sabato 27 dicembre 2014

Saranno contenti il sindaco e il prefetto del regalo di Natale che gli stan facendo i volontari al lavoro con i profughi?

Lettera aperta al Prefetto e al Sindaco.  Il dono dei volontari alle istituzioni: dar da mangiare agli affamati prima che svengano per strada e mettere le persone a dormire al riparo se non vogliamo  che il freddo e le malattie li uccidano.  


di Martina Luciani


Egregio signor Prefetto ed egregio signor Sindaco,

spero siate compiaciuti per il dono enorme che tanti volontari stanno offrendo alle  cariche istituzionali che rappresentate. Da giorni e giorni infatti numerose persone delle più diverse appartenenze religiose e politiche si stanno facendo in quattro per assicurarvi sereni giorni di festa. 
Che sia la Vigilia o Santo Stefano si è deciso di assicurare la vostra tranquillità. Lo facciamo evitando che di notte in giro per la città ci sia quello che voi considerate uno spiacevole inconveniente: i profughi. Compito non facile anche perché sono più dei 25 che ha contato Lei, egregio signor Sindaco. Vagano affamati, bivaccano e sono in attesa di espletare le pratiche per cui hanno scadenze e appuntamenti nei competenti uffici: ma non hanno un posto dove stare. Un posto...ma che dico...a loro deve bastare una cuccia, un cartone steso sotto un albero, una coperta umida tirata fin sopra la testa per aspettare tremando che gli agenti di polizia facciano valere l'ordinanza del sindaco e li costringano a spostarsi...e così, senza dormire, trascorre la notte...in qualche modo "ha da passà 'a nuttata", la loro e  la nostra. Perché noi abbiamo deciso di non rinunciare alla nostra dignità, di cittadini e di uomini, voltando la testa dall'altra parte, e tentiamo di far recuperare ai profughi almeno un briciolo della loro dignità perduta.

mercoledì 24 dicembre 2014

L'ordinanza anti bivacco: ancora umiliazione e vergogna addosso ai profughi. Lo sforzo del volontariato sociale.



Pubblichiamo l'appello del Forum Cultura di Gorizia : gli effetti dell'ordinanza del sindaco, l'azione deivolontari, le domande stanotte, vigilia di Natale, ci parrà ancora più assurdo non abbiano alcuna risposta.

I richiedenti asilo accorrono numerosi a Gorizia non perché trovano accoglienza in città, ma perché è la sede dell’unica Commissione del Triveneto. E’ evidente che il flusso degli arrivi, molto aumentato in questi ultimi mesi, dipende da strategie internazionali difficili da individuare e impossibili da modificare. Al di là della complessa discussione sulla gestione delle enormi migrazioni che interessano tutto il Pianeta, resta un fatto: che piaccia o meno, centinaia di persone sono già arrivate e altre continueranno ad arrivare a Gorizia per presentarsi davanti a una Commissione che dovrà decidere sulla legittimità della loro richiesta di asilo. Fino a quando non sarà emessa la “sentenza”, esse sono tutelate dalle convenzioni internazionali e dalla Costituzione italiana.
La domanda concreta è: questi esseri umani devono rimanere senza un tetto, dormire all’addiaccio in queste notti di gelo senza coperte e vestiti pesanti, mangiare l’erba dei parchi o si possono trovare altre soluzioni?
Quella proposta dal sindaco di Gorizia con l’ordinanza anti-bivacchi ha avuto un unico risultato, quello di rendere ancora meno dignitosa la permanenza di coloro che attendono giorni prima di essere visitati dalle strutture sanitarie, certificati dagli organi di polizia ed eventualmente entrare – fino all’ormai molto prossimo esaurimento dei posti - nei luoghi “convenzionati” messi a disposizione dalla Chiesa diocesana.

La convenzione firmata dalla stragrande maggioranza dei Comuni della Provincia di Gorizia sembra essere un pio auspicio, in un’attesa del reperimento e dell’allestimento dei luoghi di accoglienza che sembra richiedere tempi lunghi e complessi adempimenti.

Il volontariato sociale, che si è impegnato in questo ultimo periodo organizzando a proprie spese ed energie fisiche centinaia di pasti e mettendo a disposizione le proprie precarie sedi per fornire un ricovero temporaneo di fortuna, è ai limiti delle proprie capacità d’azione e inoltre non è giusto che si sostituisca sistematicamente alle mancanze delle istituzioni preposte.

