Quando parliamo di agricoltura biotech, ricordiamoci che caratteristica di alcuni mais OGM di Monsanto ( oltre a soia, colza etc.) è la sua resistenza al diserbante: per quanto glifosate sia irrorato per difendersi dalle infestanti,OGM non batte ciglio. Ottimo business per la multinazionale che ha creato la molecola e realizzato l’OGM che la tollera, disastro ambientale e attentato globale alla salute dell’uomo. Da leggere: “ Il veleno nel piatto” di Marie-Monique Robin.
La foto è tratta da "Sportello dei diritti".
di Martina Luciani
Manca poco e in Friuli Venezia Giulia si riparlerà di OGM,
di Fidenato e Futuragra, di agricoltura biotech, di diritto alla salute.
In questa primavera, a differenza del passato, c’è un elemento nuovo che cambia drasticamente la prospettiva: non tanto degli addetti ai lavori e relativamente al mais Mon810 ( che è l'unico ammesso in UE e che non è resistente al glifosate), ma dell’opinione pubblica, del consumatore normale che tenta di arrivare alla vecchiezza passabilmente sano.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato probabilmente cancerogeno per gli esseri umani il glifosate, cioè l’erbicida a cui le varietà OGM sono resistenti e che quindi viene usato in quantità immani per tenere i campi liberi dalle erbacce.
E non si tratta solo di mais OGM, ma ad esempio anche della soia, che noi importiamo in gran parte dagli USA per alimentare le nostre vacche e produrre legittimamente i nostri celebri prodotti made in Italy, come il parmigiano.
Rinnovabili.it calcola che in Italia sono commercializzati 750 prodotti a base di glifosate, destinati all’agricoltura e ( qua facciamo attenzione) al trattamento del verde urbano e al giardinaggio: il problema non sta dunque in campagna, e negli alimenti, sta sotto i nostri piedi, lungo i marciapiedi irrorati di erbicida e negli ordinati vialetti del parco dove portiamo a giocare i bambini ( e, se volete, a sgambare i cani). Il glifosato è stato rilevato non solo nel cibo, dunque, ma anche nell’aria e nell’acqua.
Monsanto è furibonda, visto che è la principale produttrice di glifosate ( nome commerciale Roundup) ed ha persino chiesto alla IARC ( Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che fa parte dell’OMS) di ritirare il rapporto.
Strano che non sia riuscita a bloccare prima,
questo rapporto, vista l’inveterata prassi di inserire propri consulenti nei
comitati e organizzazioni scientifiche di tutto il mondo.In questa primavera, a differenza del passato, c’è un elemento nuovo che cambia drasticamente la prospettiva: non tanto degli addetti ai lavori e relativamente al mais Mon810 ( che è l'unico ammesso in UE e che non è resistente al glifosate), ma dell’opinione pubblica, del consumatore normale che tenta di arrivare alla vecchiezza passabilmente sano.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato probabilmente cancerogeno per gli esseri umani il glifosate, cioè l’erbicida a cui le varietà OGM sono resistenti e che quindi viene usato in quantità immani per tenere i campi liberi dalle erbacce.
E non si tratta solo di mais OGM, ma ad esempio anche della soia, che noi importiamo in gran parte dagli USA per alimentare le nostre vacche e produrre legittimamente i nostri celebri prodotti made in Italy, come il parmigiano.
Rinnovabili.it calcola che in Italia sono commercializzati 750 prodotti a base di glifosate, destinati all’agricoltura e ( qua facciamo attenzione) al trattamento del verde urbano e al giardinaggio: il problema non sta dunque in campagna, e negli alimenti, sta sotto i nostri piedi, lungo i marciapiedi irrorati di erbicida e negli ordinati vialetti del parco dove portiamo a giocare i bambini ( e, se volete, a sgambare i cani). Il glifosato è stato rilevato non solo nel cibo, dunque, ma anche nell’aria e nell’acqua.
