Con malizia manifesta e cercando di riderci sopra, vi racconto una storia. Non c'è azione, non c'è suspance, non c'è lieto fine. E' una replica di tante altre storie simili, di sottomissione della ragione alla ragion di stato. Si intitola: Io, consigliere comunale di maggioranza durante la faticosissima seduta del 20 settembre 2017.
di Martina LucianiE' notte fonda. Da ore siamo qua, si resiste solo perchè un po' di brio è assicurato dall'outsider della compagine consiliare e dalle sue battute. Tocca affrontare, oltre la mezzanotte, la discussione sulla mozione presentata dal consigliere Picco su istanza del comitato NobiomasseGO. Quel testo dimostra chiaramente che ci sono cose da sapere su questa vicenda che ancora non sappiamo, ma chiede qualcosa che il sindaco e la giunta hanno già deciso non vogliono fare, non capisco la vera ragione, contro istanze di così vasta portata non è mai bene opporsi a muso duro, fatto sta che mi tocca tenere bordone.
Ligio al dovere cincischio tra brani di storia vissuta e paragrafi dell'etica politica tratti dalla Settimana Enigmistica, salgo sugli specchi, scendo in una valle di lacrimevoli contrizioni, enumero la prole e il parentado, mi emoziono sul valore civico e sociale del mio mandato di consigliere comunale, non ho mai letto attentamente le parole con cui sono espressi i precetti normativi, però mi ispiro, nel corso delle mie esibizioni retoriche, all'afflato di legalità che da essi promana.
Dopo tutto questo lavorio, con la speranza di aver, come le seppie in pericolo, sparso abbastanza inchiostro verbale da confondere le idee al pubblico, mi prendo sulla gobba la responsabilità di dire ai tanti omini e donnine che mi guardano fisso ( accidenti, dimenticheranno la mia faccia?): non ho sufficienti ragioni per stare, senza se e senza ma, dalla vostra parte. Sono vostro custode e guardia del corpo ma non posso affiancarvi - nonostante la mia autorevolezza discenda proprio da voi, e il mio ruolo sia adempimento di un dovere nei vostri confronti - in un percorso rivolto all'attuazione dei vostri diritti, tutti i diritti che vi sono riconosciuti a partire da quelli che hanno una tutela rafforzata dal marchietto "costituzione italiana". E quando il consigliere Gaggioli sventola copia della sentenza del Tar del 2015 e spiega che in quella sentenza c'è scritto quale determinante errore aveva commesso la Giunta dell'amministrazione di allora, insieme agli altri mi acquatto, sparisco dietro il microfono della mia postazione. Temo che qualcuno gridi con tono di sfida: quale errore? Spiegacelo, tu che sei un avvocato...ma fortunatamente nessuno vuole sapere, il tempo è un eccezionale archivista ed è pure nostro alleato, la forza è con noi solo fin quando avremo il coraggio di non sapere.
Fine della storia.
Questo è il resoconto romanzato e come tale inattendibile ( lo so, lo sarebbe comunque, anche se provassi ad esser seria) che ho visto, sentito, capito io, componente del comitato NobiomasseGO, cittadina piccola piccola, durante la seduta del consiglio comunale nella quale è stata respinta la mozione presentata da Andrea Picco ( Forum Gorizia) e sostenuta ( quasi senza esitazione alcuna) dai consiglieri dell'opposizione.
Chiedevamo, noi del comitato NoBiomasseGO, di concretizzare un impegno forte da parte del sindaco e della giunta per escludere la costruzione di industrie ( insalubri) in un punto della città inadeguato: cioè tra le case della gente, condomini e ville dei tre quartieri direttamente coinvolti, in prossimità del campo sportivo, nei pressi di asili e scuole, vicino a installazioni militari, binari della ferrovia....Chiedevamo, e non abbiamo ottenuto, che il Comune si conformasse responsabilmente al bel concetto di urbanistica espresso anche recentemente dal Consiglio di Stato ( sentenza pubblicata lo scorso 18 settembre) e agisse di conseguenza:
"... tale potere di pianificazione deve essere rettamente inteso in relazione ad un concetto di urbanistica che non è limitato solo alla disciplina coordinata della edificazione dei suoli (e, al massimo, ai tipi di edilizia, distinti per finalità, in tal modo definiti), ma che, per mezzo della disciplina dell’utilizzo delle aree, realizzi anche finalità economico – sociali della comunità locale (non in contrasto ma anzi in armonico rapporto con analoghi interessi di altre comunità territoriali, regionali e dello Stato), nel quadro di rispetto e positiva attuazione di valori costituzionalmente tutelati.