Senza la buona volontà di questi ultimi, chi darà un tetto e un pasto a decine e decine di persone che nei prossimi giorni – ordinanza o non ordinanza – raggiungeranno infreddolite ed affamate la città e con ogni probabilità non potranno far altro che stazionare di nuovo nei parchi pubblici? Come già accaduto, invitati a spostarsi, passeranno la Notte di Natale vagando da uno spiazzo all’altro, cercando di sfuggire l’inclemenza del tempo e l’insipienza degli umani?

lunedì 22 dicembre 2014

Chi vuole mettere il bavaglio alla libertà di stampa?

http://www.seven-network.it/
"Il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, ha invitato il presidente Renzi ad adoperarsi per affossare il testo di legge sulla diffamazione attualmente alla Camera per la terza lettura. Il suo autorevole parere si aggiunge alle proteste, legittime ed argomentate, già sollevare dalla Fnsi, dall'Ordine dei giornalisti, dall'Unione dei cronisti e da tutte le associazioni che hanno a cuore l'articolo 21 della Costituzione". Lo scrivono in una nota Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21. "La proposta, ulteriormente peggiorata nei diversi passaggi parlamentari, continua a prevedere multe elevatissime, modalità di rettifica inapplicabili, impossibili equiparazioni tra media tradizionali e nuovi media e, soprattutto, non contiene alcun deterrente per scoraggiare quei 'querelanti temerari’ che ormai usano la querela come strumento di intimidazione sistematica e preventiva. In queste condizioni non ha senso procedere alla approvazione del testo, se non nella direzione di un accoglimento della richiesta, venuta per altro  dalle specifiche istituzioni europee, di procedere alla abrogazione della pena del carcere".  "L'associazione articolo 21, infine - concludono Corradino e Giulietti - si adopererà per la convocazione di una grande iniziativa nazionale capace di mettere insieme quanti, in questi anni, al di là di ogni logica di parte o di partito, hanno sempre contrastato ogni forma di legge bavaglio, di qualsiasi natura e colore".

domenica 21 dicembre 2014

Il solstizio d'inverno, celebrato con il vischio, avviene quest'anno il 22 dicembre, nel cuore della notte più lunga dell'anno.

Non è sempre il 21 dicembre, la data del solstizio d'inverno, in realtà l'Italia sarà interessata dal fenomeno astronomico nel cuore della notte del 22 dicembre. 


di Martina Luciani


E' il momento in cui l'emisfero boreale riceve il minor irraggiamento solare, data che segna l'inizio dell'inverno astronomico, con il sole che raggiunto il massimo della declinazione negativa inverte il suo moto apparente e comincia ad innalzarsi nuovamente lungo l'eclittica.
La pianta del solstizio è il vischio, che Virgilio nell'Eneide chiama "ramo d'oro", quello che Enea deve cogliere per poter scendere a rivedere il padre Anchise nel Tartaro.
Non è certamente dorato, il vischio, anche se a Natale capita di vederlo messo in vendita spruzzato di vernice dorata.
Ma ci dice James Frazer ne " Il ramo d'oro" qualche mese dopo essere stato tagliato il vischio assume proprio un bel colore dorato, foglie e fusto. E questa sua caratteristica ben giustificherebbe l'associazione con il solstizio d'inverno, momento in cui il fuoco solare è indebolito nella volta celeste ed è opportuno rinvigorirne lo splendore attraverso opportuni echi e simboli. Curiosamente, nelle antiche tradizioni una verga di vischio ( ma raccolto in concomitanza con l'altra grande celebrazione del potere solare, il solstizio d'estate) veniva usata per cercare l'oro.
I Celti lo consideravano pianta misteriosissima ( pensavano che poiché rimane verde sull'albero che ha perso le foglie ne custodisse la vitalità, l'anima stessa) con virtù magiche e terapeutiche. Perché esprima al meglio le sue potenzialità bisogna fare come i Druidi, raccoglierlo nella notte magica dopo il solstizio d'inverno, la sesta per la precisione. Notti degli dei, in cui si spalancano porte altrimenti chiuse.
Alfredo Cattabiani. Lunario
James Frazer. Il Ramo d'Oro.

sabato 20 dicembre 2014

Profughi. Stefano Cosma in consiglio provinciale: basta lamentarsi, facciamo qualcosa di concreto.




"L'ordinanza anti-bivacco del Comune di Gorizia a nulla serve se non affiancata da una convenzione per sistemare i migranti da qualche parte; da un accordo con l'Ass per le visite mediche; e da un protocollo per impiegare i "profughi", come fatto a Nimis e come potremmo imitare attraverso la nuova " Rete provinciale in materia di immigrazione". La nota del capogruppo di Futuro e libertà in Consiglio provinciale Stefano Cosma.



