sabato 25 marzo 2017

Conflitto di interesse in Municipio a Gorizia


P.zza Municipio com'era. (Cartolina di R.Ballaben)

Adesso che la Giunta cittadina sta per cessare, assieme al Sindaco, il suo mandato, qualche considerazione va fatta a proposito delle scelte operate in materia di personale. Tra queste, quella di affidare la responsabilità dell'ufficio che si occupa di pratiche nel campo del commercio, al comandante della Polizia locale.



di Marilisa Bombi

Sussiste un’ipotesi di conflitto di interesse, anche potenziale, nel caso in cui al Comandante/ responsabile della Polizia locale, indipendentemente dalla configurazione organizzativa della medesima, sia affidata la responsabilità di uffici con competenze gestionali, in relazione alle quali compie anche attività di vigilanza e controllo. Lo ha affermato l’ANAC Antorità nazionale anticorruzione, nell’orientamento numero 19 del 10 giugno 2015, ribadendo, peraltro, un concetto già espresso (orientamento n. 57 del 3 luglio 2014).

Al Comune di Gorizia, l'ufficio che si occupa di pratiche commerciali, ovvero il SUAP, è collocato nell'ambito del settore Polizia locale e attività produttive, (come puntualmente riporta la pagina web dell'Ente) il cui dirigente ne è il responsabile. Insomma, proprio quella situazione che secondo l’Autorità in questione è necessario evitare.



Gestire la macchina comunale non è certamente facile, sopratutto quando le esigenze sono diversificate: il personale sempre più risicato, l’utenza sempre più critica verso l’operato della PA  e le norme sempre più complesse, per non dire disarticolate.
Insomma, la situazione non è delle più rosee. Ma proprio adesso che sono in corso gli importanti lavori di sistemazione dei viali cittadini ed i dehors, tende, tendoni che dir si voglia sono stati messi in discussione, sarebbe il caso di lasciare al futuro Sindaco ed esecutivo la consapevolezza che è stata effettuata quell’attività di controllo e vigilanza che una città civile come Gorizia dovrebbe pretendere. Ciò in quanto la convivenza civile non si costruisce soltanto con il rimuovere o nascondere ciò che può dar fastidio, bensì con il rispetto delle regole. E questo vale per tutti, soprattutto nei tempi in cui ignorare la legge, lungi dall’essere considerato fatto riprorevole è visto come elemento di forza e di superiorità sociale. Ahimè.


In quest’ottica, due sono le situazioni di criticità che balzano all’occhio più di ogni altra e che attengono alla competenza del settore diretto da un Comandante che, in base all'Autorità anticorruzione, non dovrebbe invece occuparsene. La prima è connessa a problemi di viabilità (e l'ufficio del traffico è anche alle dirette dipendente della medesima figura dirigenziale) e riguarda piazza Municipio. L’argomento è stato indirettamente affrontato nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, in occasione della quale è stata lamentata la difficile circolazione nella piazza, adesso che i lavori di sistemazione sono stati ultimati. Ed è stato eliminato il parcheggio centrale al fine di conferire alla piazza quella dignità che giustamente dovrebbe pretendere. La situazione di criticità è collegata allo spazio pubblico – attualmente utilizzato a fini privati – che elimina la possibilità di agevole manovra dei mezzi provenienti dalla via De Gasperi e diretti alla via Sauro.

La seconda anomalia esistente in città è il capanno-bar posizionato nel piazzale della stazione. E’ ben noto che strutture precarie sono ammesse dalla legge soltanto per casi eccezionali e per una durata limitata (containers di medici senza frontiere docet)  e non certamente per strutture destinate ad attività imprenditoriali. Di conseguenza, non ci si può non chiedere quale stratagemma è stato usato per rendere lecito ciò che lecito non potrebbe essere. E ciò tenendo conto che la struttura è da tempo ormai posizionata nel medesimo luogo.



giovedì 23 marzo 2017

Cogito ergo sum: Let'sGO è lo slogan giusto per Gorizia?



Uno slogan inappropriato può essere la causa della decadenza di una città? Non serve essere superstiziosi per rendersi conto che l’utilizzo di una frase a doppio senso può essere letta, cosmologicamente, in senso negativo.

