martedì 28 febbraio 2017

Biomasse a Gorizia: dove e a quali condizioni. Le domande del comitato NoBiomasseGO ai candidati sindaci

Se vuoi fare impresa ricavando un profitto con la produzione di energia da biomasse, falla in zona industriale, sennò perlomeno i tuoi impianti devono servire a spegnere caldaie per il riscaldamento. Tante a sufficienza da compensare il conto ambientale su cui comunque i diversi impianti pesano sommandosi fra di loro (emissioni, rumore, sicurezza, paesaggio urbano) e garantire un beneficio economico ai cittadini.  In altre parole: utilità sociale dell'iniziativa imprenditoriale, limite ecologico nella progettazione del futuro della citta' e del suo contesto urbano, basta con i bluff dei posti di lavoro, serve la partecipazione della cittadinanza attraverso adeguata rappresentazione delle istanze.


di Martina Luciani

Oggi il comitato NoBiomasseGO ha spiegato alla stampa a che punto sia l'impegno per contrastare la realizzazione degli impianti a biomasse e dell'intero progetto industriale di Rail Service tra i quartieri cittadini di Sant'Anna, Sant'Andrea e Campagnuzza. I concetti stanno nel comunicato stampa più sotto. Due annotazioni. La prima: al Comitato si è aggiunto Gorizia in MoVimento, portatore oltre che di solidarietà anche di importanti competenze tecniche. E siccome c'è chi viene, c'è anche chi va: completamente assente Legambiente e le rappresentanze delle associazioni slovene, inizialmente interessate al problema. La seconda. Un cittadino è intervenuto con i due nipotini a fianco: questi sono i bambini per cui mi interessa la tutela dell'ambiente in cui cresceranno, la garanzia della qualità dell'aria che respireranno. Non serve altro per chiarire lo sfondo delle domande poste dal Comitato ai candidati sindaci, finora silenti. Uno però era presente, Andrea Picco, visto che Forum Gorizia è partecipe del Comitato fin dal suo esordio e condivide le stesse preoccupazioni  e istanze per il presente e per il futuro di questa città.

Il comunicato stampa.

28 FEBBRAIO 2017
Comitato #NoBiomasseGO: nuova segnalazione alla Procura della Repubblica sul progetto Three Shades of green. Il Comitato  rivolge  3 domande ai candidati sindaci.

Il Comitato di cittadini NoBiomasseGO, dopo aver appreso dalla stampa che la Rail Service srl sta per iniziare i lavori di costruzione della centrale a biomasse sud, ha presentato una ulteriore segnalazione alla Procura della Repubblica di Gorizia, ad integrazione della precedente consegnata alla fine del 2015.

La segnalazione prende spunto dalle proroghe richieste da Rail Service rispetto le date di inizio e fine lavori della centrale sud e della centrale nord, osservando anche che le motivazioni indicate nelle istanze di proroga non corrispondevano alle ipotesi espressamente previste dalla legge, né le rispettive proroghe concesse dal dirigente dell’Amministrazione provinciale contenevano valutazione delle motivazioni addotte, ai sensi dell’art. 3 della legge 241/1990. 

Gorizia perde ancora pezzi?



Da un comunicato ufficiale della Giunta regionale, riportato dall'Ansa, la preoccupazione: chiude lo stabilimento di Sant'Andrea dove vengono stampati il Piccolo ed  il Messaggero Veneto?


La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha ricevuto a Trieste i rappresentanti sindacali della stamperia Finegil di Gorizia che hanno illustrato la loro preoccupazione per l'ipotesi che nell'ambito di una riorganizzazione territoriale il Gruppo editoriale l'Espresso possa optare per la chiusura dello stabilimento isontino. Si tratta, al momento - riferisce la Giunta regionale con un comunicato - di un'idea che non trova conferme ufficiali, ma di fronte alla quale i 14 lavoratori del centro stampa goriziano non hanno ricevuto le auspicate rassicurazioni. Serracchiani - riferisce la Giunta - ha offerto il suo impegno affinché sia fatta chiarezza e, nel caso in cui l'apprensione risultasse fondata, ha assicurato di adoperarsi per una risoluzione positiva della vicenda. I rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato che con le rotative di Finegil Gorizia, vengono prodotte circa 80mila copie al giorno del Messaggero Veneto e de Il Piccolo, dopo che nel 2010, grazie all'impegno della Regione e del Comune di Gorizia, è stato trovato un accordo per il mantenimento e rafforzamento sul territorio delle attività industriali dell'editore dei due storici quotidiani del Friuli Venezia Giulia. All'interno dello stesso accordo, inoltre, è stato deciso di provvedere alla distribuzione di circa 2.000 copie per la comunità italiana in Slovenia e Croazia. Pertanto, qualora l'unico centro stampa del Gruppo Espresso in regione venisse dismesso, si pone anche il problema del rispetto di questo impegno. Gorizia, è stato anche ricordato, ha una posizione baricentrica rispetto a Trieste e Udine, le due città di maggiore diffusione del Piccolo e del Messaggero. Il trasferimento delle rotative in una località fuori regione comporterebbe, dunque, anche dei problemi logistici e l'effettivo rischio che il trasporto e la distribuzione dei giornali possano avvenire in maniera non uniforme o ritardata.