In considerazione della recente realizzazione della “Rete provinciale in materia di immigrazione”, nata dal “Protocollo d’intesa” sottoscritto da molti Comuni dell’Isontino, il consigliere Stefano Cosma con un'interpellanza ha fatto lunedì una proposta concreta al Presidente e all’Assessore al welfare, da sottoporre al Gruppo di lavoro. Una proposta che metta soprattutto fine alle continue proteste e critiche che da mesi attua il Comune capoluogo di Gorizia. Cosma ha portato a conoscenza di tutti che lo scorso 11 dicembre 2014 il piccolo Comune di Nimis (Ud) - per primo in Italia - ha sottoscritto con la Regione, la Prefettura di Udine e la “Caritas” friulana un protocollo d'intesa per impiegare, in qualità di volontari, i richiedenti asilo nelle piccole manutenzioni: dal giardinaggio alle pulizie di strade e piazze. "Il documento - scrive Cosma - risponde alle direttive del Ministero dell'Interno e permette di valorizzare esperienze ed azioni di partecipazione volontaria per rafforzare la socializzazione.

Ordinanza scaccia profughi. Rifondazione e Federazione della sinistra: valutiamone la legalità e la legittimità.




L'intervento del segretario provinciale di Rifondazione Comunista Roberto Criscitiello e del consigliere comunale della Federazione della Sinistra Emanuele Traini.
"Gorizia ha già dato? Cosa ha dato, visto che le strutture che ospitano i profughi sono di proprietà della chiesa e le convenzioni in essere sono economicamente a carico del Ministero dell'interno."

 

"L'ordinanza del sindaco Romoli sugli insediamenti di fortuna dei richiedenti asilo è inaccettabile, e presenteremo immediatamente formale richiesta di revoca. Verificheremo a breve se sia incostituzionale e quale sia l'iter per ottenerne la cancellazione, come del resto immaginiamo possa aspettarsi lo stesso sindaco, visto che nel corso dell'ultima seduta del Consiglio Comunale, rispondendo ai consiglieri della sua maggioranza che gli chiedevano un provvedimento per ripristinare il decoro del Parco della Rimembranza, ha affermato che altri comuni che avevano emesso ordinanze similari hanno dovuto revocarle a fronte di una sentenza della Corte di Cassazione.
Il sindaco quindi, dopo una settimana in cui alcune associazioni hanno dato i loro spazi e molti cittadini il loro tempo e a volte anche il loro denaro per risolvere i problemi urgentissimi di queste persone affrontando una vera e propria emergenza umanitaria in sostituzione ad un'amministrazione assente, dà una risposta istituzionale clamorosamente stridente, e sceglie la militarizzazione del territorio.

Ordinanza scaccia profughi. Forum per Gorizia e Circolo Sel Goriziafutura: disumana e inapplicabile.


foto Pierluigi Bumbaca

Come si sono attivati gli Enti locali che hanno sottoscritto l'accordo con la Prefettura e che dovrebbero condividere con il Comune di Gorizia la gestione allargata sul territorio dell'accoglienza dei richiedenti asilo?
La nota emessa oggi da Forum per Gorizia e dal Circolo Sel Goriziafutura.


L’ordinanza del sindaco di Gorizia Romoli ha un’ottima premessa e una pessima conclusione. Da una parte infatti sottolinea l’estrema pericolosità del soggiorno all’addiaccio in pieno inverno e riconosce il disagio di coloro che sono costretti ad “albergare” nei parchi cittadini, dall’altra propone come unica soluzione l’allontanamento coatto. E’ evidente quanto tale disposizione oltre che disumana sia anche inapplicabile: chi viene mandato via, dove andrà se non in una altro parco nelle vicinanze? E chi trasgredirà, come sarà punito? Con l’arresto per un reato non commesso? Per un foglio di via che il Comune senz’altro non ha l’autorità di emettere? Con una multa che nessuno potrà neanche sognarsi di pagare?
In assenza di autentiche politiche di accoglienza e di un adeguato sistema di riconoscimento dei nuovi venuti, dallo “spirito” dell’ordinanza si può ricavare comunque un condivisibile auspicio, quello cioè che ad affrontare la questione non ci sia soltanto il Comune di Gorizia.

venerdì 19 dicembre 2014

Profughi, ordinanza del sindaco: tu mi cacci, dimmi dove devo andare.


