domenica 29 giugno 2014

Essere Cittadini: il punto nascita non si tocchi. E i politici si dedichino al giardinaggio

L'Associazione Essere cittadini, in una nota del suo presidente Stefano Cosolo, prende posizione a favore del mantenimento del punto nascita dell'ospedale di Gorizia. Dura critica al PD, anche a proposito del Tribunale, e all'intera classe politica che ha governato negli ultimi 30 anni.


Punto nascita come Tribunale, come scuole, come mille altre cose: " Oggi i governi regionali - scrive Cosolo - di destra e sinistra, non solo invocano per i loro interessi di partito la specialità della nostra Regione ma, nello stesso tempo, perseguono con determinazione il progetto dell’eliminazione dalla geografia regionale, della Provincia di Gorizia e, in particolare, della città di Gorizia. Motivo? I territori "di periferia", le "minori realtà locali" sono un intollerabile e insopportabile fonte di sperpero per le avide e insaziabili lobbies politiche più forti. E così tutti a ripetere quell'insopportabile e insignificante frase: "Gorizia non ha i numeri!" Cosolo critica l'intera classe politica goriziana degli ultimi 30 anni. E punta l'indice, per il presente, sul PD. 

Punto nascita di Gorizia: loop con stallo.

Incassiamo la chiusura del sottoutilizzato reparto e puntiamo ad altro. Un pronto soccorso efficiente. Un Tribunale efficiente.

di Martina Luciani

Gorizia è maestra di avvitamenti, di attivazione di considerevoli quantità di energia sul problema del depauperamento e del mantenimento della propria, ormai sbiadita, identità di capoluogo. Piuttosto investire intelletti e tempo sulla proposizione di un ruolo effettivo o sulla creazione di massa critica nel gioco Monopoli della politica regionale o sulla definizione di  funzioni innovative rispetto il territorio regionale.   La storia del punto nascita ne è esempio. La città continua a tempestare su una battaglia evidentemente persa, lo fa senza alcuna reale capacità negoziale sul tema specifico, con vaghe minacce legate al pacchetto di voti rappresentato localmente e pressioni più o meno bipartisan sui delegati politici e sugli amministratori regionali.

Raccolta differenziata: le pretese di Iris



Obbligatorio usare i sacchi marcati Iris: è un abuso

di Marilisa Bombi 


Ma la dirigenza di Iris è consapevole degli abusi che impone ai cittadini obbligandoli ad usare i sacchi a pagamento? Insomma, fino a che punto è legittimo il comportamento degli operatori di Iris che non ritirano il sacchetto se non è quello disponibile soltanto a pagamento?

Perché succede anche che il sacco del tutto trasparente che contiene la plastica, ma non è quello ufficiale, viene lasciato davanti alla porta di casa. In spregio a chi cerca di ottimizzare al massimo le risorse disponibili. Con la conseguenza che si vorrebbe inserire i sacchi in un sacco. Cose dell’altro mondo ….

Insomma, sarà anche corretto individuare i requisiti di conformità del servizio porta a porta (che prevede appunto l’obbligo del sacco ufficiale) come sta facendo la società preposta, ma pare proprio che tale imposizione sia del tutto irragionevole.

Tra l’altro, l’art. 23 del Costituzione considera uno degli aspetti delle prestazioni imposte: il “diritto” a non subire imposizioni tributarie o di altro genere se non in base alla legge. E’ una norma di garanzia, una norma posta a difesa dell’individuo contro interventi arbitrari da parte dello Stato e degli enti pubblici.

mercoledì 25 giugno 2014

OGM, fine degli equilibrismi giuridici. Da oggi coltivare mais OGM è un delitto punibile con reclusione e multa.

La tutela dell'ambiente, della salute, dell'agricoltura tradizionale e biologica, dei diritti delle persone contro la prevaricazione delle multinazionali e dei poteri economici, tutto ciò attraverso lo slogan NO OGM, ha da oggi uno strumento normativo fondamentale:  l'art.8, comma 4,  decreto  n.91, pubblicato oggi in Gazzetta.

di Martina Luciani


In un contesto curioso, cioè la tutela della mozzarella di bufala campana Dop,  il decreto legge 24 giugno 2014 n.91, pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale, stabilisce che chi violi specifici divieti di coltivazioni - il linguaggio normativo, tradotto, significa  mais OGM - commette un delitto punibile con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 10 a 30 mila euro. La norma è contenuta all'art.8, comma 4 ( tecnicamente intrusa, ma da accogliere con applausi calorosissimi per quanto l'abbiamo invocata e attesa) e risolve la questione della carenza - sarebbe meglio di dire la non immediata evidenza, in realtà - dell'apparato sanzionatorio a corredo del famosissimo decreto interministeriale del luglio 2013.

