di Marilisa Bombi
In provincia di Gorizia, secondo l’Asl, è possibile utilizzare una struttura a destinazione pubblica, e presumibilmente realizzata con fondi regionali, per meri fini economici.
Ed in spregio alla memoria di chi ha fortemente creduto nella
possibilità di ridare opportunità lavorative a coloro i quali ricevono
cure e assistenza dal Dipartimento di salute mentale che gerarchicamente
dipende dalla medesima direzione dalla quale dipende il SERT che si
occupa di contrastare l’alcolismo.
Perché nell’immobile a destinazione d’uso B1 e, quindi, per uso pubblico, a
Mossa, nell’area denominata “oasi del Preval, Max Krammar” si offrono degustazioni
di vini oltre a pranzi e cene e l’organizzazione di eventi fino a tarda notte.
Con buona pace di chi ritiene che i cavalli ospitati nell’adiacente maneggio,
possano trarre il medesimo beneficio dalla musica di chi è abituato a tirar
tardi dove birra e vino scorrono a fiumi. Ma tant’è.Là dove doveva nascere un progetto di inserimento lavorativo di soggetti seguiti dal CSM (e pare che ciò non avvenga da tempo e se mai c’è stato le cosiddette borse lavoro si potrebbero contare sulle dita di una mano) si mangia, si beve e si fa festa, con il beneplacito dell’Azienda per i servizi sanitari. Che, ad una richiesta di informazioni a proposito della legittimità di ciò che avviene nel territorio del Comune di Mossa, ha burocraticamente citato leggi, articoli e commi per comunicare che nessun chiarimento è dovuto a chi non ha titolo per ottenerlo. Ed ha concluso la nota precisando che l’area complessiva è stata affidata, “nell’ambito dell’appalto di servizio avente ad oggetto la riabilitazione delle persone con disturbo mentale, al Consorzio di cooperative sociali “Il Mosaico” che, in virtù della sua natura consortile, ha facoltà di utilizzare le proprie consorziate per la gestione delle attività di cui è titolare”.
Letta la richiesta che è
stata inoltrata alla Direzione dell’Asl e letta la risposta della Direzione in
questione, c’è qualcun altro, oltre all’autrice di queste brevi note che
esprime perplessità e sbigottimento per una vicenda che ha dell’incredibile?
Forse il Comune di Mossa
che dovrebbe aver autorizzato l’attività di somministrazione che vi si svolge e l’attività
di trattenimento, ma sempre tenendo in considerazione il fine sanitario dell’iniziativa?
O forse coloro i quali conservano la memoria storica dell’esperienza del
Preval? Forse la Corte dei Conti relativamente ad una struttura utilizzata per
fini diversi rispetto quelli per i quali, probabilmente, il contributo regionale
era stato concesso?
Questo il testo della richiesta di informazioni inviata alla Direzione dell'Asl:
Questo il testo della richiesta di informazioni inviata alla Direzione dell'Asl:
Nei giorni scorsi è avvenuta a Gorizia la presentazione del libro di
Alberta Basaglia, “la nuvola di Picasso”. Tale occasione ha difatto riportato
in primo piano, all’attenzione della città, la straordinaria rivoluzione
compiuta dal padre dell’autrice, Franco, nella modalità di trattamento dei malati
psichiatrici negli anni 70.Direttamente
collegate a tale esperienza goriziana del padre della riforma psichiatrica sono
le iniziative realizzate nel territorio della nostra provincia, la prima delle
quali è stato il complesso del Preval, giustamente dedicato a colui il quale
aveva dedicato all’opera la propria missione. Nata nel 1991, infatti, dal
desiderio di portare avanti concretamente questa esperienza innovativa è stato
l’avvio ed il successivo recupero di un edificio fatiscente e la realizzazione,
quindi, “dell’Oasi del Preval Max Krammar” la cui completa ristrutturazione
risale agli anni 2000.Tale complesso,
com’è noto, consiste oggi in un maneggio nel quale sono inseriti soggetti in
cura presso il CSM, ed anche un edificio proposto e (venduto) come “Mora del
gelso”. Il sito internet della struttura denominata: “Locanda Mora del Gelso”
riporta tra i collegamenti utili, il Consorzio il Mosaico e l’Azienda per i
Servizi sanitari.Allo stato
attuale, seppur presentato come struttura destinata al soggiorno turistico http://www.moradelgelso.it/ è
frequentemente utilizzato per eventi, quali concerti e spettacoli in genere,
organizzati da un’impresa commerciale, così come risulterebbe dal materiale
pubblicitario di volta in volta utilizzare per promuovere gli eventi.
Tale utilizzo
dell’immobile (attività ricettiva e commerciale) è, a giudizio degli scriventi,
incompatibile con la destinazione d’uso in quanto la struttura è classificata
B1, ovvero immobile che per sua natura deve avere un uso pubblico e, in quanto
tale, incompatibile con una gestione privata il cui unico scopo è la produzione
di reddito.
Si chiede a Codesta
Direzione se:
1) La gestione è stata affidata ad una
coopertiva sociale o ad un imprenditore privato;
2) Nel caso in cui ci si trovi nella prima
ipotesi, se il Consorzio sociale ha concesso in sublocazione l’utilizzo di
tutto o parte della struttura, per fini meramente commerciali;
3) Quale tipo di rapporto
economico è stato instaurato tra l’Azienda ed il Consorzio il Mosaico per la
gestione dell’edificio “La mora del gelso”
Ciò premesso, si chiede
di conoscere quali iniziative Codesta Direzione intende adottare nell’ipotesi
in cui nella gestione della struttura in questione siano coinvolti soggetti
commerciali diversi dal Consorzio sociale Il Mosaico.
Questa la risposta del Direttore Cortiula
1 commento:
c’è qualcun altro, oltre all’autrice di queste brevi note che esprime perplessità e sbigottimento per una vicenda che ha dell’incredibile?
sì, anch'io sono e resto perplessa, nonostante la risposta del Direttore Generale della ASS.
Marzia Pauluzzi
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