Se vuoi fare impresa ricavando un profitto con la produzione di energia da biomasse, falla in zona industriale, sennò perlomeno i tuoi impianti devono servire a spegnere caldaie per il riscaldamento. Tante a sufficienza da compensare il conto ambientale su cui comunque i diversi impianti pesano sommandosi fra di loro (emissioni, rumore, sicurezza, paesaggio urbano) e garantire un beneficio economico ai cittadini. In altre parole: utilità sociale dell'iniziativa imprenditoriale, limite ecologico nella progettazione del futuro della citta' e del suo contesto urbano, basta con i bluff dei posti di lavoro, serve la partecipazione della cittadinanza attraverso adeguata rappresentazione delle istanze.
di Martina Luciani
Oggi il comitato NoBiomasseGO ha spiegato alla stampa a che punto sia l'impegno per contrastare la realizzazione degli impianti a biomasse e dell'intero progetto industriale di Rail Service tra i quartieri cittadini di Sant'Anna, Sant'Andrea e Campagnuzza. I concetti stanno nel comunicato stampa più sotto. Due annotazioni. La prima: al Comitato si è aggiunto Gorizia in MoVimento, portatore oltre che di solidarietà anche di importanti competenze tecniche. E siccome c'è chi viene, c'è anche chi va: completamente assente Legambiente e le rappresentanze delle associazioni slovene, inizialmente interessate al problema. La seconda. Un cittadino è intervenuto con i due nipotini a fianco: questi sono i bambini per cui mi interessa la tutela dell'ambiente in cui cresceranno, la garanzia della qualità dell'aria che respireranno. Non serve altro per chiarire lo sfondo delle domande poste dal Comitato ai candidati sindaci, finora silenti. Uno però era presente, Andrea Picco, visto che Forum Gorizia è partecipe del Comitato fin dal suo esordio e condivide le stesse preoccupazioni e istanze per il presente e per il futuro di questa città.
Il comunicato stampa.
28 FEBBRAIO 2017
Comitato #NoBiomasseGO: nuova segnalazione alla Procura della Repubblica sul progetto Three Shades of green. Il Comitato rivolge 3 domande ai candidati sindaci.
Il Comitato di cittadini NoBiomasseGO, dopo aver appreso dalla stampa che la Rail Service srl sta per iniziare i lavori di costruzione della centrale a biomasse sud, ha presentato una ulteriore segnalazione alla Procura della Repubblica di Gorizia, ad integrazione della precedente consegnata alla fine del 2015.
La segnalazione prende spunto dalle proroghe richieste da Rail Service rispetto le date di inizio e fine lavori della centrale sud e della centrale nord, osservando anche che le motivazioni indicate nelle istanze di proroga non corrispondevano alle ipotesi espressamente previste dalla legge, né le rispettive proroghe concesse dal dirigente dell’Amministrazione provinciale contenevano valutazione delle motivazioni addotte, ai sensi dell’art. 3 della legge 241/1990.
Per la centrale SUD la
motivazione riguarda le difficoltà
economiche che hanno costretto il proponente ad uno slittamento dei termini per
la realizzazione delle opere.Comitato #NoBiomasseGO: nuova segnalazione alla Procura della Repubblica sul progetto Three Shades of green. Il Comitato rivolge 3 domande ai candidati sindaci.
Il Comitato di cittadini NoBiomasseGO, dopo aver appreso dalla stampa che la Rail Service srl sta per iniziare i lavori di costruzione della centrale a biomasse sud, ha presentato una ulteriore segnalazione alla Procura della Repubblica di Gorizia, ad integrazione della precedente consegnata alla fine del 2015.
La segnalazione prende spunto dalle proroghe richieste da Rail Service rispetto le date di inizio e fine lavori della centrale sud e della centrale nord, osservando anche che le motivazioni indicate nelle istanze di proroga non corrispondevano alle ipotesi espressamente previste dalla legge, né le rispettive proroghe concesse dal dirigente dell’Amministrazione provinciale contenevano valutazione delle motivazioni addotte, ai sensi dell’art. 3 della legge 241/1990.
Per la centrale Nord, la motivazione riguarda la mancata attivazione dei registri per l’accesso agli incentivi previsti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Parallelamente, il Comitato intende nuovamente sollecitare la Direzione centrale ambiente energia della Regione Friuli Venezia Giulia, dopo lo scioglimento delle Province e il passaggio delle relative competenze in materia ambientale alla Regione.
Il commento del Comitato è che ulteriormente appare confermato il meccanismo del Business as usual, mascherato sotto una presunta riconversione verde del settore industriale ed energetico: un interesse puramente imprenditoriale e privato, travestito da green economy ed un progetto che inizialmente era stato spacciato come utile a creare 40 posti di lavoro, una centrale a biomasse funzionale ad alimentare un impianto per il trattamento e recupero di rifiuti di alluminio ( industria insalubre) ed un’altra centrale necessaria in parte alle esigenze del trattamento rifiuti e in parte disponibile a produrre calore per un impianto di teleriscaldamento. Tutto ciò in mezzo alle abitazioni dei quartieri di San’Andrea, San’Anna e Campagnuzza, a fronte di una zona industriale desertificata e alla disperata ricerca di un senso e un ruolo.
Il Comitato, approfittando della campagna elettorale, chiede se la politica locale intenda replicare nel futuro questa esperienza di ponderazione degli interessi in cui quelli diffusi non sono stati adeguatamente considerati e se ritengano rappresenti uno standard l’esercizio della discrezionalità amministrativa pieno di ombre e di mancati chiarimenti.
Il rispetto del limite ecologico deve essere centrale nei processi decisionali a qualunque livello, ed è una necessità impellente, imposta a livello internazionale, migliorare le prestazioni ambientali, non già mantenerle quali sono. L’Italia, gravemente inquinata, è sanzionata dall’UE per la pratica costante di spacchettare progetti rilevanti in termini di impatto ambientale in tanti e più piccoli progetti, ognuno singolarmente sotto le soglie previste dalle norme, aggirando il problema del complessivo stress ambientale.
Anche i cittadini, la loro salute, la loro vita quotidiana, i loro figli fanno parte del limite ecologico.
1 - Quante centrali a biomasse si pensa di lasciar costruire all’interno della cinta urbana sottovalutando gli impatti ambientali e senza curarsi dell’utilità sociale dell’iniziativa imprenditoriale e delle istanze dei cittadini?
2 - Basta una millantata offerta di 40 posti di lavoro per sacrificare le esigenze di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente in cui essi vivono, soprattutto dopo aver verificato che i quaranta posti di lavoro non esistono e nessuna compensazione effettiva è prevista per la collettività?
3 – In quali programmi elettorali stanno scritte a chiare lettere le buone intenzioni per una crescita della città sostenibile per le persone e per l’ambiente, per zero consumo di suolo, per il miglioramento delle prestazioni ambientali e per una progettazione e gestione realmente partecipata con la cittadinanza?
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