di Martina Luciani


In queste ore, molti  stanno ragionando sulla conformità  rispetto i principi di diritto interno e internazionale dell'ordinanza con cui il sindaco di Gorizia ha per un verso riconosciuto,  in conseguenza della segnalazione dell'Azienda sanitaria,  l'indecenza/ pericolo in cui sono abbandonati i profughi giunti nella nostra città, sede di Commissione territoriale per le richieste d’asilo,  e per un verso ha fatto propria la proposta di  "attivare gli idonei strumenti amministrativi per collocare tali soggetti in ambiti residenziali adeguati”.
Dal canto loro, i richiedenti asilo stanno ponendosi questo problema: quando tu, agente di polizia, mi fai sgomberare io dove vado? Mi sposto cento metri più in là in attesa che mi ribecchi, o mi rendo invisibile? Domanda che è inutile rivolgere al sindaco, ma che sicuramente possono porre al Prefetto. E sicuramente qualcuno, in loro nome, a cominciare da questo blog, farà presente all'istituzione che ha la competenza dell'accoglienza e tutela dei richiedenti asilo queste domande: dove posso stare? Cosa intendi fare di me?



giovedì 18 dicembre 2014

Profughi a Gorizia. Nell'assenza delle istituzioni, scatta ancora una volta la solidarietà dei cittadini.

I richiedenti asilo sono affamati: ieri sera, nella sala della Caritas, i goriziani hanno improvvisato una mensa che ha accolto una settantina di persone.L'emergenza umanitaria sembra essere diventata una prassi.


di Martina Luciani

Ennesimo intervento di civiltà che tampona l'indifferenza o, pure peggio,  le strategie delle istituzioni competenti. Strategie illeggibili a chi si riconosce quale componente di una società civile, legata e collegata dai principi di rispetto dei diritti umani, dell'eguaglianza, della solidarietà.
Queste iniziative di soccorso umanitario vengono spontaneamente realizzate perché non è ancora stata attivata la convenzione tra Prefettura e Caritas per organizzare la presenza dei richiedenti asilo nella situazione dell'immediata presa in carico.
Le coscienze individuali,  le associazioni e i partiti politici si riuniscono attorno ad un problema di giustizia, di salute pubblica, di sicurezza;  la  rete di disponibilità personali  dimostra la capacità della comunità goriziana di farsi carico della clamorosa incapacità istituzionale ad intervenire ( sul piano umanitario, della salute pubblica, della sicurezza). Per contro, gli interlocutori pubblici che scaricano le proprie specifiche responsabilità sono tenuti a rispondere politicamente alle richieste inascoltate: quelle dei cittadini, ancor prima di quelle dei richiedenti asilo.



mercoledì 17 dicembre 2014

Entra in vigore oggi il Jobs act


http://caterpillaram.blog.rai.it/

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.290 del 15-12-2014), entra in vigore il Jobs Act: la legge n. 183/2014 contenente deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.

Interventi sulla questione emergenza umanitaria richiedenti asilo: Ilaria Cecot (SEL) e Bressan ( Gorizia è tua)

Interrogazione del consigliere comunale di Gorizia è tua Michele Bressan e nota di Ilaria Cecot ( SEL): non funziona la lettura ideologica dei diritti umani,bene l'accordo con i sindaci, ma nel frattempo sindaco, giunta comunale e Prefettura prendano iniziative d'urgenza per rispondere all'emergenza specifica dei richiedenti asilo in città.



"La questione - ha detto l'altra sera in consiglio comunale Bressan rivolgendosi al sindaco Romoli - non si risolve con slogan, blitz di vario genere, scaricando le responsabilità o non sedendosi ai tavoli istituzionali per cercare soluzioni condivise." Ed ha aggiunto: " Il male, a mio giudizio, è che la questione è letta unicamente secondo la visione ideologica delle forze politiche di appartenenza. Mi hanno lasciato perplesso alcuni interventi suoi e di esponenti della sua giunta, riguardo a due istituzioni, che senza suonare le trombe, operano sul territorio, per tutte le emergenze: la Caritas e la mensa dei frati cappuccini." Bressan, oltre a riprendere le tutele alla persona umana contenute nella nostra Costituzione e nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, ha anche ricordato quanti rappresentati istituzionali erano accanto a Papa Francesco durante la sua visita a Redipuglia e quanti poi si sono espressi contro il monito del Pontefice "  A me importa".
Ilaria Cecot  ritiene che " l'accordo trovato ieri dai nostri sindaci in Prefettura sia, di fatto, la "chiave di volta" per uscire, mi auguro in tempi ragionevoli, da questa situazione che ormai dura da un anno. In passato, le problematiche connesse all'immigrazione  erano  oggetto di attenzione nella sola Gradisca, che dal 2006 convive con il Cara ed il Cie; oggi, dopo l'iniziale disorientamento è arrivato il tempo della responsabilità e della programmazione. Risultato straordinario per cui non possiamo che sentirci orgogliosi del nostro territorio e dei nostri Sindaci. Personalmente non ho letto il protocollo ma ne ho parlato con il Sindaco di Romans d’Isonzo, Davide Furlan, e le assicurazioni ricevute mi bastano per sapere che dopo l'impegno seguirà la concretezza.
Mi risulta davvero difficile, invece, comprendere l'atteggiamento del Sindaco Romoli.
 L'Isontino ha teso la mano a Gorizia e lui che fa? Chiude la porta in faccia all'Isontino. Ma non era quello che aveva, giustamente, chiesto?