In definitiva, l’urbanistica, ed il correlativo esercizio del potere di pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, così offrendone una visione affatto minimale, ma devono essere ricostruiti come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del medesimo.
Il potere di pianificazione urbanistica, dunque, non è funzionale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.), ma è anche rivolto alla realizzazione contemperata di una pluralità di interessi pubblici (e segnatamente di quelli ambientali fino al punto di prevedere il c.d. consumo zero di suolo), che trovano il proprio fondamento in valori costituzionalmente garantiti."
Troppo difficile? Ma no dai, chi si fa eleggere in consiglio comunale sicuramente comprende, sennò va dall'assessore all'urbanistica che spiegherà con entusiasmo e passione autentica.
Con le parole del Consiglio di Stato, e con le mille firme già raccolte a sostegno della mozione (numero che continua a crescere on line su change.org) si rendeva praticabile a tutte le componenti politiche del consiglio la scelta di interagire con i cittadini, di partire assieme per una gita di gruppo verso la verità storica di questa storia, lasciandosi alle spalle le manipolazioni, quelle astute e quelle grossolane, e puntare verso scelte coerenti con le aspirazioni, i bisogni e le legittime paure della comunità.
Non si è voluto fare. Perchè il gioco delle parti immobilizza oltre alle coscienze civili anche la lungimiranza politica e la prudenza. Dire di no alla mozione è stato un gesto incauto, gravido di conseguenze. Ne vedremo ancora delle belle, di questo siamo sicuri.
Della sentenza del TAR del 2015, quella che il consigliere Gaggioli sventolava con un bel sorriso in faccia alla turris eburnea della giunta comunale, vi racconterò la prossima volta.
Con le parole del Consiglio di Stato, e con le mille firme già raccolte a sostegno della mozione (numero che continua a crescere on line su change.org) si rendeva praticabile a tutte le componenti politiche del consiglio la scelta di interagire con i cittadini, di partire assieme per una gita di gruppo verso la verità storica di questa storia, lasciandosi alle spalle le manipolazioni, quelle astute e quelle grossolane, e puntare verso scelte coerenti con le aspirazioni, i bisogni e le legittime paure della comunità.
Non si è voluto fare. Perchè il gioco delle parti immobilizza oltre alle coscienze civili anche la lungimiranza politica e la prudenza. Dire di no alla mozione è stato un gesto incauto, gravido di conseguenze. Ne vedremo ancora delle belle, di questo siamo sicuri.
Della sentenza del TAR del 2015, quella che il consigliere Gaggioli sventolava con un bel sorriso in faccia alla turris eburnea della giunta comunale, vi racconterò la prossima volta.
3 commenti:
E' molto apprezzabile che i cittadini si informino, ma parlare di una sentenza senza leggere la sentenza, può essere un problema. La storia è ben diversa da come viene raccontata. Il TAR in quell'occasione si limita a dire che sono illegittime le ragioni extra urbanistiche che hanno determinato il parere negativo del Consiglio comunale (cioè parlare di tutto tranne che di urbanistica), mentre la Giunta di cui si fa cenno è quella provinciale e non quella comunale. Nel dispositivo finale, infatti, il TAR sostiene che avrebbe dovuto essere la Giunta provinciale e non il dirigente della Provincia ad assumere la decisione finale, così come poi è accaduto in seconda battuta.
Qui potete leggere il testo integrale della sentenza http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/pa24.php?idDoc=16823099&idDocType=3
Io che la sentenza l'ho letta già allora e mi sono chiesto com'è stato possibile che la delibera successiva approvata per l'altra centrale, abbia mantenuto la stessa impostazione - nonostante fosse ormai nota la posizione del Tar - senza che nessuno si sia preso la briga di correre ai ripari, (essendoci il tempo), mi chiedo ora come sia possibile che su una questione così seria, come la tutela dei cittadini, la maggioranza si schieri compatta contro i promotori dell'ordine del giorno. Per principio. La stessa maggioranza che allora, 3 e 4 anni anni fa, aveva votato contro la centrale.
Errare è umano, perseverare è diabolico.
Posta un commento