giovedì 12 dicembre 2013

Spine nel fianco di oggi


Interrogativi sulle orde di spendaccioni al Tiare


di Martina Luciani



“In questa settimana al Tiare sono state contate più di 160.000 presenze. Un numero altamente significativo. La stragrande maggioranza di queste persone è di fuori provincia, quindi un bacino commerciale che il nostro territorio ha normalmente contattato molto poco. Può essere che io sbagli e che questa non sia una occasione per tutto l'isontino, come invece penso che sia, ma rimane comunque il tema di come dirottare  una parte di questo flusso nel nostro territorio…..a di come dirottare una parte di questo flusso sul nostro territorio, prima o dopo il Tiare. “

Questo è l’incipit dell’intervento del presidente della Provincia di Gorizia nel suo profilo FB. Il resto del discorso non ci fornisce alcuni dati fondamentali. Qual è l’impatto ambientale di 160 mila  persone arrivate in macchina a Villesse? Quanta CO2 produce questo movimento di popolo?  Quante risorse e suolo cementificato sono stati pagati dal territorio per accogliere questa frotta di consumatori? Come vengono trattati i rifiuti e gli scarichi fognari prodotti? Quanto hanno speso le 160 mila persone nei negozi del Tiare e nei negozi, ristoranti e bar del territorio?


I forconi a Gorizia




Che nella sonnacchiosa e tiepida Gorizia da giorni, con diligenza e metodo, si riproponga  la protesta che chiamiamo dei “forconi” è un fenomeno che richiede particolare considerazione.

Ieri,  Repubblica TV, Maurizio  Landini si diceva inquieto per il fenomeno che dilaga ovunque e assume forme anomale come quelle riferite su Monfalcone, dove secondo Landini stesso, sono gli stessi imprenditori di ditte appaltatrici della Fincantieri che consigliano ai dipendenti di scioperare. Certo che bisogna essere inquieti, anche di più, soprattutto se ci cerca di capir bene gli obiettivi che confluiscono da diverse origini in un unico calderone. Ad esempio, dalla pagina (uno dei tanti siti cui attingere) http://frontediliberazionedaibanchieri.it/2013/11/9-dicembre-il-perche-della-mobilitazione-nazionale.html: "Che l'attuale classe politica, presidente della repubblica compreso, istituzioni infiltrate dai partiti ladroni, si dimettano ed abbandonino le posizioni. Da quel momento vi sarà un periodo transitorio in cui lo stato sarà guidato da una commissione retta dalle forze dell'ordine trascorso il quale si procederà a nuove votazioni. Durante questo periodo di transizione verranno prese le seguenti misure di urgenza: ristampare la lira per finanziare senza creare debito la spesa produttiva statale; rescissione di tutti i trattati che ci vincolano con l'Europa delle banche."

Ho personalmente chiesto ad una dimostrante, che cortesemente, l’altra sera, mi invitava ad unirmi al corteo, se fosse a conoscenza di questi concetti: mi ha risposto serenamente che non ha importanza, basta cambiare.

Ma la casta trema? Se non per senso di responsabilità verso un Paese stremato (stordito e ridotto a preda ignara dei manipolatori delle masse) almeno per timore del piedestallo che traballa?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che il Tiare attragga gente, da ragazzini che farebbero meglio a dedicarsi allo studio della grammatica italiana a coppiette che, perso ogni romanticismo, si fanno il giretto in questa nuova, grande "pancia" del consumismo, nessuno lo mette in dubbio. Sperando duri poco, per lo meno, soprattutto considerando le brutte (orribili!) voci che gli circolano attorno (conti non in regola, sfruttamento dei lavoratori per citarne alcuni). Tralasciando la questione ambientale concentriamoci sui centri cittadini sempre più desolati (tra quanto appariranno i "tumbleweeds", i mitici cespuglietti rotolantidei film western?). E'una conseguenza logica, non lamentatevi. Circondati come siamo da Qlandia, Emisfero, Bennet, Tiare e combriccola bella, pretendiamo pure di avere città animate?


La massa che viene identificata con il nome di "forconi" è troppo variegata, ideali e speranze troppo diversi, per temere in qualcosa di serio. Almeno, così la penso io.

Piazza Traunik blog ha detto...

Ben vengano i contributi ma, come abbiamo scritto a lato pagina, è gradita la firma. Grazie.
La redazione

Anonimo ha detto...

I centri commerciali sono tipica espressione della società moderna, esistono ovunque, e per certi versi rappresentano un ritorno al passato, ad una dimensione ove tutto è protetto, a portato di mano, vicino. E’ completamente inutile demonizzarli. I commercianti del centro cittadino dovrebbero avere idee nuove che invece mancano… Insomma, il commercio a Gorizia muore per incapacità manifesta, non date la colpa al Tiare e al Qlandia