martedì 16 dicembre 2014

Opera d'arte di Federico Righi: l'allarme di piazza Traunik



Nei mesi scorsi avevamo segnalato il fatto come, con la cessione da parte del Comune ai Vigili del fuoco, dell'immobile già destinato a sede della scuola Locchi in via Leoni, non fosse nota la fine che poteva aver fatto la significativa opera pittorica dell'artista triestino Federico Righi.

Il consigliere comunale Michele Bressan ha presentato in tal senso un'interrogazione al Sindaco Romoli il quale ha dichiarato che non era a conoscenza dell'esistenza di tale opera e che s'informerà se i Vigili del fuoco sono disposti a restituire l'opera. In tal caso si sarebbe impegnato a sistemarla nella scuola media Ascoli appena ristrutturata. Questo il testo dell'interrogazione del consigliere di Gorizia è tua.

Antonio Lasciac: i disegni goriziani. Mostra all’Archivio di Stato



Visite guidate dei disegni di Lasciac lunedì 22 dicembre, 12 gennaio e 26 gennaio 2015.


Tornano “a casa” i disegni dell’architetto Antonio Lasciac ( Gorizia,1856 – Cairo,1946) provenienti dai fondi dell’Archivio di Stato ed esposti nella Sala Di Iorio di via Mameli 12, in concomitanza con la due giorni del Convegno internazionale di studi tenutosi  a Gorizia sulla sua figura. Ma non vanno a rinchiudersi “nel cassetto”, cioè nelle buste e faldoni di pertinenza. 
Saranno visibili, dal 17 dicembre  fino a tutto gennaio, ad un più ampio pubblico di interessati alle vicende storiche della città e degli uomini che le hanno reso onore, nella saletta espositiva dell’Archivio di Stato.

Ne illustrerà il significato Diego Kuzmin, che ha rintracciato i disegni nei fondi archivistici, mettendo così a fuoco i primi e finora ignoti interventi giovanili di Lasciac, prima di spiccare il volo per altri lidi – senza però perdere i contatti con la sua città natale – e diventare architetto di fiducia, “Lasciac Bey”, del Khedivè d’Egitto. La presentazione si terrà mercoledì 17 dicembre alle ore 15.30 all’Archivio di Stato di via dell’Ospitale 2.

Profughi. Convenzione tra Prefettura e Comuni. Urgente anche quella con la Caritas per evitare i bivacchi notturni

La questione profughi ha due prospettive di intervento: quella dell'accoglienza diffusa che si apre concretamente con l'accordo raggiunto oggi tra Prefettura e Comuni della Provincia e quella dell'emergenza. Cioè dei bivacchi notturni. delle persone senza cibo, malate, sfinite. Serve la piena operatività della struttura del Nazareno, gestito dalla Caritas, quale sede di immediata accoglienza e verifica sanitaria, per poi distribuire i richiedenti asilo nelle strutture che saranno individuate e gestite nel territorio provinciale.