lunedì 27 febbraio 2017

Da oggi, on-line, le domande di contributo per commercio, turismo e servizi.



La presidente Serracchiani (che da avvocato dovrebbe essere ben avvezza all'uso dei brocardi) avrà pensato che melius abundare quam deficere, ponendo sullo stesso piano le micro e le medie imprese destinatarie dei contributi in conto capitale decisi dalla Regione un anno fa. Ma qualche dubbio su questa scelta, ahimè, si pone. 


di Marilisa Bombi

La microimpresa, (ovvero quella con un numero dei dipendenti inferiore a 10, e con fatturato annuo o con totale attivo dello stato patrimoniale annuo non superiore a 2 milioni di Euro) svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo imprenditoriale e nella creazione di posti si lavoro. E non soltanto, quindi, rende vive le nostre città e soprattutto i centri storici. Eppure, nonostante ciò, la Regione Friuli Venezia Giulia pone, nell’agevolarne l’attività mediante la concessione di contributi,  le microimprese sullo stesso piano non soltanto delle piccole imprese (50 dipendenti e 10 milioni di euro) ma anche delle medie imprese, ovvero quelle con 250 e con fatturato annuo di 50 milioni di Euro o attivo dello stato patrimoniale di 43 milioni di Euro.

venerdì 17 febbraio 2017

Forum Gorizia: biomasse a Gorizia era questione politica prima che tecnica. Trasparenza: in questi giorni, dati ambientali inaccessibili su sito Provincia




Un comunicato di Andrea Picco per il Forum Gorizia, che è componente del comitato NoBiomasseGO fin dall'esordio, nel maggio 2015. La questione politica delle biomasse. Il problema della trasparenza dei dati della pubblica amministrazione: irragiungibile la sezione del sito della provincia dove stanno autorizzazioni e proroghe delle centrali a biomasse.  La necessità della partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano.



Il fatto che il progetto noto come Three shades of green stia, secondo le notizie stampa,  per essere concretamente avviato, pone alcune questioni politiche alle quali non si può evitare di dare risposta:
quel progetto osteggiato dai cittadini perché troppo vicino alle case, all’asilo, alla ferrovia, doveva essere per forza realizzato in quell’area? I cittadini sono interlocutori della pubblica amministrazione o meri spettatori, se non addirittura soggetti contrapposti quando pretendano di avere voce in capitolo? 

Secondo il Forum Gorizia la risposta è una, e sta scritta nella Costituzione italiana, all’art.41: c’è un limite alla libertà di iniziativa privata quando questa produce una compressione dei diritti delle persone,  inclusi quelli connessi all’ambiente e alla salute pubblica. Il principio di precauzione, tanto più in assenza di dati puntuali sull’inquinamento ambientale esistente, fa il resto: e cioè impone particolari cautele, e perlomeno rende necessario che i cittadini siano coinvolti nei processi decisionali. DURANTE i processi decisionali, non in campagna elettorale e basta.

In quanto portatori di diritti diffusi e interessi soggettivi, i cittadini del Forum Gorizia hanno partecipato dell’esperienza del comitato NoBiomasseGO relativa a due impianti di trattamento rifiuti, uno dei quali classificato come industria insalubre, e due centrali alimentate a biomasse.
Oggi abbiamo scoperto di avere un nuovo problema: i dati relativi alle autorizzazioni uniche e relative proroghe sul sito dell’Amministrazione provinciale non sono più accessibili.

venerdì 10 febbraio 2017

Quanto incidono sulla salute di platani e ippocastani i lavori in Corso Italia ?