Edilizia scolastica: emendamento del centro sinistra per destinare maggiori risorse agli interventi sulle strutture.

Scuole fatiscenti e insicure non solo sono illegali, mettono a rischio la vita dei nostri figli. Figurarsi se consentono il miglioramento dei piani di offerta formativa. I gruppi del centro sinistra in consiglio comunale si fanno portavoce delle richieste ed esigenze dei cittadini e associazioni e chiedono un diverso utilizzo del tesoretto Iris e delle risorse del bilancio previsionale 2014, portando a 850 mila euro gli investimenti sulle scuole.
Gorizia è o no tra i comuni italiani per i quali il Consiglio dei ministri ha previsto una deroga al Patto di stabilità su specifici progetti di edilizia scolastica? Notizia che,  per i due progetti di scuole materne in Vicolo del Mulino e in Campagnuzza, vorremmo sentir confermare ufficialmente.

di Martina Luciani

I conti sono presto fatti e lasciano esterrefatti.
Nel 2013 sono stati stanziati 1 milione e 260mila euro per interventi sulle scuole esistenti. La Giunta per il bilancio del 2014 prevede a questo scopo solo 250mila euro. L'entità dell'ultima cifra è ancora più sconcertante se si consideri che  il “Piano provinciale dell'edilizia scolastica”, reo pubblico dal Comune nel febbraio 2013, calcola in 16 milioni e 625mila euro l'ammontare degli interventi necessari di adeguamento, messa a norma e ristrutturazione degli attuali 24 edifici scolastici di competenza del Comune, tra scuole dell'infanzia, elementari e medie.
La situazione è stata illustrata oggi in una conferenza stampa da Giuseppe Cingolani, affiancato da Rosi Tucci e Stefano Abrami (Gorizia è tua) e Livio Bianchini (SEL).

lunedì 23 giugno 2014

La frustrazione di un magistrato del Tribunale di Gorizia: piuttosto che andare avanti così, chiudete questa sede.


 

 

Un Tribunale come un'azienda: ma non è il caso di Gorizia. Una conferenza per spiegare il ruolo centrale del Palazzo di giustizia in una comunità, il suo valore nelle dinamiche sociali, economiche, territoriali, il suo peso nel sostenere il progresso civile della collettività.

di Martina Luciani

La perseveranza del presidente dell'Ordine degli avvocati di Gorizia, Silvano Gaggioli; le iniziative del sindaco Ettore Romoli; le interpellanze di alcuni parlamentari; la petizione al Parlamento inviata dall'associazione Essere Cittadini; le promesse dei politici: finora nulla è servito ad arrestare l'agonia del Tribunale di Gorizia, né attraverso la riforma della geografia giudiziaria, con l'accorpamento del Tribunale di Palmanova, né attraverso un qualsiasi altro provvedimento diretto a rafforzare l'organico e che consenta alla nostra sede di funzionare dignitosamente.
Questa sera nuovamente se n'è discusso, in occasione dell'incontro
" Un Tribunale efficiente e la sua utilità sociale", organizzato da Silvano Gaggioli che ha chiamato sindaci dell'Isontino, parlamentari e politici ad ascoltare  Giovanni Sansone, Presidente del Tribunale  e 
 Giuseppe Salvo, Procuratore della Repubblica (rispettivamente a sinistra, al centro e a destra nella foto).
Se Gaggioli ha sentito la necessità di richiamare nuovamente l'attenzione pubblica sul concetto proposto evidentemente non è ancora chiara l'importanza, per i cittadini di una città capoluogo e della sua provincia oltre che per i settori economici, del disporre di una sede dove la giustizia sia amministrata con efficienza, dove sia possibile la specializzazione delle competenze e dove l'organizzazione del lavoro sia ispirata da una logica aziendalistica. 