 

di Marilisa Bombi
“Let’s Go! è un programma di costruzione di un’identità cittadina nuova, condivisa e fortemente connotata dalla consapevolezza di un inedito approccio turistico e di commercializzazione del territorio che il Comune di Gorizia con Confcommercio Gorizia ha avviato nel biennio 2010 – 2011. Let’sGo! è il marchio cittadino realizzato grazie ad un contributo regionale da Comune e Confcommercio Gorizia.” Questa l'informativa generale. Chi nel concreto l’abbia realizzato e quanto sia costata l’idea non è stato possibile accertarlo. Ma, a mio avviso, è stata un’idea nefasta.
Probabilmente, nel Palazzo qualcuno se n’è accorto! E non è un caso, quindi, se al noto “Let’sGo”, ultimamente, viene aggiunto il nome della città, ovvero Let’s go Gorizia.
Stand up e Let’s go sono le prime frasi che, una vita fa, il professore di inglese ci aveva insegnato. E quando ce la diceva venivano accolte da un sospiro di sollievo! Era la liberazione: perché significava che la lezione di quella lingua ostica era terminata. Solo molto ma molto più tardi mi sono resa conto di quanto sia indispensabile conoscere questa lingua e rimedio, oggi, guardando – quando posso – film e telefilm in lingua originale. Va molto bene, quindi, optare per uno slogan internazionale, soprattutto per una città che vorrebbe giocare la carta del turismo, avendone peraltro tutti i presupposti. Ma qualche puntualizzazione, a mio avviso, va fatta.
Sorvolando su stand up, modo di dire irrilevante in questa riflessione, ogni attenzione va riposta su Let’s go! Ovvero andiamo. Ma andiamo dove? Andiamo via …. Dicono i numeri della popolazione residente, progressivamente, inesorabilmente, in calo. Insomma, se pare ovvio che l’ideatore si era soffermato sull’imperativo GO! Perchè, guarda caso, era la sigla automobilistica di una provincia, la nostra. Ma oggi ahimè che le targhe, pur essendo ancora alfa-numeriche, non fanno più alcun riferimento alla provincia di immatricolazione della vettura, GO ritorna ad essere l’imperativo, pungente, che è sempre stato; e che certamente più d’uno ricorderà abbinato al sostantivo home.

Ed allora sorge il dubbio, se proprio uno slogan internazionale si voleva scegliere utilizzando la sigla GO, non era forse meglio optare per il suadente “GO enjoy”? Ai posteri l’ardua sentenza.

mercoledì 22 marzo 2017

Maltrattare i consiglieri comunali è un vezzo o una villania?




Seguire in diretta le sedute del Consiglio comunale di Gorizia rivela un mondo in cui le regole del vivere civile sono state da tempo abbandonate. E non è un buon esempio per chi crede ancora alla politica del servizio e pensa di dare la propria disponibilità in occasione del rinnovo dell'organo elettivo rappresentativo della Comunità