di Martina Luciani



Chi lo farà stasera, al sindaco Romoli, il grande favore di svuotare il Parco della Rimembranza dai profughi senza tetto: come sempre i cittadini volontari che si sostituiscono alle istituzioni e sopperiscono all'assenza totale di organizzazione? Mentre ancora non si realizza  quella convenzione tra Prefettura e Caritas che consentirebbe di ampliare l'accoglienza al Nazareno?
Il dibattito, le proposte, i rancorosi patriottismi e le rinnovate preoccupazioni per gli indigenti goriziani ( e ci volevano gli afgani per riportare l'attenzione sulle tragedie che abbiamo in casa?) sulla questione profughi a Gorizia si intrecciano fittamente e formano un compatto tessuto, un sipario che nasconde questo: gli arrivi di richiedenti asilo non sono prevedibili e gestibili, non esiste alcuna organizzazione dopo la "presa in carico" da parte degli uffici di polizia e immigrazione, le persone bivaccano in città, non va bene per cento motivi ma nessuno fa concretamente niente per evitarlo.
Ieri sera, volontari di svariate provenienze associazionistiche e politiche hanno nuovamente trasportato via dal Parco della Rimembranza un'altra quindicina di profughi, variamente affamati e malati, ha fornito cibo e coperte.
Oggi, vertice dei sindaci della provincia in Prefettura. Per ottimo che appaia il risultato, cioè una convenzione per attuare l' accoglienza diffusa dei profughi nei diversi Comuni che, a differenza dell'ipotesi orginaria,  lascia alla Prefettura la responsabilità di realizzare i meccanismi organizzativi ed i relativi bandi per l'affidamento dei servizi e per i contratti). Questa è la soluzione corretta, indubbiamente,  siamo tutti consapevoli che le grosse concentrazioni non sono opportune: ma ci vorrà molto tempo per renderla operativa. Se stasera altre persone vagheranno per il parco della Rimembranza, senza tetto e senza diritti, dovranno essere nuovamente i volontari a farli sparire da lì. Un favore al sindaco (che continua ad ignorare il rischio per la salute pubblica e non sta nemmeno pensando a come sanitizzare le aiuole inevitabilmente usate come servizi igienici) ed a tutti coloro che lamentano in vario modo l'utilizzo del giardino nel cuore della città Semplicemente perché non sapranno proprio dove ricoverarli. Quindi, che abbiano fame, freddo o malattie, stasera lì resteranno. Ma bisogna proprio che ci scappi il morto, per organizzare in qualche modo ciò che inevitabilmente continuerà ad accadere, cioè gli arrivi di profughi?
La convenzione Comuni - Prefettura è un grande risultato attorno al quale ora lavorare; ma parallelamente serve provvedere all'emergenza, a restituire dignità e diritti ai profughi che passano la notte come bestie selvatiche, ad assicurare sicurezza a tutti e a tutelare la salute pubblica ( quella dei profughi e la nostra assieme).

domenica 14 dicembre 2014

Basta con i botti a Capodanno



In attesa che il Parlamento si muova nel senso auspicato dalla Comunità virtuale che ha aperto la petizione per vietare i botti a Capodanno, facciamo in modo che ogni singolo Sindaco emetta un’ordinanza di divieto all’utilizzo dei botti. Sarebbe anche un segno di alto senso civico nei confronti di coloro i quali rispettano gli animali quali esseri viventi e, tra l’altro, non costa nulla farlo. 

E’ un appello che rivolgiamo a consiglieri comunali, assessori perché si attivino nei confronti del proprio ente di riferimento. In tal senso si è già mosso il Movimento 5 stelle di Torino che ha sottoscritto la petizione, invitando i cittadini, comunque, ad evitare di utilizzare petardi e quant'altro.

sabato 13 dicembre 2014

Profughi: siccome non li vogliamo li facciamo stare nel peggior modo possibile?

Stamattina conferenza stampa di Forum Gorizia, Rifondazione Comunista, Sel e Comunità Arcobaleno, che ieri notte hanno tolto i profughi dal Parco della Rimembranza e in collaborazione con Caritas li hanno sistemati un po' qua e un po' là, al coperto e al caldo: non solo inconcludenza organizzativa, rimpallo di responsabilità e sommari lavaggi di coscienze; non solo indifferenza per i diritti umani e vuoto di solidarietà;  ma anche incongruenza e irresponsabilità amministrativa nel governare una situazione a rischio sotto il profilo sanitario e igienico.

di Martina Luciani




Un meccanismo di difficile comprensione, quello per cui la convenzione Caritas - Prefettura di Gorizia non viene firmata, ampliando le possibilità di civile accoglienza dei richiedenti asilo: il sindaco di Gorizia non dà il suo placet, l'iniziativa caldeggiata dalla stessa Prefettura si arena, martedì prossimo è atteso un incontro plenario con i sindaci della Provincia che tuttavia non attiene ai meccanismi formali per l'apertura dell'ala del Nazareno che praticamente raddoppierebbe la capienza della struttura.
" Abbiamo affrontato la situazione, la notte scorsa, come possibile: la nostra azione supplisce alla carenza istituzionale ma soprattutto deve servire da stimolo a sbloccare questa inaccettabile situazione - ha dichiarato Paolo Del Ponte (SEL), descrivendo le provvisorie sistemazioni trovate per la cinquantina di persone che hanno usato il Parco della Rimembranza come sistemazione notturna.
"Le stanze del Forum sono idonee per attività culturali - ha spiegato Paolo Sergas ( Forum) non certo per dare accoglienza, ma almeno li abbiamo tolti dal freddo. In questa città si spendono 5 milioni di euro per accogliere i turisti con un ascensore al Castello e non siamo in grado di gestire le disastrose situazioni dei richiedenti asilo."
Don Paolo Zuttion, al telefono, afferma: " Chi si chiede cosa facciano o meno le parrocchie, intanto cominci personalmente ad esercitare la virtù della carità cristiana."

venerdì 12 dicembre 2014

Profughi a Gorizia. Stanotte, 12 dicembre, non c'è nessuno a morir di freddo nelle aiuole del Parco della Rimembranza.

