La notizia di oggi fa paura: l'assessorato alla cultura di Gorizia taglia il progetto della mostra transfrontaliera LIMES in programma a fine ottobre tra Gorizia e Nova Gorica. Gli artisti si ribellano e mandano tutto a monte. Il comunicato di Koinè.
di Martina Luciani
Il progetto LIMES , coordinato da Giacomo Nicola Manenti in collaborazione con Bostjan Potokar, docente della facoltà di Belle arti dell’Università di Nova Gorica, è stato proposto in collaborazione dalla Biblioteca statale isontina e dalla Biblioteca Bevk di Nova Gorica. L'assessore alla cultura ( noto alle cronache per la sua raffinatezza di costumi e le sue essenziali letture) e il sindaco di Gorizia, preoccupandosi per la sensibilità dei cittadini e con l'intento di proteggerli da temibili riflessioni e da un linguaggio artistico evidentemente non allineato al loro progetto politico, definiscono i confini della cultura e i limiti entro i quali a Gorizia si può esprimere la creazione artistica.
Il comunicato di Koinè.
Giovedì 7 settembre
2017
Il Gruppo
Koinè rinuncia alla realizzazione della mostra “Limes” che si sarebbe dovuta realizzare
a Gorizia e a Nova Gorica dal 2 ottobre al 2 Novembre 2017.Con il presente
comunicato il Gruppo Koine rende nota la decisione di rinunciare alla
realizzazione della mostra “Limes” promossa dal gruppo stesso, a seguito delle
richieste a nostro avviso offensive e inaccettabili avute a mezzo mail da parte
dell’assessorato alla cultura del comune di Gorizia e del suo titolare sig.
Fabrizio Oreti.
Il Gruppo Koinè con all’attivo una cinquantina di mostre distribuite lungo vent’anni su tutto il territorio nazionale, mai avrebbe pensato di doversi confrontare con quella che ci appare una sfrontata provocazione, intesa come gesto che induce a provocare una nostra ovvia rinuncia. Certo non possiamo credere che, ingenuamente, non possa essere stata considerata la nostra reazione in seguito a tali parole e condizioni.
Detto questo : l’idea stessa che un amministratore pubblico possa arrogarsi il diritto di decidere, non solo quale opera sia “opportuno” o meno realizzare ma anche sindacarne l’intento poetico e concettuale dell’artista, suggerendone addirittura modifiche dettate da palesi pregiudizi ideologici, purtroppo non trova altra sintesi se non in una sola parola: “censura”.
Come ben indicato dal progetto proposto, di cui alleghiamo per intero il testo, lo spirito della mostra da noi pensata era esattamente l’opposto e rammarica constatare che non solo non lo si è capito ma addirittura lo si è stravolto, negando ai “cittadini tutti”, la possibilità di giudizio e critica.
Dispiace altresì osservare quanto distante sia la volontà espressa da Koinè di suggerire, grazie all’arte contemporanea, luoghi, momenti e occasioni di incontro e libero pensiero, dalla volontà, direi eclatante, dell’assessore Oreti di ostacolarne la possibilità.
Ci sembra giusto e doveroso oltretutto mettere in luce la disponibilità e fiducia espressaci fin da subito da parte delle autorità di Nova Gorica le quali non hanno posto nessuna obiezione che non fosse di natura tecnico-logistica, dimostrando così di aver sposato a pieno il senso stesso della manifestazione.
Occorre peraltro precisare che il Gruppo Koinè non ha ,ne ora ne mai, avuto finalità che non fossero
artistiche e culturali ergo, il finanziamento irrisorio previsto da parte dell’amministrazione avrebbe avuto l’unico scopo di lenire in minima parte le spese necessarie alla realizzazione di una manifestazione di tale portata.
Si consideri anche la volontà da noi espressa di realizzare la mostra prescindendo dalla quantificazione di eventuali rimborsi pertanto, la richiesta di riquantificare il contributo ci sembra ridicola oltre che offensiva.
In conclusione, crediamo che l’amministrazione si sia impropriamente assunta la responsabilità di negare alla cittadinanza che rappresenta una occasione di civile scambio culturale, sentendosi peraltro in diritto di decidere cosa possa urtare la sensibilità dei cittadini, cosa alquanto ardita vista la sensibilità dimostrata dalla stessa.
Il Gruppo Koinè con all’attivo una cinquantina di mostre distribuite lungo vent’anni su tutto il territorio nazionale, mai avrebbe pensato di doversi confrontare con quella che ci appare una sfrontata provocazione, intesa come gesto che induce a provocare una nostra ovvia rinuncia. Certo non possiamo credere che, ingenuamente, non possa essere stata considerata la nostra reazione in seguito a tali parole e condizioni.
Detto questo : l’idea stessa che un amministratore pubblico possa arrogarsi il diritto di decidere, non solo quale opera sia “opportuno” o meno realizzare ma anche sindacarne l’intento poetico e concettuale dell’artista, suggerendone addirittura modifiche dettate da palesi pregiudizi ideologici, purtroppo non trova altra sintesi se non in una sola parola: “censura”.