I Radicali di Gorizia chiedono alla Regione l'abolizione dell'indennità di fine mandato.

A fine mandato, sindaci e presidenti delle province hanno diritto, in base ad una norma regionale, ad una indennità pari ad una mensilità per ogni anno di mandato. Appello dei Radicali ai sindaci affinché sostengano la richiesta di abolizione di questo privilegio.



I Radicali dell’Associazione “Trasparenza è Partecipazione” di Gorizia continuano la battaglia di legalità sulla cosiddetta indennità di fine mandato, questa volta puntando direttamente al Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia.
“In questi giorni abbiamo mandato un appello con posta elettronica certificata a tutti i sindaci della Provincia di Gorizia” – spiega in una nota  Michele Migliori, segretario dei Radicali goriziani – “con il  quale chiediamo al Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia di abolire l’iniqua legge regionale circa l’Indennità di Fine Mandato (IFM), che  assegna ai Sindaci ed ai Presidenti di Provincia una indennità corrispondente ad una somma pari ad una mensilità per ogni anno di mandato."
"Ritenendo la suddetta indennità un’inaccettabile spreco di denaro pubblico, soprattutto in un momento di gravissimo disagio sociale ed economico come quello attuale - continua Michele Migliori - crediamo che l’adesione dei Sindaci della Provincia isontina possa essere un grande segnale di trasparenza e legalità, dovuto a tutta la comunità contribuente. Tra due settimane presenteremo la petizione a Trieste con le firme di coloro che vorranno aderire, ed entro il mese di agosto depositeremo a Gorizia la raccolta firme di petizione popolare sull’indennità del sindaco Romoli”. 

domenica 22 giugno 2014

Val Resia: in difesa del torrente, da tutta la Regione.


E’ tempo di ridiscutere cosa sia la sostenibilità ambientale. Anche quando valuteremo il futuro Piano regionale delle acque.

di Martina Luciani
Solstizio d’estate in Val Resia: trascorso a difendere le trasparenti acque del torrente che nasce alle pendici del Canin e insieme il diritto delle persone ( anche e soprattutto quando hanno smesso i panni di elettori) di progettare per se stesse e per i propri figli un futuro che non svenda il patrimonio naturalistico, sul quale si fonda l’identità della comunità stessa, in nome di un ipotetico vantaggio economico.
Questo il senso della manifestazione “Voglio scorrere libera. Giù le mani dal Resia” che ha riunito ieri, 21 giugno, lungo le sponde del torrente - e attorno alla protesta contro i progetti di derivazione elettrica che devasterebbero l’assetto della valle - associazioni, comitati e movimenti a tutela della natura e delle acque della Regione ( incluso il Comitato Isonzo), WWF, Legambiente, Cai, e moltissimi giovani. A testimoniare quanto sia diffusa la consapevolezza che le acque sono innanzitutto una ricchezza pubblica prima di essere una risorsa, tantomeno un’occasione di profitto privato. E che le Valutazioni di impatto ambientale non sono sufficienti a tutelare le aspirazioni delle comunità a progettare e gestire il territorio.

mercoledì 18 giugno 2014

A Mossa si fanno degustazioni di vini in un immobile di proprietà dell'Asl destinato ai malati psichiatrici



di Marilisa Bombi

In provincia di Gorizia, secondo l’Asl, è possibile utilizzare una struttura a destinazione pubblica, e presumibilmente realizzata con fondi regionali, per meri fini economici.
Ed in spregio alla memoria di chi ha fortemente creduto nella possibilità di ridare opportunità lavorative a coloro i quali ricevono cure e assistenza dal Dipartimento di salute mentale che gerarchicamente dipende dalla medesima direzione dalla quale dipende il SERT che si occupa di contrastare l’alcolismo.
Perché nell’immobile a destinazione d’uso B1 e, quindi, per uso pubblico, a Mossa, nell’area denominata “oasi del Preval, Max Krammar” si offrono degustazioni di vini oltre a pranzi e cene e l’organizzazione di eventi fino a tarda notte. Con buona pace di chi ritiene che i cavalli ospitati nell’adiacente maneggio, possano trarre il medesimo beneficio dalla musica di chi è abituato a tirar tardi dove birra e vino scorrono a fiumi. Ma tant’è.