Esortazione a considerare gli alberi come esseri viventi e non semplicemente elementi di arredo urbano: un patrimonio da conservare e tutelare, anche quando si effettuano lavori invasivi senza preoccuparsi troppo delle conseguenze sugli apparati radicali. Quelli che tengono viva e in piedi una pianta.



di Giancarlo Stasi


Radice sf. Parte sotterranea della pianta, che la fissa al terreno, da cui assorbe l’acqua e i sali disciolti necessari alle funzioni fisiologiche. - …Per anal.: La parte del dente che affonda nella gengiva; (Dir – Dizionario italiano ragionato)

Mi chiedo molto spesso come mai la maggior parte delle persone dia molta importanza alle radici affondate nella gengiva e non si curi affatto delle radici di una pianta affondate nel terreno. Questo dubbio torna prepotentemente ad assillarmi ogni qual volta vedo effettuati lavori di scavo nei pressi di piante, soprattutto gli alberi.
Mi riferisco ai lavori che stanno avvenendo nel controviale di Corso Italia. Tolto l’asfalto ed i masselli di pietra che delimitano le aiuole, smaltito il primo ed addossati ai fusti degli alberi i secondi ( anche le cortecce subiscono le ingiurie dei colpi, proprio come il corpo umano), si procede con i lavori di scavo per sistemare una serie di nuovi servizi. Ad esempio nuovi pozzetti: per quale ragione scegliere di piazzarli a poca distanza dalle piante? Quali ragioni tecniche impediscono di collocarli a maggiore distanza dall’apparato radicale degli alberi?
I lavori sono effettuati adoperando attrezzature che, pur essendo di dimensioni e peso limitato, per necessità compiono numerosi spostamenti lungo l’asse, ulteriormente appesantiti dai materiali che trasportano e devono essere adoperati nei diversi punti del controviale: il risultato è un ulteriore compattamento del suolo, riducendo ulteriormente le possibilità di scambi gassosi e l'areazione delle radici ( anche loro hanno respirano, consumano ossigeno)

Questo per evidenziare che, oltre a danni diretti agli apparati radicali, che a volte sono inevitabili, si determina un ulteriore compattamento del terreno che naturalmente avrà negative influenze, sia sulla rigenerazione degli apparati radicali danneggiati, sullo sviluppo complessivo degli apparati radicali e sulla funzionalità(maggior difficoltà di respirazione radicale e di assorbimento degli elementi nutritivi)degli apparati radicali.
Ma non stiamo discutendo di radici gengivali! Allora perché darsene pena? Sono solo apparati radicali!
La tutela degli alberi è una questione economica certamente, esattamente come lo è il loro danneggiamento: basta pensare al costo della sostituzione. Ne hanno piena consapevolezza molte amministrazioni comunali. Ad esempio quella di Torino, che si è data un regolamento dei lavori pubblici nel quale si vieta che a ridosso delle alberature non si possa intervenire con macchinari: il divieto è collegato e rapportato alle dimensioni delle piante stesse.  Questo perché più una pianta è grande maggiore è lo sviluppo del suo apparto radicale. Quindi, se si vuole conservare il verde urbano rappresentato da imponenti alberi è necessario riservare loro cure particolari. Le grandi e piccole ingiurie che l’uomo attivamente produce nei confronti di questi organismi viventi li indeboliscono predisponendoli ad attacchi di parassiti che piano-piano determinano il loro declino e la loro morte.
Non interessa discutere della funzione estetica e paesaggistica?

lunedì 6 febbraio 2017

Amministrative a Gorizia. GO POSSIBILE appoggia il candidato del Forum Gorizia, Andrea Picco




La portavoce Tiziana Vuotto: Tra le priorità indicate dal gruppo, che fa riferimento a Civati, anche la "necessità di avviare un costante tavolo di confronto con le amministrazioni dei comuni di Nova Gorica e di San Pietro, coinvolgendo i rispettivi consigli comunali e i cittadini per sviluppare in modo condiviso un'economia sostenibile per l'ambiente e per le persone che valorizzi le risorse naturali e la partecipazione attiva del territorio. Pianificazione territoriale, sanità, mobilità, gestione transfrontaliera dell'Isonzo, economia circolare,  filiera corta di autoproduzione del fabbisogno alimentare comune e promozione turistica coinvolgente il comune patrimonio paesaggistico e le rispettive peculiarità storico-culturali.


