mercoledì 31 agosto 2016

Due ragioni a confronto in vista del referendum



Nota a cura di Marilisa Bombi

Non c'è che dire, la Rete, non quella di Leoloca Orlando che una vita fa aveva cercato di tessere dalla sua Sicilia per collegare le persone oneste e di buona volontà, ma la Rete, ovvero la "rete delle reti", cioè quell'insieme di reti di computer sparse in tutto il mondo e collegate tra loro, a cui possono accedere migliaia di utenti per scambiare tra loro informazioni di vario tipo, ci consente oggi un confronto che soltanto vent'anni fa era da considerarsi inimmaginabile. Per questo motivo chiunque deciderà di andare ad esprimere il suo SI o il suo NO al referendum di ottobre per la conferma o meno della legge costituzionale approvata dal Parlamento, ma senza il quorum previsto per la sua effettiva approvazione, potrà aver ben ponderato la propria scelta. 
Nel frattempo, dall'Università La Sapienza di Roma, giungono fino a noi le ragioni di una scelta. Insomma, per una scelta consapevole, perchè le motivazioni non possono essere legate ad un “credo politico” o ad una simpatia o antipatia nei confronti del premier Renzi, si sono spesi in molti e crediamo che il lavoro svolto possa essere un utile base per capirne di più. La rivista on line Dirittoegiustizia, Giuffrè editore, con la quale mi onoro di collaborare, ha pubblicato due e-book contenenti le ragioni sostenute da Alessandro Pace, Presidente del Comitato per il NO nel referendum sulla legge Renzi-Boschi, Professore emerito di diritto costituzionale - Università La Sapienza di Roma e Beniamino Caravita, Ordinario di diritto pubblico della medesima Università La Sapienza di che sostiene, invece, le ragioni del SI!
Buona lettura!

martedì 30 agosto 2016

La 56 bis è on-line



Per decenni è stata considerata l'opera incompiuta. Ma adesso si può certo dire: Incredibile, ma vero! I lavori di costruzione della 56 bis stanno procedendo alacremente, e sono stati già fotografati dal satellite e messi on line da Google, come risulta dalla foto.
I lavori erano iniziati a gennaio, anche inaspettatamente, pur essendo stati preannunciati da un paio di mesi, all’indomani della gara.
Sono passati più di 40 anni da quando il ponte è stato realizzato e saranno in molti a ricordare che venne aperto subito dopo il terremoto del 1976 tenuto conto del fatto che il vecchio ponte VIII agosto era stato dichiarato inagibile e pertanto rappresentava, assieme al ponte di Peuma, l’unica via di accesso per coloro i quali provenivano dal Friuli.
La 56 bis è un asse viario progettato una vita fa e che dovrebbe, finalmente, risolvere il grosso problema di vivibilità degli abitati di Lucinico e Mossa.

sabato 27 agosto 2016

Le pitture oniriche di Comisso, a Colmello

nota a cura di Marilisa Bombi

Comisso, che assieme ad altri 20 artisti partecipa alla rassegna benefica "Ritratti e bestialità di corte" aperta a Borgo Colmello fino a Natale, appartiene ad una generazione di artisti formatasi alla scuola d’arte di Gorizia negli anni ’70. La sua storia di creativo lo porta verso la grafica pubblicitaria  rapidamente verso una imprenditorialità nel settore per la quale è oggi ai vertici in regione. Non abbandona mai la pittura, intesa sempre come una commistione di segno e ricerca, simbologia ed estetica, rendendola negli anni sempre più ricca di contenuti e riflessioni che spaziano dalla sfera dei sentimenti personali alla partecipazione agli eventi della storia. I suoi lavori si esaltano in una superficie dalla quale si staccano improvvise linee di luce. Strisce d’oro come anche nel caso del cavallo onorico, dipinto espressamente per la mostra di Colmello. Un linguaggio di una modernità non casuale, ma filtrata attraverso la costante conoscenza dell’arte contemporanea che Comisso stesso promuove attraverso le gallerie espositive che, da solo, o con altri artisti gestisce in regione.