Là  dove doveva nascere un progetto di inserimento lavorativo di soggetti seguiti dal CSM (e pare che ciò non avvenga da tempo e se mai c’è stato le cosiddette borse lavoro si potrebbero contare sulle dita di una mano) si mangia, si beve e si fa festa, con il beneplacito dell’Azienda per i servizi sanitari. Che, ad una richiesta di informazioni a proposito della legittimità di ciò che avviene nel territorio del Comune di Mossa, ha burocraticamente citato leggi, articoli e commi per comunicare che nessun chiarimento è dovuto a chi non ha titolo per ottenerlo. Ed ha concluso  la nota precisando che l’area complessiva è stata affidata, “nell’ambito dell’appalto di servizio avente ad oggetto la riabilitazione delle persone con disturbo mentale, al Consorzio di cooperative sociali “Il Mosaico” che, in virtù della sua natura consortile, ha facoltà di utilizzare le proprie consorziate per la gestione delle attività di cui è titolare”.
Letta la richiesta che è stata inoltrata alla Direzione dell’Asl e letta la risposta della Direzione in questione, c’è qualcun altro, oltre all’autrice di queste brevi note che esprime perplessità e sbigottimento per una vicenda che ha dell’incredibile?
Forse il Comune di Mossa che dovrebbe aver autorizzato l’attività di somministrazione che vi si svolge e l’attività di trattenimento, ma sempre tenendo in considerazione il fine sanitario dell’iniziativa? O forse coloro i quali conservano la memoria storica dell’esperienza del Preval? Forse la Corte dei Conti relativamente ad una struttura utilizzata per fini diversi rispetto quelli per i quali, probabilmente, il contributo regionale era stato concesso?

Leggere come respirare: se leggi bene vivi meglio. Come pietre nel fiume.


Dedicato al romanzo di Ursula Hegi l'incontro di giovedì, 19 giugno, alle 18.30, alla libreria Voltapagina di corso Verdi.


di Martina Luciani


Non è frequente, in un percorso squisitamente romanzesco (che costringe al coinvolgimento emotivo piuttosto che ad una più algida lettura di tipo storiografico)esplorare la situazione del popolo tedesco  nell'elaborazione, da parte delle comunità e dei singoli, di quanto prodotto dal nazismo. La scena di questa analisi è quella di una piccola città sul Reno, circondata dalla distruzione, impregnata dal puzzo dei forni crematori diffuso ovunque e pervasa dal dolore delle perdite causate dalla seconda guerra mondiale, dalla stupefazione, dall'annichilimento. La visione è quella di una bambina, adolescente e poi donna, cui il destino ha donato intelligenza vivissima e insieme assegnato un durissimo compito: imparare a vivere da zwerg. Nano. Per scelta dell'autrice vocabolo al maschile, rispettato e conservato tal quale nella traduzione.
Il nazismo, ispirato da un uomo il cui nome è stato impresso, come un maledetto memento, sui neonati di quegli anni,  ha fatto sparire i tuoi vicini di casa, sterminato conoscenti vicini e lontani, devastato l'assetto sociale in cui generazioni hanno convissuto senza problemi, reso la diversità fisica e l'handicap un abominio da estirpare, costretto i legami di amicizia alla clandestinità, trasformato in tradimento la generosità verso il prossimo e la logica stessa, reso il figlio nemico della sua stessa madre, assassinato la dignità e trasformato tutti, di fronte ai sopraggiunti salvatori/inquisitori americani, in potenziali sostenitori e attivisti del regime, con l'onere e l'umiliazione di dover dimostrare, pur innocenti, la propria estraneità. Perché il nazismo è stato di più e di peggio dell'olocausto. E' stato il martirio delle coscienze e della ragione.
Ma questo è solo uno degli aspetti del complesso intreccio di " Come pietre nel fiume", di Ursula Hegi, il romanzo di cui si parlerà domani sera, 19 giugno, alle 18.30, nell'ambito delle iniziative organizzate dalla libreria Voltapagina, in corso Verdi 54, dedicate alla buona lettura e alle proposte che esulano dalle mode letterarie.

martedì 17 giugno 2014

La Val Resia difende il suo Torrente dall’assalto della speculazione idroelettrica. Giù le mani!


