martedì 17 giugno 2014

La Val Resia difende il suo Torrente dall’assalto della speculazione idroelettrica. Giù le mani!


 

Sabato prossimo, 21 giugno 2014, manifestazione “ Voglio scorrere libera…giù le mani dal torrente Resia”, alle 9.00 in località Tigo, a San Giorgio di Resia.  Ha annunciato la sua partecipazione alla passeggiata l’Assessore regionale all’ambiente Sara Vito.
Aderisce all'iniziativa  il "Comitato Isonzo".

 di Martina Luciani

Ormai meno del 10% dei corsi d’acqua alpini si trova allo stato naturale o quasi, il resto del reticolo idrografico è invece compromesso in maniera più o meno elevata a causa di prelievi a fini idroelettrici e irrigui o per inquinamento. Secondo la Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in base all'ultimo aggiornamento disponibile ( dicembre 2011!)   gli impianti idroelettrici esistenti in regione sono 158, e di questi oltre 130 in area montana o pedemontana con una densità per km2 che, rapportata alle esigue dimensioni del nostro territorio, non ha eguali in nessuna altra parte delle Alpi.
Anche il Resia e l’Arzino stanno subendo un incredibile assalto: sono state presentate, per le aste principali,   ben 10 richieste di concessione di derivazione d’acqua a fini idroelettrici, dormienti ad oggi presso i competenti uffici regionali. Nove  provengono da soggetti privati, con nessun beneficio, neanche economico, per le comunità locali.
“La Val Resia  - spiega Anna Micelli Comitato Spontaneo No Centralina Idroelettrica Resia 2 Ponte Rop - non vuole diventare una valle di centraline a cascata, come purtroppo è accaduto in vallate vicine come la Val Raccolana.


La Valle  è sede del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, istituito dal 1996, uno dei tratti del Resia è stato riconosciuto geosito del Friuli Venezia Giulia nel 2010, nel tempo sono stati sviluppati importanti progetti legati alla valorizzazione del territorio come l’Ecomuseo, è stato riconosciuto il presidio slow food dell’aglio resiano, è da sempre conosciuta come la Valle dei Fiori per non parlare della sua lingua, della sua musica e delle sue tradizioni che hanno portato recentemente il Comune a presentare la candidatura all’UNESCO per riconoscere come patrimonio mondiale dell’umanità, proprio la musica e la danza resiana. »
Ma il torrente, che nasce ai piedi del Monte Canin, per quelle sventurate risultanze della progettazione territoriale non è inserito formalmente nel Parco pur essendone – sul piano naturalisto, ambientale, turistico etc. – inscindibile porzione della sua anima e del suo significato  sul territorio : quindi i 20 chilometri del suo corso di acque limpide e pure, la sua struttura intatta (visto che finora l’assenza di alluvioni importanti non ha richiesto l’intervento umano sulle sponde), non ha difese e tutele formali . Lo devono difendere i valligiani e le persone che condividono la loro battaglia : «  Quel che si è progettato e realizzato attorno al Resia – afferma Anna Micelli - per permettere alla gente della Valle di continuare a vivere in montagna, rischia di essere vanificato. La vera ricchezza di questo territorio non è consentire la speculazione di pochi , ma essere riconosciuto e valorizzato per ciò che è, perché possa essere inserito a pieno in un progetto di valorizzazione turistica e paesaggistica dell’intera valle.
Oltre ad una raccolta di firme , cui si può partecipare a Gorizia rivolgendosi a
comitatoisonzo@gmail.com ( il Comitato partecipa e sostiene la causa della Val Resia, perché cambia la geografia ma i problemi dell’ambiente e delle acque sono identici) , è stata organizzata l’iniziativa di sabato prossimo. Come dicevamo, appuntamento alle 9.00, a Tigo – San Giorgio in Resia. Una camminata di circa 4 chilometri lungo il torrente permetterà , almeno in parte, di conoscerlo e condividere lo sforzo a sua tutela delle persone che lungo quelle sponde hanno profonde le radici della storia propria e delle generazioni passate. E che vorrebbero conservare quel loro mondo per le generazioni future.

 


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