Livio Comisso ha gestito per anni Altern'art, una Galleria d'Arte innovativa a Monfalcone proponendo nuovi autori. Al suo attivo vanta diverse mostre collettive (nel 1988 fa parte di "Artisti all'Italcantieri" un'iniziativa a cui hanno partecipato grandi nomi storici dell'Arte italiana) e alcune personali.
E’ componente del gruppo fondatore di Gradisc’arte che con la galleria LA FORTEZZA di Gradisca d'Isonzo, organizza esposizioni d'arte ed incontri culturali.
Per saperne di più su questo artista, leggi qua. Mentre le info relative alla attività di grafico si trovano nel suo sito a questo indirizzo.
 

giovedì 25 agosto 2016

Aiuti alle popolazioni terremotate. CRI di Gorizia: insieme al cuore l'intelligenza. Altrimenti serve a niente.

La solidarietà verso i nostri concittadini dei territori devastati dal terremoto deve svilupparsi entro la logica del coordinamento e dell'effettiva dinamica tra necessità e disponibilità. Meglio rispondere con donazioni in denaro piuttosto che con materiali del tutto inutili o inutilizzabili in questa prima fase dell'emergenza. Intervista alla presidente della CRI di Gorizia.


di Martina Luciani

" Le persone hanno un grande cuore, l'emozione è fortissima, ma in questo momento evitiamo di riempire i magazzini di cose di cui non c'è effettiva necessità. Attendiamo richieste e indicazioni, per sviluppare iniziative di sostegno alle popolazioni colpite che siano realmente corrispondenti ai bisogni."
E' la raccomandazione della presidente della Croce Rossa italiana di Gorizia, Ariella Testa. E' infatti la  Croce Rossa l'organizzazione di riferimento indicata dalla Protezione Civile del FVG alle organizzazioni di volontariato che intendono avviare iniziative sul territorio.
" Non abbiamo per ora emergenza relativa a materiali da parte del coordinamento nazionale, questa sera nell'ambito della riunione organizzativa dedicata al nostro intervento diretto nei luoghi colpiti dal sisma avremo un quadro più chiaro."
Quindi le raccolte non mirate, di qualunque genere, non hanno utilità, anzi per la CRI diventano un problema gestionale, che spesso si conclude con l'eliminazione degli oggetti conferiti. Quindi attendiamo qualche giorno per attivarci con reale efficacia, in modo mirato e coordinato con le agenzie e le associazioni dei territori coinvolti.
"Vale anche e soprattutto per i farmaci, dei quali non si conoscono le modalità di conservazione, che spesso sono scaduti o in scadenza, e la cui competenza per la somministrazione riguarda solo il personale sanitario.  In un momento successivo, per particolari patologie e terapie quotidiane, i bisogni delle strutture sanitarie è meglio siano affrontati mettendo a disposizione denaro."
E la donazione del sangue?  " Non c'è una necessità oggi, c'è sempre - ricorda Testa - meglio organizzarsi per effettuare le donazioni, con le regolari procedure e controlli, nel prossimo futuro, e continuare a farlo."
A questo proposito AVIS e Centro Nazionale Sangue avvisano che  è stato attivato il “Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi emergenze”,  che è meglio donare in modo programmato in accordo con le associazioni e i centri trasfusionali  aggiornati costantemente sulle necessità e che presto bisognerà ricostituire le scorte già messe a disposizione.
Quindi, quel che serve e che soprattutto servirà alle organizzazioni sono i soldi: la Croce Rossa Italiana ha attivato un Iban dedicato, che trovate qui, ed anche un sistema di donazioni on line.

mercoledì 24 agosto 2016

10, o forse 14, in FVG, gli immobili delle Forze Armate presi in considerazione per l'accoglienza profughi nel piano di Alfano.

Si parla ( e si straparla) di accoglienza diffusa e all'improvviso, con una spesa preventivata di 40 milioni di euro, il ministro Alfano si organizza per recuperare vecchie caserme, depositi militari, strutture abbandonate delle Forze Armate e organizzare così l'accoglienza profughi. Di queste strutture, secondo le notizie che rimbalzano su ogni testata on line,  10 o addirittura 14 ( sui numeri ognuno scrive quel che gli pare) si troverebbero in Friuli Venezia Giulia. Urgenti spiegazioni e chiarimenti.