 

Sabato prossimo, 21 giugno 2014, manifestazione “ Voglio scorrere libera…giù le mani dal torrente Resia”, alle 9.00 in località Tigo, a San Giorgio di Resia.  Ha annunciato la sua partecipazione alla passeggiata l’Assessore regionale all’ambiente Sara Vito.
Aderisce all'iniziativa  il "Comitato Isonzo".

 di Martina Luciani

Ormai meno del 10% dei corsi d’acqua alpini si trova allo stato naturale o quasi, il resto del reticolo idrografico è invece compromesso in maniera più o meno elevata a causa di prelievi a fini idroelettrici e irrigui o per inquinamento. Secondo la Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in base all'ultimo aggiornamento disponibile ( dicembre 2011!)   gli impianti idroelettrici esistenti in regione sono 158, e di questi oltre 130 in area montana o pedemontana con una densità per km2 che, rapportata alle esigue dimensioni del nostro territorio, non ha eguali in nessuna altra parte delle Alpi.
Anche il Resia e l’Arzino stanno subendo un incredibile assalto: sono state presentate, per le aste principali,   ben 10 richieste di concessione di derivazione d’acqua a fini idroelettrici, dormienti ad oggi presso i competenti uffici regionali. Nove  provengono da soggetti privati, con nessun beneficio, neanche economico, per le comunità locali.
“La Val Resia  - spiega Anna Micelli Comitato Spontaneo No Centralina Idroelettrica Resia 2 Ponte Rop - non vuole diventare una valle di centraline a cascata, come purtroppo è accaduto in vallate vicine come la Val Raccolana.


lunedì 16 giugno 2014

La Magistratura chiamata a valutare le semine OGM in Friuli Venezia Giulia.

Esposto presentato oggi, dai deputati di SEL Serena Pellegrino e Franco Bordo, alle Procure della Repubblica di Pordenone e Udine: sancire l'illegittimità delle coltivazioni significa ripristinare la tutela del diritto all'ambiente e alla salute.


Quest’oggi, i  deputati di Sinistra Ecologia Libertà Serena Pellegrino, componente della Commissione Ambiente e Franco Bordo, componente della Commissione Agricoltura, hanno presentato alle Procure della Repubblica di Pordenone e di Udine un esposto per chiedere  se sia ravvisabile  ipotesi di reato nelle avvenute semine di mais Ogm nelle campagne di Vivaro,  Mereto di Tomba e Colloredo di Montalbano.
“ L’apparato normativo su cui possiamo far conto nel rivolgerci alla Magistratura – ha dichiarato Pellegrino in conferenza stampa, a Udine – è una costruzione solida e non ci sono passaggi segreti e porte di servizio per interpretazioni  che si discostino dal divieto di coltivare mais OGM in Friuli Venezia Giulia e in Italia. Dico questo perché le norme nazionali e quelle regionali si incastrano l’una nell’altra senza  falle, e l’interrogazione parlamentare presentata recentemente da Franco Bordo ha illustrato perfettamente il meccanismo di cui disponiamo.  Ulteriore conferma di questa situazione è giunta proprio nei giorni scorsi  da Palazzo Spada, attraverso il rigetto dell'istanza di sospensiva della sentenza del Tar del Lazio con la quale due mesi fa è stato bloccato l'ennesimo assalto al divieto di coltivazioni transgeniche stabilito con decreto interministeriale  a luglio dell’anno scorso. ”

domenica 15 giugno 2014

Iniziativa del Forum Cultura sul disagio mentale

 

Martedì 17 giugno 2014, alle ore 18.00, incontro con la psichiatra Assunta Signorelli.

 

Su iniziativa del Forum Cultura, martedì sera, nel giardino Faber accanto alla Sinagoga, la psichiatra Assunta Signorelli svilupperà in un incontro pubblico il  tema: Persone e servizi. Il ruolo dell'istituzione nel sostegno ai soggetti con disagio mentale: strutture, strumenti, e
competenze professionali.
La proposta del Forum, nell'offrire agli operatori del settore un momento
di condivisione e confronto di esperienze diverse, intende favorire la conoscenza della problematica ad un pubblico allargato ed è rivolto a tutti i cittadini interessati.
La psichiatra Assunta Signorelli, impegnata già negli anni Settanta come volontaria al seguito di Franco Basaglia nel manicomio di Colorno e in quello di Trieste, partecipò al lavoro di smantellamento dell'OPP  di Trieste e all'apertura, nel 1980, del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Trieste, caratterizzato sin da subito come servizio senza mezzi di contenzione e a porte aperte.  E' stata co-fondatrice della Cooperativa Sociale “Il Posto delle Fragole”, tuttora attiva a Trieste. Ha diretto e seguito progetti a favore di nomadi e donne migranti, si è occupata della
questione femminile in salute mentale. È stata dirigente dei Dipartimenti di Salute Mentale di Siena e  di Trieste. Oltre a lei interverranno qualificati operatori professionali del passato e del presente dei "centri" di Gorizia, Udine e Ajdovščina.

