalpina è stato abbattuto
un muretto con una rete da giardino...) serviva, con pervicace intenzionalità
malcelata da infiniti discorsi su Gorizia città ponte tra mondi diversi, a
rinfocolare la neo separatezza storica, la contrapposizione delle ideologie,
l'elenco terribile delle colpe e delle relative responsabilità, le
incrostazioni di sangue e sporcizia politica
variamente strumentalizzate con lo scopo di impedire l'evoluzione
consapevole e pacifica della memoria collettiva.
Voglio dire: non si costruisce un ponte senza aver messo piede nel fiume che passa sotto, senza averne conosciuto l'acqua, i sassi e i detriti. Il popolo della propusnica non usava il ponte, ha sempre usato i guadi, e anno dopo anno, decennio dopo decennio, ha manifestato l'evidenza alla NON separatezza geografica, culturale, familiare, agricola, botanica, archeologica, antropologica, gastronomica, alpinistica, etc etc....
Voglio dire: non si costruisce un ponte senza aver messo piede nel fiume che passa sotto, senza averne conosciuto l'acqua, i sassi e i detriti. Il popolo della propusnica non usava il ponte, ha sempre usato i guadi, e anno dopo anno, decennio dopo decennio, ha manifestato l'evidenza alla NON separatezza geografica, culturale, familiare, agricola, botanica, archeologica, antropologica, gastronomica, alpinistica, etc etc....
La non separatezza del resto
era riconosciuta da quei libretti stropicciati che tutti avevamo, i
lasciapassare. Cos'erano, in fondo, se non l'equivalente dei salvacondotti
antichi, se non il riconoscimento di uno status particolare della gente di qua?
Uno status comune ad una terra di mezzo.
In forza del quale - e tanto
per semplificare sul piano dell'aneddotica locale - dire " vado a cior sigarete in
Jugo" equivaleva a dire " vado fin in tabachin al Parco", non
certo vado all'estero ed effettuo una operazione di importazione soggetta a
limitazioni. E altrettanto valeva nella direzione contraria: la convenienza,
l'opportunità, la necessità e mille altre ragioni muovevano flussi ininterrotti
di cittadini con la propusnica ( mai chiamata lasciapassare, parola usata solo
ai valichi da polizia e guardia di finanza).
Forse tutto ciò dipende
dall'essere cresciuta in una famiglia
che aveva legami fortissimi di amicizia con persone che all'anagrafe
risultavano cittadine yugoslave prima e slovene poi.
Nessuna relazione ci fu mai
impedita dall'esistenza del confine, a volte
(ma decenni fa) era solo richiesto un minimo di organizzazione
aggiuntiva quando si andava in visita a casa di amici portando in dono pacchi
di pasta,riso, medicine, caffè e pezzi di ricambio per la lavatrice.
Una delle foto che conservo
gelosamente raffigura un grande amico, Ciril Jonko, sindaco di
Bovec-Plezzo-Flitsch-Pleç, agli inizi degli anni 60, che stringe cerimoniosamente la mano a Juri
Gagarin arrivato in visita fin nel piccolo paese sotto il Kanin (in realtà il
sindaco era altissimo e Gagarin di bassa statura,quindi io credo l'abbozzo di
inchino fosse inevitabile).
Ero allora una ragazzina
alla quale Ciril spiegava con pacata
ironia ( e con quel meraviglioso italiano sempre grammaticalmente invidiabile,reso
un pochino cerimonioso ma molto charmant dall' accento tra il tedesco e lo
slavo) il sistema dei piani di produzione che rendeva grato il fatto che noi,
da Gorizia, si andasse in vacanza a casa sua portando un cospicuo numero di
lampadine introvabili in paese. Ma poi si andava a raccogliere susine nel
frutteto verso la Koritnica, che le sue sorelle Mimi e Rezi dovevano fare gli
gnocchi di patate ripieni ( con burro pangrattato e cannella) per tutti.
Insomma: nella mia personale
esperienza, l'ingresso della Slovenia nell'UE, l'epocale evento del 2004 e il
fisico abbattimento delle linee di confine ( sapete vero che erano un colabrodo
e c'erano mille punti dove si sconfinava senza accorgersene, che quando c'erano
militari di presidio si scambiavano sorrisi e sigarette...) sono stati
innanzitutto fatti prodotti innanzitutto da noi cittadini di questa terra e
insieme riconoscimento dell'evoluzione darwiniana.
Le ipotesi di innalzare
barriere anti migranti è, a parte l'assurdità e l'indegnità dello scopo,
prodromico a rifondare la separatezza e negare l'evoluzione. Non sto neanche a
dire quanti si rivoltano nelle loro sepolture.
Dico solo che non lo
permetteremo, da goriziani, novogoriziani,gente delle valli dell'Isonzo e del
Vipacco, del Collio e del Carso, italiani, sloveni, europei; e se non bastano
le classificazioni fornite, diciamo che l'umanità tutta deve andare avanti, e
mai nessuno deve farla tornare indietro, tanto più quando sappiamo bene cosa ci
siamo lasciati alle spalle nel recente passato novecentesco.https://www.facebook.com/events/701349270285839/
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