Il comunicato stampa





Go Possibile appoggia il candidato Sindaco del Forum Andrea Picco:  ci sembra l'unica vera proposta politica nuova, alternativa e, soprattutto, credibile.
 Siamo ormai nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione comunale di Gorizia. Go Possibile, uno dei duecento comitati locali di Possibile, movimento politico fondato da Giuseppe Civati nel 2015, ha deciso di appoggiare il candidato Sindaco Andrea Picco. La scelta non è casuale. Il progetto iniziato con il Forum ed ora allargato a tantissime altre persone e realtà associative goriziane, ha come obiettivo non quello di fare alleanze tra partiti ma di stabilire relazioni tra cittadini in modo tale da costruire una comunità aperta e solidale, finalmente "costituzionalmente orientata" che metta al centro del proprio obiettivo l'ambiente e i diritti, senza retorica e con grande passione civile. Sono questi i valori e i principi fondanti di Possibile che si riconosce in queste realtà sociali locali e non in un'organizzazione partitica verticistica e burocratica.

Purtroppo non possiamo fare a meno di osservare come, anche questa campagna elettorale, si presenta sin dall'inizio tutta incentrata sui giochi di potere,  sugli accordi di spartizione degli assessorati tra gli schieramenti tradizionali, quello del centro destra e quello del centro sinistra,  con il solito unico e desolante obiettivo di "occupare" gli spazi istituzionali per poi perpetrare il loro dominio sul territorio senza idee e progettualità come si addice ad una classe politica vecchia e ormai decaduta.  Questa volta addirittura ci viene da pensare che la trama della campagna elettorale sia in un certo senso già scritta: ci riferiamo a quella "sconcertante" delibera del Consiglio comunale dell'8 novembre 2016, votata trasversalmente da tutte le forze politiche e di cui nessuno parla, che di fatto ha già ipotecato il futuro prossimo di Gorizia. "Sconcertante", riteniamo sia per la tempistica, sia per i contenuti e sia per la trasversalità politica. Un documento questo che ci sembra la continuazione della politica urbanistica degli ultimi 30 anni improntata sull'edificazione, sulla cementificazione e la grande distribuzione.

mercoledì 1 febbraio 2017

Sviluppo turistico e progetto GECT Isonzo - Soča: servono maggiori garanzie di tutela ambientale/paesaggistica e eco-sostenibilità



Leggere le linee guida dell'Interreg Gect Go relativo all'Isonzo, induce una serie di riflessioni. Specializzarsi in eco – turismo, significa perseguire uno sviluppo economico quanto più possibile non invasivo, effettuare investimenti che mantengono intatto il patrimonio collettivo,  produrre ricchezza senza depredare risorse, conservare i contesti della storia e cultura locali; costituisce oggi un valore aggiunto non soltanto relativamente agli effetti futuri della tutela ambientale ma anche sul mercato turistico e nella riqualificazione sociale delle comunità. Significa anche restare Unesco - compatibili. Ma siamo sicuri che il nostro impenetrabile Gect la pensi così?


di Martina Luciani


Ho l’attitudine a considerare le parole molto importanti, marcatori indelebili. Quindi leggendo le linee guida del progetto Isonzo – Soča, sul sito del GECT, inciampo in una serie di contraddizioni, che mi piacerebbe molto qualcuno chiarisse.
Analoga richiesta di chiarezza, a scanso di equivoci pre elettorali, è già stata presentata molto tempo fa, nell’ambito delle attività del Comitato Isonzo ed anche su questo blog: lo sviluppo turistico, sul quale tutti conveniamo sia utile e necessario per il nostro territorio, deve essere contenuto nei limiti  del rispetto ecologico e paesaggistico dell’area fluviale. Ci lusinga la candidatura a sito Unesco, ma siamo sicuri di poterla mantenere?  
Specializzarsi in eco – turismo, significa perseguire uno sviluppo economico quanto più possibile non invasivo, effettuare investimenti che mantengono intatto il  patrimonio collettivo,  produrre ricchezza senza depredare risorse, conservare i contesti della storia e cultura locali; costituisce oggi un valore aggiunto non soltanto rispetto gli effetti futuri della tutela ambientale ma anche sul mercato turistico e nella riqualificazione sociale delle comunità.
Ma entriamo nel dettaglio delle preoccupazioni.