Blitz notturno per dare accoglienza ai profughi accampati nel Parco della Rimembranza: nel silenzio delle istituzioni, e in una evidente emergenza umanitaria, si  muove il volontariato, l’associazionismo, la politica. Adesso basta: tutti al coperto stanotte. Domattina conferenza stampa.



di Angelica Stasi

Da tempo, più o meno 50 richiedenti asilo dormono all’addiaccio nel Parco della Rimembranza mentre, tutto intorno, si sono accese le calde, festose, psichedeliche lucine di Natale. Dal 13 novembre scorso, quando l’ex concessionaria Lancia di Via Trieste, riparo temporaneo per un centinaio di loro, è stata chiusa e la maggior parte dei ragazzi trasferiti a Milano e dintorni, non è accaduto nulla di concreto per dare un minimo di dignità e di assistenza ai nuovi arrivati. Solo proclami, proteste, rancori, accuse, decisioni che si attendono e non arrivano mai.

Un rifugio tutto rosa



Pubblicata l’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata del 27 novembre relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, come previsto dall’articolo 3, comma 4, del D.P.C.M. del 24 luglio 2014.




Insomma, sotto a chi tocca! Purchè non sia un’ulteriore occasione per fare businness, come già è successo con gli immigrati ed anche altri casi a proposito dei quali si è già parlato in questo Blog! Perché tra il dire e il fare non solo c’è di mezzo il mare, ma soprattutto la burocrazia. Come ben dimostra il fatto che il nuovo canile di Lucinico, da quest’estate già ultimato (e necessariamente ampliato) non è ancora in funzione e le lucine verdi che si vedono la notte transitando lungo la strada che da Lucinico porta a Villanova di Farra sembrano occhi spettrali di qualche grigio alieno o del fantasma di qualche cane che cerca ancora la sua cuccia confortevole.

giovedì 11 dicembre 2014

New deal for Europe: sabato raccolta di firme su iniziativa del MFE di Gorizia.


La sezione goriziana del Movimento Federalista Europeo organizza, dalle ore 10 alle 19 di sabato 13 Dicembre, una raccolta di firme per l'Iniziativa popolare dei Cittadini Europei per chiedere un nuovo corso per l'Unione.


L'evento, chiamato "New Deal for Europe", ha già raccolto oltre 150 adesioni in città, tra cui quelle di politici ed accademici.  "L'obiettivo" – spiega una nota firmata dal vice segretario Duccio Maria Tenti - "è quello di depositare una proposta popolare presso le massime istituzioni europee, troppo spesso sorde di fronte ai problemi quotidiani dei suoi cittadini. La soluzione ai nostri problemi non è rappresentata dall'uscita dall'Unione Europea nè tanto meno dalla moneta unica, ma sta nel rafforzamento della politica comunitaria, volta ad una maggior partecipazione popolare. E' necessario che vengano immediatamente superate le logiche nazionali affinchè non si difendano più gli interessi particolari a discapito di quelli generali". Sarà possibile firmare presso l'apposito gazebo all'angolo tra Via Garibaldi e Piazza del Municipio.


Il Movimento Federalista Europeo e’ stato fondato a Milano nell’agosto 1943 da un gruppo di antifascisti raccolti intorno ad Altiero Spinelli. I principi sulla base dei quali esso e’ nato sono contenuti  nel Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1941 dallo stesso Spinelli, con la collaborazione di Ernesto Rossi e Eugenio Colorni.

domenica 7 dicembre 2014

Goriziani illustri: conferenza internazionale su Antonio Lasciac il 10 ed 11 dicembre



Antonio Lasciac, un architetto tra Italia, Egitto e Slovenia, storia, disegno e tecnica.

La figura dell’architetto goriziano Antonio Lasciac (1856-1946), per l’importanza delle opere eseguite in Egitto nel periodo a cavallo tra Otto e Novecento, assume particolare valenza per il territorio transfrontaliero di Gorizia e Nova Gorica, oggi separato da un confine amministrativo, ma che all’epoca della sua esperienza professionale rappresentava un unicum territoriale.

Si costituisce l' associazione Cittadini per il Golfo: ma ci riguarda tutti.