Come ben indicato dal progetto proposto, di cui alleghiamo per intero il testo, lo spirito della mostra da noi pensata era esattamente l’opposto e rammarica constatare che non solo non lo si è capito ma addirittura lo si è stravolto, negando ai “cittadini tutti”, la possibilità di giudizio e critica.
Dispiace altresì osservare quanto distante sia la volontà espressa da Koinè di suggerire, grazie all’arte contemporanea, luoghi, momenti e occasioni di incontro e libero pensiero, dalla volontà, direi eclatante, dell’assessore Oreti di ostacolarne la possibilità.
Ci sembra giusto e doveroso oltretutto mettere in luce la disponibilità e fiducia espressaci fin da subito da parte delle autorità di Nova Gorica le quali non hanno posto nessuna obiezione che non fosse di natura tecnico-logistica, dimostrando così di aver sposato a pieno il senso stesso della manifestazione.
Occorre peraltro precisare che il Gruppo Koinè non ha ,ne ora ne mai, avuto finalità che non fossero
artistiche e culturali ergo, il finanziamento irrisorio previsto da parte dell’amministrazione avrebbe avuto l’unico scopo di lenire in minima parte le spese necessarie alla realizzazione di una manifestazione di tale portata.
Si consideri anche la volontà da noi espressa di realizzare la mostra prescindendo dalla quantificazione di eventuali rimborsi pertanto, la richiesta di riquantificare il contributo ci sembra ridicola oltre che offensiva.
In conclusione, crediamo che l’amministrazione si sia impropriamente assunta la responsabilità di negare alla cittadinanza che rappresenta una occasione di civile scambio culturale, sentendosi peraltro in diritto di decidere cosa possa urtare la sensibilità dei cittadini, cosa alquanto ardita vista la sensibilità dimostrata dalla stessa.
La mostra
La vicenda storica delle città di Gorizia e Nova Gorica, suggerisce un’ovvia riflessione, più che mai attuale, sul termine “confine” che a sua volta induce a definirne il senso.
«Un limen, a significare una soglia, porta da cui si entra e si esce, o limes, a indicare una barriera?»
La questione, che chiama a sé separazioni, muri e limiti, si apre allora alla necessità di definire anche
il concetto di “luogo”che, come sosteneva Aristotele, è il più difficile da definire.
Si allarga a spazi vari, dal contenitore chiuso allo spazio fino al quale giungiamo, al porto dove approdano pensiero e volontà. Senza ridurne la complessità, siamo costretti alla scelta; obbligati a scegliere se il confine dev’essere limen o limes, soglia o barriera, luogo dove trinceriamo le nostre certezze o dove naviga lo sguardo sul mare della conoscenza.
Ovviamente la prospettiva del pensiero cambia a seconda dello stato dell’osservatore. Il politico,l’uomo di affari o l’operatore umanitario avranno osservazioni e orizzonti diversi.
L’arte per sua natura si nutre di ricerca e di eresia: pertanto, prima di rifiutare l’idea di recinto o confine, l’artista proprio non la concepisce o, meglio ancora, ha come missione il suo superamento.
Il linguaggio artistico tende all’universalità, non necessita di grammatiche di lettura ma attiene all’inconscio, alla cultura inconsapevole degli uomini tutti.
Il sapere, la cultura e l’arte, declinati in tutte le loro forme, non abbattono confini poiché non ne riconoscono l’esistenza.
La linea di confine, prima che fisica o politica, è mentale e l’arte vive della comunione, della commistione, del mischiare e confondere la realtà, per rigenerarne di nuova. Una sfida infinita allo stato immobile delle cose.
Questo interessa all’artista ma, credo si possa dire senza azzardo, questa è la storia della
conoscenza e dell’uomo. Se queste ragioni appaiono provocatorie o utopistiche, è solo per la contingente ottusità delle ragioni di stato, di politiche miopi e interessi economici – quelli sì –sovranazionali.
Detto questo, la possibilità di cucire idealmente la due anime di Gorizia e Nova Gorica attraverso il filo della cultura e dell’arte, grazie alla collaborazione delle biblioteche delle due città, a noi pare un’opera centrale rispetto all’idea di “costruttiva contaminazione “ fin qui espressa.
3 commenti:
E' un fatto di una gravità inaudita. Mi preoccupa le motiviazione che, a quanto pare, sarebbero state addotte. Motivazioni non di carattere organizzativo ma di merito e inerenti al contenuto e, da quanto mi risulta, anche circa il significato e la presentazione delle installazioni. Quindi una CENSURA che vorrebbe negare la storia o descrivere una storia alternativa mai avvenuta. Sul tema intendo indagare e credo che la città debba mobilitarsi.
Marco Rossi, consigliere comunale
certo dobbiamo farci sentire. pronta e disponibile a qualsiasi iniziativa
Io sono a disposizione. Dove non è riuscita la campagna elettorale, riuscirà Gatsby.
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