sabato 25 luglio 2015

Sentenza elettrodotto Terna: il commento di Comitato per la Vita del Friuli rurale ( retroscena inclusi)

Terna s.p.a., a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato che blocca la costruzione dell'elettrodotto Udine Redipuglia, minaccia lo stop lavorativo per 50 imprese e 150 lavoratori, preannunciando anche black out elettrici e aumenti in bolletta, . Il Comitato guidato da Aldevis Tibaldi sottolinea che " vincere si può, anzi si deve in memoria di chi è morto per poter scrivere la Costituzione repubblicana. Vincere si deve anche per conto di chi non ha voce e viene usato come merce inerme da una casta che sfrutta e coltiva la sua arrendevolezza e per sopprimere ogni forma di partecipazione." La nota integrale. 



"Dopo otto lunghi anni di lotta la cittadella della corruzione è sprofondata nella sua infamia insieme all’ecomostro che ha partorito e protetto. 
Dopo lotte incredibili, manifestazioni di protesta, assemblee pubbliche, notti insonni, denunce, spese legali a non finire, il Comitato per la vita del Friuli Rurale e i suoi agricoltori hanno vinto la battaglia finale: il Consiglio di Stato ha dato torto alla TERNA e ai suoi fautori.
Questa non è solo la vittoria nei confronti della TERNA ma di un sistema politico corrotto che si è venduto ed ha consegnato nelle mani dell’oligarca la Regione, il suo paesaggio e la dignità e il progresso dei suoi abitanti. E’ la dimostrazione che vincere si può, anzi si deve in memoria di chi è morto per poter scrivere la Costituzione repubblicana. Vincere si deve anche per conto di chi non ha voce e viene usato come merce inerme da una casta che sfrutta e coltiva la sua arrendevolezza e per sopprimere ogni forma di partecipazione.
Abbiamo vinto contro la caverna dei quaranta ladroni di piazza Oberdan che, indipendentemente dal loro momentaneo colore, si sono genuflessi davanti ai padroni dell’energia; abbiamo dato uno schiaffo morale ai tengo famiglia della carta stampata, della TV confindustriale e della RAI che, dopo essersi prodigati nel farci il “panino”, sono passati ad una vera e propria censura.
Abbiamo vinto contro una Confindustria retriva che ragiona per partito preso e, paga del controllo sull’informazione, non vede oltre la punta del suo naso. Abbiamo anche vinto sulla CGIL che per ingraziarsi la Confindustria si è fatta in quattro per sostenere l’ecomostro.
Nulla dobbiamo ai fraccabottoni che in anni e anni hanno ignorato la difesa della Terra che li ha mandati in Parlamento. Con rabbia abbiamo sconfitto le Associazioni di categoria che hanno abbandonato i loro assistiti e le Associazioni Ambientaliste di regime che hanno barattato il loro silenzio con i quattro soldini elargiti dalla TERNA. Con disprezzo abbiamo prevalso contro i tradimenti dei sindaci che si sono defilati dalla lotta per qualche prebenda o insignificante vantaggio: il sindaco di Pozzuolo, di Santa Maria la Longa, di Campoformido, di Campolongo, di San Pier d’Isonzo e di Villesse. Abbiamo vinto sull’opportunismo dei Presidenti di Provincia, sulle caste dei super pagati burocrati regionali e provinciali, sempre pronti a sacrificare il diritto e la scienza sull’altare del padrone. Abbiamo infine dato una sberla agli alti dirigenti ministeriali, prodighi di favoritismi nei confronti del più forte, che non possono certo definirsi “fedeli servitori dello Stato” .
La strada che abbiamo percorso con tanta fatica e spesso in piena solitudine, ha permesso di disvelare nefandezze e imbrogli di ogni genere, eppure non abbiamo mai debordato dalla affermazione dello Stato di diritto e abbiamo sempre confidato nella magistratura, anche quando, in ossequio alla telefonata romana, le forze dell’ordine sono state sguinzagliate per contrastare improbabili reazioni dei contadini, anziché le prevaricazioni degli emissari della TERNA.
Abbiamo resistito alla luce del sole e sottoposto alla magistratura le palesi violazioni ambientali e le prevaricanti immissioni in possesso. Siamo fieri di ciò che abbiamo fatto e di come l’abbiamo fatto. Oggi dunque, lungo il fiume di confuciana memoria vediamo passare i cadaveri di tutti gli arroganti nemici di questa terra che, in posizioni di comando, si sono esibiti nel favorire i padroni dell’energia, nel falsificare la realtà, senza mai riscontrare le nostre missive. Devono essere ricordati a futura memoria, Illy, Sonego, Tondo, Riccardi, Savino, Ciriani, Violino, Colautti, Serracchiani, Vito, Boem…
Uno spettacolo da compartire con tutti, affinché l’epilogo di questa lotta sia patrimonio collettivo, anche per la Toscana, per il Veneto e l’Abruzzo e un esemplare motivo di rinascita morale per tutti. Perché i responsabili del tradimento scompaiano dalla scena politica per indegnità e le nuove generazioni ne siano definitivamente liberate: per Cristian, per Emil, per Viola, per Emma… D’altro canto non fosse stato per i vertici regionali, la Terna si sarebbe adeguata ed avrebbe interrato la linea con profitto generale (ricordo le parole del presidente Roth “nessuno me l’ha chiesto!”) e, per giunta senza dover raccogliere i cocci dei piloni caduti per una semplice turbolenza (quello in figura è caduto nel Veneziano nei giorni scorsi e senza destare il benché minimo interesse dei tengo famiglia!).
Siamo anche consapevoli che la TERNA farà il diavolo a quattro per non retrocedere, per contestare gli effetti della sentenza e per non tradire i suoi complici annidati in Regione. In attesa di una sentenza di cui conosceva perfettamente l’esito a lei sfavorevole, ha moltiplicato le forze e accelerato i lavori per mettere tutti davanti al fatto compiuto. Nei due mesi di attesa l’abbiamo vista correre di sabato e di domenica, usare elicotteri e abbiamo denunciato inutilmente ad un ispettorato del lavoro rintanato nei suoi uffici, le pericolose condizioni di lavoro degli operai. Fino all’ultimo hanno contato di far uscire la sentenza dopo il periodo feriale, mettendo le imprese di fronte al ricatto: o finite entro i primi di settembre o non vi paghiamo… Per indebolire la resistenza hanno persino sparso la voce di aver vinto al Consiglio di Stato.
Adesso vanno fermati e fermate le Forche Caudine che stanno innalzando in ogni dove. Intanto ci preme ringraziare soprattutto l’avvocato Matteo Ceruti per la sapiente gestione della causa, ma anche La Vita Cattolica, Radio Onde Furlane, Telepordenone, la CISL, la UIL e lodare il comportamento dei sette sindaci che hanno sostenuto la lotta senza farsi traviare dalle “compensazioni”."

Comitato per la Vita del Friuli Rurale
 

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