E’ attesa e auspicata l’adesione di altre organizzazioni e associazioni presenti all'interno ed all'esterno dell'ambito del Golfo: e questo perché non ha specificità territoriale l'interesse prioritario e collettivo a veder rispettate modalità condivise, e rispettose della gerarchie di valori espresse dalla nostra Costituzione, relativamente a  progettazione dell'uso del territorio,  programmazione dello sviluppo economico e sociale,  tutela degli interessi alla salute, conservazione dell'ambiente e delle risorse naturali, salvaguardia del paesaggio e dei riferimenti storico-artistici che compongono il nostro habitat fisico e culturale. Non sarà difficile interloquire con la politica e con l'amministrazione del territorio, auspicando che una serie di importanti consapevolezze espresse nell'ultima campagna elettorale non siano state elaborate esclusivamente nell'ottica di un mirato marketing del voto: "Il territorio non è un asino su cui caricare indistintamente e arbitrariamente di tutto, com'è avvenuto per decenni. Il territorio e le comunità che vi abitano e operano meritano tutta la nostra attenzione e cura." Debora Seracchiani in campagna elettorale.



 
di Martina Luciani

L'Associazione “Cittadini per il Golfo – Občani za zaliv” prende vita per coordinare e per tenere informata la cittadinanza sulle opportunità e sui pericoli presenti nel Golfo di Trieste e Monfalcone. Nasce dalla collaborazione di un gruppo di cittadini attenti alla salvaguardia del territorio, alla sua conservazione ed ad uno sviluppo accettabile con serenità e nel rispetto della storia dei luoghi. L’identità dell’Associazione Cittadini per il Golfo - si legge in una nota - è neutra rispetto le sue eterogenee componenti ma è politica nel senso più profondo del concetto: intende cioè agire in difesa del bene comune, in nome dell’interesse della comunità e delle generazioni future e in alternativa agli interessi che pilotano l'utilizzo delle risorse in direzione opposta a quelle che sono le attuali indicazioni normative nazionali e comunitarie in tema di sviluppo e contemporanea tutela ambientale.
 L’Associazione intende produrre , coordinare e sostenere tutte le occasioni di approfondimento , rivolte specialmente alla cittadinanza, sugli aspetti tecnici, scientifici e giuridici che motivano la volontà di promuovere una valutazione obiettiva delle proposte per la realizzazione di qualsiasi tipo di infrastruttura che vada ad incidere sulla vita dei cittadini e sullo sviluppo del territorio, indicando possibilmente le alternative, tutelando contemporaneamente l’ambiente e la vita sociale ed economica dei cittadini."

venerdì 5 dicembre 2014

Ciclone sulla cooperazione. Bettoli, Legacoop sociali FVG: necessaria una reazione di alto livello

Una riflessione  di Gianluigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali del Friuli Venezia Giulia.

" Quanto successo in questi giorni (il coinvolgimento, con ruoli di primo piano, di importanti esponenti della cooperazione sociale romana in vicende di delinquenza mafiosa e neofascista nella Capitale) aggiunge un ulteriore episodio ad un momento tra i più critici nella storia della cooperazione, per come l'abbiamo vissuta...dobbiamo interrogarci sul senso di quello che facciamo e  sui caratteri fondamentali della cooperazione."



"Mentre noi ci stiamo svenando, letteralmente, per resistere alle  politiche monetaristiche deflattive che stanno deindustrializzando il nostro paese e creando una povertà sempre più estesa; navigando a vista tra spending review e tagli lineari ai servizi alla persona,  privatizzazione dei beni comuni, distruzioni crescenti di posti di  lavoro e reddito e lesioni crescenti dei diritti umani fondamentali; emerge una crisi crescente del mondo cooperativo, che vede il "mondo Legacoop" purtroppo in prima fila.
Non ci può consolare il fatto che non tutte le cooperative "nell'occhio del ciclone" aderiscano a Legacoop (basti pensare ad un influente politico nazionale coinvolto nella bancarotta di una banca cooperativa). Un tempo aderire a questa associazione bastava ed avanzava per avere un  automatico "bollino di qualità" quanto a rispetto delle regole, eccellenza nella qualità, tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel corso di pochi mesi abbiamo visto cooperative aderenti, talvolta anche sociali, coinvolte nella corruzione per gli appalti dell'Expo di Milano ed il Mose di Venezia; nello sfruttamento degli immigrati e nella  gestione di campi di concentramento inumani; in fenomeni sistematici di  sfruttamento del personale della logistica ed in gestioni oligarchiche e suicide di cooperative di consumo con una storia secolare. Ci mancavano solo l'attuale episodio di coinvolgimento di una storica cooperativa  sociale romana, la "29 giugno", protagonista di un'azione esemplare di emancipazione dal sistema carcerario, in una storia estrema di  corruzione e distorsione assoluta del sistema politico democratico.
E' ovvio che dobbiamo interrogarci sul senso di quello che facciamo e  sui caratteri fondamentali della cooperazione.