giovedì 12 giugno 2014

Gli Stati membri dell'UE liberi di decidere se seminare o no OGM.


Documento sottoscritto dai ministri dell'ambiente dell'UE.  Ma nel principio politico si celano parecchie ombre e staremo a vedere  come il Parlamento europeo gli darà stabilità, coerenza  e concreta operatività. 


di Martina Luciani


 Oggi, a Lussemburgo, i ministri dell'ambiente europei hanno stabilito il principio politico che gli Stati membri sono liberi di permettere o vietare nel proprio territorio la coltivazione di OGM. Il Parlamento, sotto la presidenza italiana la cui fede OGM dovrebbe ormai essere universalmente conclamata, dovrà ora tradurre questo documento in linguaggio giuridico e regolamentare. E rendere nella pratica possibile che un Paese vieti le semine transgeniche per motivi che non sono solo ambientali o sanitari; ma anche ad esempio per ragioni attinenti alle proprie specifiche politiche agricole o per i propri obiettivi di pianificazione territoriale.
Poteva andare meglio, nel senso che si poteva esprimere, seppur in politichese, il concetto che gli OGM sono un colossale tranello delle multinazionali. E soprattutto si poteva prendere in considerazione il rischio di veder scaricata sulle singole nazioni contrarie agli OGM l'eccezionale onda d'urto che le multinazionali sono in grado di esprimere per ottenere quello che vogliono: il business.   Ma poteva anche andare peggio, quindi consideriamo  il compromesso come un punto di partenza e confidiamo che i neo eletti parlamentari abbiano convinzioni e competenze adeguate per fare il miglior lavoro possibile sulla base di queste premesse.

mercoledì 11 giugno 2014

La tutela dell'ambiente è valore primario e assoluto riconosciuto dalla Costituzione. Vale anche per l'Isonzo.

Il Consiglio di Stato chiarisce il principio che il diritto all'ambiente costituisce un limite ai principi dell'iniziativa privata previsti dagli articoli 41 e 42 della Costituzione. Questo pronunciamento è uno strumento fondamentale di sostegno alle azioni di tutela e salvaguardia ambientale.

di Marilisa Bombi

Nei giorni scorsi abbiamo avuto la possibilità, grazie al Comitato Isonzo che ha organizzato la passeggiata, di  ammirare la straordinaria bellezza (ed unicità sotto certi aspetti) delle sponde del nostro fiume. Ricordando, a tale proposito, che l'Isonzo, con specifico decreto ministeriale, è stato decine di anni fa riconosciuto formalmente "bellezza naturale", mi sono chiesta quali strumenti, al di là del cosiddetto Codice Urbani, allo stato attuale esistono per la sua salvaguardia ma anche per la sua valorizzazione.
L'interrogativo mi è sorto spontaneo nel momento in cui ho consultato il testo di una sentenza che il Consiglio di Stato ha depositato lunedì scorso e nel quale afferma che: "la tutela dell'ambiente, preordinata alla salvaguardia dell'habitat nel quale l'uomo vive, è imposta da precetti costituzionali ed assurge a valore primario ed assoluto, con la conseguenza che il diritto all'ambiente, quale espressione della personalità individuale e sociale, costituisce un limite ai princìpi d'iniziativa privata previsti dagli artt. 41 e 42 della Costituzione. Legittimamente, pertanto, essendo nel nostro ordinamento la protezione dell'ambiente imposta da precetti costituzionali (artt. 9 e 32) ed assurgendo la stessa a valore primario assoluto (cfr. Corte cost., sent. 30 dicembre 1987 n. 641), alcune regioni (come ad esempio la regione Puglia nel caso posto all'attenzione del giudice amminsitrativo) ha previsto l'obbligo di un "piano" per l'utilizzo delle risorse naturali.
E da noi?

domenica 8 giugno 2014

Leggere, come respirare: se leggi bene, vivi meglio. La cucina color zafferano.