Monsanto è furibonda, visto che è la principale produttrice di glifosate ( nome commerciale Roundup) ed ha persino chiesto alla IARC ( Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che fa parte dell’OMS) di ritirare il rapporto.
Ora termina il trentennale insabbiamento del glifosate come causa di cancro ma c'è un altro fallimento che si evidenzia: quello del governo USA, dell'EPA e dei regolatori mondiali, che non mettono la salute del pubblico al primo posto, mentre invece proteggono ed espandono il bisogno di profitto delle aziende”, si legge su Nexus. L’appello rimbalza, finalmente allarma direttamente i cittadini ( in realtà la consapevolezza sulla pericolosità del glifosate ha ampiamente superato la maggiore età) ed esige di essere ascoltato: l’Unione europea deve pronunciarsi e vietare l’ uso del glifosate, a Bruxelles certamente le multinazionali della chimica stanno già intrigando per dirigere a proprio favore i pronunciamenti comunitari, la voce degli agricoltori e dell’opinione pubblica è determinante per ottenere l’esclusione dell’erbicida dai prodotti ammessi all’uso e alla vendita. In questo momento purtroppo in Italia abbiamo un limite allo svilupparsi di una precisa presa di posizione contro il glifosate, condizionati come siamo dalle enormi problematiche fitosanitarie ed economiche dell’infestazione di Xylella fastidiosa nel Salento : ma scenari come quello salentino non vanno strumentalizzati per giustificare come salvifico e ordinario l’impiego di insetticidi e prodotti diserbanti che nel caso specifico dovrebbero essere utilizzati su aree di estensione enorme. Se volete approfondire le relazioni tra chimica e salute, ed anche tra industria e istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelare la nostra salute, ed avete i nervi saldi, leggete “ Il veleno nel piatto” di Marie-Monique Robi, edito da Feltrinelli, autrice anche di “ Il mondo secondo Monsanto”. E teniamo tutti conto di quanto affermato in un recente convegno dell’UNESCO: " L'attuale generazione di bambini è la prima dell'era moderna il cui stato di salute è peggiore di quello dei loro genitori...e non dovrebbe essere così...".
1 commento:
Daniele Oian, che ringrazio vivamente, scrive una serie di osservazioni, che mi hanno fatto correggere il tiro, in effetti troppo facilmente equivocabile.
" 2-3 cose da sapere:
- il mais MON 810 l'unico autorizzato in UE non è resistente al Roundupready della Monsanto, ma al Bt (Bacillus Thuringiensis), quindi ha resistenza all'insetticida non al diserbante.
- la UE ha stabilito "l'autodeterminazione" degli stati in materia di accettazione o meno di nuovi transgenici, anche se, purtroppo, l'esclusione non potrà avvenire per motivazioni "ambientali".
- Questa regione, i Friuli VG si è dotata di una propria legge regionale che vieta ogni transgenico in agricoltura (incluso il MON 810)
- in Italia vige ancora il residuo ban (congiunto di tre ministeri) al mais MON 810
Tutto ciò non toglie nulla ai danni causati dal glifosato ed è sperabile che altri stati oltre a quelli che l'hanno già fatto, intraprendano il cammino (come fu per il ddt) per il completo e integrale divieto del glifosato nell'utilizzo agricolo, industriale, alimentare ecc.
La questione che scotta invece è quella della mancata ammissione del divieto ambientale, nell'autodeterminazione degli Stati, all'accettazione o meno del transgenico che molto eventualmente Monsanto, Bayer & Co. proveranno a spingere. La battaglia è in pieno corso. E verterà sia, come detto, sui prox transgenici che proveranno a far passarele corporations, che sui mangimi, visto che attualmente solo quelli di coltivazione biologica-biodinamica possono garantire l'assenza del transgenico.
P.S. per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203765763936924&set=a.1328319740415.2045588.1603594232&type=1&theater
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