di Martina Luciani

Son mica poche 14 caserme, e anche 10 non è male,  anche si trattasse di altro e più piccolo tipo di edificio militare dismesso, da ristrutturare per farne centri di accoglienza.  Non si discute sulle necessità impellenti:  il Meridione italiano è travolto dal problema accoglienza migranti e la situazione va alleggerita immediatamente. Ma orientare la soluzione del problema solo sul meccanismo delle grandi concentrazioni di persone è insano, in tutti i sensi, pericoloso, difficile da gestire ( prima, dopo e durante, con o senza cooperative), onerosissimo sotto molteplici profili per le comunità di mala voglia ospitanti.
Non sono riuscita a trovare l'elenco delle strutture individuate dal Ministero nella nostra Regione, ma parebbe chiaro che a settembre, tra Ministero dell'Interno e Anci, verrà concluso un accordo per la sistemazione di 150 mila migranti e l'adesione dei Comuni allo Sprar ( che teoricamente è un meccanismo di protezione successivo al riconoscimento dello statud di rifugiato).
E con l'ampia scelta di edifici delle Forze Armate dismessi a Gorizia ( titolare di commissione territoriale) e provincia, credo avremo modo di partecipare a infuocate discussioni.

venerdì 19 agosto 2016

Cian: esercitazioni pratiche di connessione

Evaristo Cian, che con una selezione di opere è presente da ieri all'Enoteca di Gradisca, partecipa alla rassegna Ritratti e bestialità di corte visibile fino a Natale a Borgo Colmello.


di Marilisa Bombi

Io non so quante persone abbiano avuto la possibilità di vedere il film, pluripremiato, Connected, ogni vita è connessa, scritto e diretto da Tiffany Shlain. Attraverso animazioni, filmati d’archivio e video di famiglia, la regista svela i legami sorprendenti che ci legano non solo alle persone che amiamo, ma anche al resto del mondo che ci circonda, portando alla luce cosa significhi essere connessi nel XXI secolo. Considerata una pioniera di internet, Tiffany Shlain è la fondatrice del Webby Awards, prestigioso riconoscimento nato 20 anni fa, agli albori dell’era digitale, e cofondatrice dell’International Academy of Digital Arts and Sciences.

venerdì 12 agosto 2016

Menù di ferragosto con sapori FVG: indigesto pasticcio a base di norme regionali, statali e costituzionali. Il Governo non gradisce e impugna la legge sulle UTI.




Bravi legislatori si diventa, non si nasce “imparati”. La Regione FVG vuole essere la prima a dismettere le province, produce con legge di modifica costituzionale uno Statuto che le abolisce mentre la revisione costituzionale che ha  omologo obiettivo è per il momento sospesa  in attesa di referendum confirmativo, modella un servizio idrico integrato con unico gestore, l'Ausir, con a fronte la suddivisione territoriale delle UTI, ma non tiene conto, tra l’altro, che la legge nazionale prevede ambiti di gestione del servizio idrico di dimensione non inferiore alle Province o città metropolitane.
L'aveva detto di recente il Tar del FVG, che una cosa sono le UTI in astratto e una cosa è la gestione pratica, tutt’altro che scevra da pericoli di illegittimità costituzionale!



di Martina Luciani



 Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinnanzi alla Corte Costituzionale una norma della legge regionale del FVG n.10 del 28-6-2016 sul riordino delle autonomia locali e ordinamento delle UTI, in quanto eccedente dalle competenze attribuite alla Regione dal suo stesso Statuto,  da pochissimo modificato, e contrastante con l’art.117 della Costituzione che  attribuisce il servizio idrico integrato all'esclusiva competenza statale, in quanto servizio di rilevanza economica la cui organizzazione e gestione deve rispettare i criteri fissati dalla normativa nazionale  e garantire tutela della concorrenza e tutela ambientale.
 Spiega la delibera del CdM : l'articolo 7 della legge regionale n. 10/2016 concernente le «Ulteriori funzioni comunali esercitate in forma associata" dispone quali siano le funzioni da esercitare in forma associata, includendo  anche l’organizzazione dei servizi pubblici di interesse economico generale, senza escludere esplicitamente da questa categoria il servizio idrico integrato, al quale andrebbe riconosciuta la qualità di "servizio pubblico di rilevanza economica", che tale è nel senso che la concreta gestione del servizio (struttura, organizzazione, modlità, disciplina del servizio, soggetto che lo svolga)  produce ricavi e “contendibilità” sul mercato dei servizi.

giovedì 11 agosto 2016

Slalom consapevole tra le etichettature: perchè solo "senza olio di palma" non può e non deve bastarci!