Provocazioni e suggerimenti per leggere meglio: iniziamo a pubblicare una serie di osservazioni e proposte per la lettura consapevole, con la sollecitazione a collaborare, ed inviarne e condividerne molte altre.


di Fabio Trevisan



Mi hanno regalato un libro: mi sono messo d'impegno e sono riuscito a leggere il primo capitolo. Ma da circa due mesi il libro mi guarda melanconico da una poltrona del mio salotto: anch'io lo guardo e continuo a leggere altro.

C’è una profonda crisi  della scrittura; tutti pensano di essere capaci di scrivere un libro (e lo scrivono!): calciatori, cantanti, attori, ecc. Lo scrivere  non è più un' arte e neppure una professione: ormai è diventato un mezzo universalmente accessibile per reclamizzarsi, far quattrini o procacciarsi ammiratori. Non è solo l’inflazione che minaccia l’arte della scrittura,  ma anche la mediocrità, la faciloneria,  il dilettantismo. Ormai non si scrivono più libri. Tutti vogliono scrive il" best seller".

Mi piacerebbe sapere quante copie ha venduto e quanti hanno letto la biografia di un calciatore di nome PIRLO, già il nome dice tutto se invece di mettere la o mettete una a!

Ma adesso vi consiglio io un libro da leggere durante le vacanze estive, così, se non vi piace, sapete con chi prendervela!....a parte gli scherzi, se avete tempo, prendete "La cucina color zafferano" di Yasmin Crowther e vedrete che non vi guarderà dal divano! La cucina color zafferano di Yasmin Crowther.

giovedì 5 giugno 2014

Consiglio comunale: il centro sinistra chiede una commissione d'inchiesta sulla questione canile

I gruppi consiliari di PD, IDV, SEL, Federazione della Sinistra e Gorizia è tua sono convinti dell'avvenuto sperpero di denaro pubblico.


di Martina Luciani


" Al prossimo consiglio comunale chiederemo la costituzione di una commissione d'inchiesta per chiarire le responsabilità dell'amministrazione in ordine allo sperpero d denaro pubblico per la realizzazione del nuovo canile: dopo innumerevoli richieste di chiarimento al sindaco, cui mai è stata data risposta, se la commissione non venisse costituita sarebbe palese la volontà di tenere questa vicenda nell'ombra. Saranno i cittadini a valutare il peso politico di questa eventualità."
L'ha dichiarato Giuseppe Cingolani, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio, affiancato da Emanuele Traini ( Federazione della Sinistra),  Livio Bianchini ( SEL), Michele Prignano ( Gorizia è tua).
Il senso dell'iniziativa è quello di una denuncia politica dell'incapacità dell'attuale amministrazione a gestire la faccenda canile e insieme la rivendicazione al diritto alla trasparenza e all'informazione.
" La mozione consiliare   che presenteremo - ha dichiarato Cingolani - si concentra sul danno causato alle casse comunali da questa operazione, non sul dolo. Questa è una valutazione che non compete ai consiglieri comunali. Sentiamo il dovere di ottenere chiarezza: il fatto di aver saputo oggi che è  stata archiviata l'indagine penale avviata su questa storia, in base ad un esposto di cui non conosciamo l'autore, sottolinea ulteriormente che la nostra richiesta riguarda responsabilità diverse, e tuttavia non meno meritevoli di attenzione."

mercoledì 4 giugno 2014

Indennità di fine mandato del sindaco Romoli per i sussidi casa: che fine ha fatto?



La promessa di Romoli in campagna elettorale non è stata mantenuta e i Radicali di Gorizia gliela ricordano con una petizione e in conferenza stampa.

