martedì 6 febbraio 2018

Consiglio comunale di Gorizia: non c'è un reato, però c'è il gossip o il commento di costume. Ma la seduta, sul più bello, viene secretata.

E' curioso, patetico o ridicolo che il consiglio comunale di una città che è destinata ad affrontare tempi assai cupi si occupi appassionatamente e segretamente delle intemperanze verbali di un consigliere?



di Martina Luciani

Poco tempo fa, un consigliere comunale di Gorizia si è presentato in un locale cittadino dove era in corso un evento musicale e, gesticolando, a voce alta, con parolacce e bestemmie, inveiva contro i protagonisti della manifestazione.Una cosa così. Qualche accenno sui social era stato avvistato.

Il consigliere comunale Piscopo, che evidentemente apprezza e pretende le condotte integerrime e se ne fa custode, ha sollevato la questione, dicendo che non è bello un collega si comporti così. Oh, che briccone, pensiamo tutti noi del pubblico; ma è stato denunciato? No. Però l'assessore Oreti ha una lettera di protesta in cui si descrive puntualmente la situazione. Che vien letta, omettendo il nome e cognome del consigliere.
Eh ma insomma, di fronte ad un fatto di questa portata ( roba che l'inno della Decima Mas è meno di una ragazzata, molto meno) qualcosa si deve dire e fare. Già, però mica davanti a tutti, che son cose delicate, la seduta va secretata. Si, no, votiamo, come si fa, come si deve interpretare l'art. 3 del regolamento, mica facile, rivotiamo, facciamo una riunione dei capigruppo.

Intanto noi del pubblico ( ormai affamati e assetati, vista l'ora) non sappiamo se ridere o piangere, così intanto tiriamo a  indovinare e ci facciamo una nostra opinione.
Che include anche la considerazione seguente:  l'intemperante consigliere ( è di sesso maschile, questo non si poteva evitare di far sapere) bene avrebbe fatto a risparmiare a colleghi e cittadini la tracicomica rappresentazione allestita dai suoi colleghi, avrebbe dovuto invece alzarsi e proclamare: sono stato io, ero furibondo per queste e queste ragioni, non sono stato denunciato, quindi finiamola qua, mi dispiace, non lo faccio più.

Ma questo non accade. A sopresa, nell'andirvieni dall'aula e nel marasma di chiacchiere, il consigliere Puscopo, con una mossa degna di uno stratega, dichiara che ritira tutto, lasciamo perdere.
Si inviperisce allora il consigliere Zotti, che con il suo più fiero cipiglio dice che a lui i dubbi non vanno bene, che non gli va proprio si possa pensare, in assenza di un nome e cognome, che magari  sia stato lui il protagonista della piazzata, che non discutere la questione e archiviarla è un modo incivile e pure un po' camorristico ( la camorra predilige il traffico di rifiuti illeciti, in verità, di cui forse dovremmo preoccuparci, qua in città).

Insomma, se ci avessero fatto pagare il biglietto per questa rappresentazione, be', l'avremmo fatto: tanto appassionante quanto scoraggiante lo spettacolo offerto, un gossip assai goloso con risvolti gialli e una conclusiva, agghiacciante valutazione  sulla levatura istituzionale, culturale e sociale del parlamento cittadino.

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