Semplificato l'acquisto di molte marche di prodotti, che ora evidenziano " Senza olio di palma". Bene, ora facciamo l'ulteriore balzo evoluzionistico, a partire dagli imballaggi: basta incarti che finiscono nel secco residuo! Apprezzabilissime, in attesa di una norma a tutela del consumatore, anche le scelte delle aziende che ci avvisano di usare prodotti dalla cui filiera sono esclusi ab origine gli OGM.




di Martina Luciani

Mentre si moltiplicano negli scaffali della grande distribuzione i prodotti che esibiscono ricette senza olio di palma, il percorso della maggior leggerezza nella bilancia ambientale dei nostri consumi ( l'8 agosto è stato il termine per il 2016 della sopportabilità da parte del Pianeta dell'impatto umano di consumo e inquinamento: da 3 giorni rapiniamo e violentiamo la Terra, perchè non c'è più ricambio e sostenibilità) deve proseguire ancora in salita.

martedì 9 agosto 2016

Nuovi centri commerciali off limits? Le teorie del M5S regionale; del ruolo pentastellato nei consigli comunali sappiamo poco o nulla.



via Trieste: uno dei tanti edifici inutilizzati in città

Governo del territorio e tutela dell'ambiente; tutela della concorrenza e tutela del consumatore. Il M5S dà una lettura semplicistica del quadro di riferimento normativo contestando alla Regione l'immobilismo su questo fronte. Ma nei consigli comunali, sede della gestione del territorio, quali sono state le battaglie del M5S?


di Marilisa Bombi

Da tempo, attraverso le pagine di questo blog, abbiamo denunciato l’anomala situazione che vede il FVG ai vertici della classifica nel rapporto metri quadri/popolazione dei centri commerciali.
E' stato anche denunciato il fatto che le recenti modifiche allo Statuto di autonomia hanno del tutto trascurato una competenza che  invece in Trentino Alto Adige sono stati pronti ad attribuirsi, dopo che il commercio “sostanziale” è stato attratto nella materia della tutela della concorrenza di competenza esclusiva statale. Nel senso che con l'individuazione della "materia" riconducibile alla tutela della concorrenza prevista dall'art. 117 Cost. introdotta dalla legge cost. 3/2001, le prerogative statutarie delle regioni a statuto speciale in materia di commercio sono state fortemente ridimensionate. Ciò in quanto le questioni riconducibili alla cosiddetta "liberalizzazione" sono state considerate riconducibili non più alla materia del commercio, di competenza regionale, bensì alla materia della tutela della concorrenza di competenza statale.
L’argomento ritorna in primo piano con la nota di Cristian Sergo, portavoce del MoVimento 5 Stelle, nel Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia, il quale purtroppo dimentica che la gestione del territorio è di competenza comunale e non pare che i consiglieri  del Movimento si siano molto spesi su questo fronte.

venerdì 5 agosto 2016

Luciano Chinese e la teoria dello spazio perfetto



di Marilisa Bombi

Chinese, ovvero la quintessenza di un artista, peraltro atipico. Perché alla intensa attività di gallerista, svolta contemporaneamente a Mestre e a Udine, dimostra un certo pudore nel presentarsi al pubblico in quella che era stata la strada originariamente scelta: la pittura. Lui che “di artisti” doveva “essere regista”, come dice Ernesto Luciano Francalanci in un suo scritto su Chinese, gli impediscono di portare avanti in parallelo la sua attività di pittore, che però egli svolge, in segreto, disegnando, riflettendo e progettando.

mercoledì 3 agosto 2016

OGM. Cronaca nera o cronaca tragicomica? Come farsi prendere per i fondelli dalla Commissione europea.

Altro che TTIP! Il nemico ce l'abbiamo in casa, è infiltrato con metodi da far invidia al terrorismo internazionale. Tre varietà di semi di soia Monsanto sono stati autorizzati dalla Commissione europea. E adesso vogliamo anche le etichette sui prodotti da filiere agroalimentari che impiegano OGM!