“ E’ triste che i cittadini facciano notare al sindaco che non ha mantenuto la sua promessa.”
Lo spiega Michele Migliori, segretario dei Radicali di Gorizia, che quest’oggi, davanti al Comune ha  illustrato alla stampa le ragioni della petizione di iniziativa popolare per chiedere al Sindaco Ettore Romoli di approvare un provvedimento per destinare la somma della sua indennità di fine mandato a favore degli indigenti della citta' di Gorizia e di destinarla ad incrementare il Programma dei sussidi comunali per la casa.
"Già nel maggio 2012, durante la campagna elettorale - afferma Migliori ( nella foto accanto)- il Sindaco Romoli, uscente e candidato, ha condiviso l'iniziativa politica del Radicale Pietro Pipi, assumendo pubblico impegno di non ritirare l'indennità di fine mandato, volta a favorire il suo reinserimento lavorativo, per via della terribile crisi economica. Tuttavia, una volta eletto, non è giunta nessuna risposta alle numerose richieste rivolte al Signor Sindaco, via posta ordinaria e via posta certificata, circa l'impegno dichiarato e registrato, tra l'altro, in un'intervista a Radio Radicale. Così, da diversi mesi, come radicali, stiamo raccogliendo le duecento firme necessarie affinché si possa presentare una petizione di carattere popolare per chiedere chiarimenti a riguardo.”

Alcool e intelligenza: la Provincia di Gorizia ha una sua opinione in merito.



Sorprendente utilizzo nella home page di Cronache Isontine, il giornale on line della Provincia, di una battuta che pesa come un macigno.

di Martina Luciani e Marilisa Bombi



"Le persone intelligenti tendono a bere più alcolici rispetto alla media. Lo rivela una ricerca condotta da me."

Questa affermazione sta su un blog  famoso, Spinoza.it, che si definisce, nella sua home page, " blog satirico collettivo a cura di Stefano Andreoli e Alessandro Bonino, coadiuvati da un nutrito staff di menti altrettanto malate."

E fin qua tutto bene, ci piaccia o meno questo tipo di ironia da intellettuali afflitti da disagio del vivere autoreferenziale, chi va per blog lo fa a suo rischio e pericolo.

Troviamo sperò stupefacente che i redattori del quotidiano on line della Provincia di Gorizia, "Cronache Isontine" abbiano ritenuto la battutaccia  così degna di riflessione da cacciarla nella prima pagina del giornale web. In un riquadro che vanta autorevolezza, visto che si intitola "Il ruggito del leone"...fosse stato quello celeberrimo del coniglio gli avremmo prestato forse una ben diversa e disincantata attenzione.

La diffusione dell'alcolismo, in vertiginosa ascesa fra i giovani e giovanissimi, non è questione su cui si possa scherzare e tantomeno in un contesto istituzionale. Vorremmo invitare il redattore responsabile a farsi un  giro (squallido e preoccupantissimo) tra i ragazzi alticci e vomitanti delle movide locali, magari per verificare se al livello di ubriachezza corrisponda un significativo Q.I.
 
Sulla questione dell'alcolismo, perfino le associazioni di categoria, la Fipe (la federeazione dei titolari di bar e ristoranti aderenti a Concommercio) in primo piano,  vede la proliferazione degli esercizi pubblici che vendono alcolici come fumo negli occhi e propone una stretta alle nuove aperture per chi, come del resto in quasi tutta Europa, non si limita all'offerta di analcolici.

lunedì 2 giugno 2014

Passeggiata sulle rive dell' Isonzo

Wilderness a due passi da casa: itinerario proposto dal Comitato Isonzo per il prossimo 7 giugno.



 
Il Comitato Isonzo ripropone per il pomeriggio del 7 giugno la passeggiata lungo le rive dell'Isonzo.
L’itinerario, a monte del ponte di Piuma, si snoda in una zona dal grande valore ambientale e paesaggistico, per il quale molti goriziani auspicano un'inequivocabile ed attiva tutela.
Il contesto naturalistico che verrà attraversato e osservato - boschi e rupi che accompagnano il libero scorrere delle acque nell’alveo - è perfetto scenario per attuare iniziative che permettano la rispettosa frequentazione da parte della cittadinanza e nuovi utilizzi pensati  a fini turistico-sportivi ma ovviamente con criteri di compatibilità ambientale e non invasivi.
L'incontro dei partecipanti è previsto alle 15 nel parcheggio accanto al ponte di Piuma. Rientro per le 18. Il gruppo sarà accompagnato dal naturalista botanico Pierpaolo Merluzzi.

Gli interessati sono invitati a dare conferma scrivendo a comitatoisonzo@gmail.com.