di Martina Luciani

Da pochi giorni la Commissione europea ha autorizzato tre varietà di semi di soia geneticamente modificati. Sono prodotti dalla Monsanto ( che coincidenza!) e sono stati giudicati favorevolmente dall'EFSA, l'agenzia per la sicurezza alimentare europea dove il meccanismo delle "porte girevoli" verso le multinazionali produce incessantri correnti d'aria.
La Commissione, in un comunicato di sei righe, ha detto che è intervenuta là dove gli altri organismi europei avevano lasciato le cose in sospeso. Certo, è suo compito farlo: lo fa mentre noi ci concentriamo sui pericoli di TTIP e affini spauracchi, e non facciamo caso a quel che succede in casa, che siamo tranquilli, vero?, abbiamo i nostri eletti che vigilano con precauzione e animo integerrimo sul bene e la salute delle genti europee.
Trovo vergognoso e di un'ipocrisia illimitata la precisazione della Commissione: le varietà in questione sono autorizzate per l'alimentazione umana e animale ( che è la stessa cosa, se mangi carne proveniente da allevamenti che usano soia OGM o anche solo parmigiano reggiano sulla pastasciutta, visto che nei protocolli dell'italico formaggio ci sta l'uso di soia OGM) e non per la coltivazione. Così non ce l'avremo nel campo ma basta comperarla dagli americani. Ulteriore rassicurazione della Commissione: " tutti i prodotti derivati ​​da tali organismi geneticamente modificati saranno soggetti a severe norme di etichettatura e di tracciabilità dell'UE". Intanto il business è licenziato con tutti i crismi, e per i prossimi dieci anni.
Fa parte dell'EFSA, che ha sede a Parma, il dottor Giuseppe Ruocco, alto funzionario del Ministero della Salute ( uno dei tre ministeri, insieme ad Ambiente ed Agricoltura, che hanno prodotto e riconfermato il famoso decreto che vieta in Italia la coltivazione di OGM) . In una audizione dell'anno scorso ( faticosissimo rintracciare la data, visto che la prassi di archiviazione dei documenti on line trascura completamente questo elemento) Ruocco descrisse la situazione grosso modo cosi': i consumatori ( " preoccupati dell’impatto sulla salute e sull’ambiente, nonché della perdita del patrimonio agroalimentare nazionale") sempre più si orientano nel senso di OGM free ma la zootecnia italiana scarseggia di prodotti per l'alimentazione degli animali, dobbiamo quindi importare da paesi che coltivano OGM, USA in primis.
Se questa è la soluzione, vogliamo che anche su carne, uova e latticini sia indicato se provengano da filiere produttive che contengono OGM. Cioè bistecca OGM , parmigiano OGM, stracchino OGM, gelato OGM....e poi vediamo cosa fa il consumatore con il made in Italy OGM!

martedì 2 agosto 2016

Storia triste dell'esperienza referendaria in Friuli Venezia Giulia. Due date: 1991 e 2010.

Nella nostra regione si cominciò ad utilizzare lo strumento referendario in senso abrogativo nel 1991. Andò male, non si raggiunse il quorum. Nel 2010 cominciò l'impudico esercizio della non ammissibilità da parte del consiglio regionale delle richieste referendarie. Pratica di non democrazia che si è replicata ai giorni nostri, con la pronuncia di innammissibilità di quattro richieste. Forse è giunto il momento di discutere, anche nelle opportune sedi dell'Unione Europea, se sia rispettoso dei diritti dei cittadini il fatto che in FVG ( ma non solo da noi) chi decide sull'ammissibilità dei referendum chiesti dai cittadini è lo stesso soggetto che produce le norme di cui si chiede l'abrogazione. 


di Martina Luciani

Risale al 1991 la proposizione di ben sei quesiti referendari abrogativi in materia ambientale (gestione dei rifiuti, impatto della viabilità, caccia etc).
Il referendum non raggiunse il quorum, ma si trovano in rete, sul sito dei Radicali del Friuli Venezia Giulia, una serie di documenti che è utile leggere. Per rendersi conto che da allora ad oggi, non abbiamo corretto il tiro in materia di tutela ambientale e agli abusi/errori/disastri/ di allora si sono aggiunti quelli successivi. 
Scriveva allora Ermete Realacci, denunciando, tra l'altro, le lobbies dei costruttori di strade e dei cacciatori, la politica regionale latitante in materia ambientale insieme al  rischio che i mezzi di informazione non supportassero adeguatamente lo svolgimento del referendum: " E allora si vada al voto il 24 novembre, e ci si confonti davanti ai cittadini, sottoponendosi al loro giudizio."
Quell'invito suona oggi come una sentenza: il duplice fallimento - il quorum mancato e l'assenza del risultato abrogatorio di quella tornata referendaria -  ha sicuramente rappresentato la rinuncia da parte dell'elettorato ad esercitare la sovranità che gli compete ed ha sdoganato le scellerate politiche di svendita del territorio, delle risorse e dei diritti dei cittadini delle quali oggi vediamo i risultati ovunque in regione.