di Marilisa Bombi

La questione morale si pone in tutti i campi della condotta umana, ma quando viene posta nella sfera della politica assume un carattere particolarissimo. In tutti gli altri campi, la questione morale consiste nel discutere quale sia la condotta moralmente lecita e, viceversa, quale sia illecita, e per avventura, in una morale non rigoristica, quale sia indifferente, via via nei rapporti economici, sessuali, sportivi, tra medico e malato, tra maestro e scolaro, e così via. Ciò che non è generalmente in discussione è la questione morale stessa, ovvero che vi sia una questione morale, che in altre parole sia plausibile porsi il problema della moralità delle rispettive condotte. Ripensavo a questa riflessione di Norberto Bobbio (che risale ahimè a 30 anni fa) ieri sera, mentre da casa seguivo la diretta streaming della seduta del Consiglio comunale di Gorizia. In una delle ultime sedute (la prossima è prevista per i giorni 27 e 28 marzo p.v.) prima del rinnovo previsto per il prossimo 11 giugno mentre il successivo ballottaggio è previsto per il 25 giugno.
All’ordine del giorno argomenti importantissimi: dall’approvazione della variante 40 al progetto di fusione del Consorzio industriale. Ebbene, per coloro i quali hanno avuto modo di assistere alla seduta credo che lo sconcerto provato sia stato perlomeno pari al mio nell’ osservare come – su argomenti complessi – quali la tutela della salute e dell’ambiente - gli assessori di riferimento Del Sordi e Pettarin hanno risposto. In termini evasivi il primo e con toni incredibilmente oltraggiosi nei confronti dei consiglieri Abrami e Cingolani il secondo.
L’Ambrosia. Il consigliere comunale Emanuele Traini nel luglio del 2016 aveva presentato una interrogazione con la quale chiedeva quali iniziative il Comune intendesse assumere per contrastare il problema della diffusione dell’Ambrosia. La questione non è di poco conto e su questo Blog  già da tempo è stato sollevato il problema delle sua pericolosità.
Il polline dell'ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) causa diversi disturbi e malattie come l'allergia, l'asma e la congiuntivite. Il grave è che questa pianta è priva di nemici naturali, non vi è insetto che la gradisca o altro animale che la mangi. I suoi numerosi fiori sprigionano nell'aria quantità importanti di polline che può viaggiare col vento per centinaia di chilometri. Contemporaneamente produce un gran numero di semi che con le loro spine si attaccano al pelo degli animali e agli pneumatici delle macchine in transito. Ma il Comune di Gorizia che dovrebbe avere a cuore la salute dei propri cittadini, come ha informato l’assessore Del Sordi, non ha fino ad oggi fatto alcunché. Non resta che prenderne atto.
La variante 40. I dubbi che i consiglieri Abrami e Cingolani hanno manifestato, a proposito della variante in approvazione, potevano essere più che legittimi, in relazione al fatto che la variante così come proposta poteva essere considerata ingannevole. Infatti, si basa genericamente su un ipotetico risparmio della risorsa acqua. Ma soltanto dalla lettura attenta della copiosa documentazione emerge inconfutabilmente che la zona nord cittadina, dove si coltiva la rosa di Gorizia, non è attualmente provvista di alcun impianto di irrigazione. Mentre l’impianto di irrigazione esistente e che andrà innovato è quello posto a sud della città. E pertanto sostenere la necessità della variante ai fini un risparmio della risorsa acqua non è proprio esatto.
Insomma, i dubbi dei consiglieri sono stati chiari: non è che per caso la realizzazione della stazione di pompaggio delle acque dell’Isonzo ed il relativo impianto irriguo (la cui assenza non ha fino ad oggi condizionato nè compromesso la produzione della rosa di Gorizia nda) sono il primo passo per legittimare, in un futuro nemmeno tanto lontano, la realizzazione della diga sull’Isonzo
Il dubbio è più che lecito, anche in relazione al fatto – come risulta da un comunicato dell’assessore regionale Vito del 10 marzo scorso – a proposito della espansione dell’attività del Consorzio di bonifica –  “Le registrazioni annuali testimoniano la costante crescita di precipitazioni medie nei mesi invernale a fronte di una piovosità nettamente in calo nei mesi più caldi.”
Ed il Consorzio di bonifica, da decenni ne rivendica la necessità. Non solo, ma un paio di anni fa proprio la Provincia di Gorizia ha coordinato il progetto di monitoraggio dell’Isonzo, “Sarà la base anche per gestire al meglio il problema delle piene e per maturare le decisioni definitive sull’ipotizzata realizzazione di una nuova diga a Gorizia come sollecitato dal consorzio di bonifica e dagli agricoltori” riportava un quotidiano cittadino evidentemente in relazione ad un comunicato o ad un provvedimento della relativa amministrazione.
La reazione dell’assessore Pettarin alle richieste dei due consiglieri è stata, a dir poco, inusuale. Al consigliere Abrami, (che peraltro alla seduta del novembre 2016, in occasione della quale era stata adottata la variante, era assente e pertanto non avrebbe avuto la possibilità di conoscere nel dettaglio i programmi del Consorzio) è stato risposto che gli interrogativi erano inammissibili, (?) mentre al consigliere Cingolani lo stesso Pettarin con riferimento alla seduta di adozione della variante in occasione della quale i dubbi in questione avrebbero a suo avviso dovuto essere manifestati, ha chiesto se invece di partecipare alla discussione fosse stato impegnato in una partita a briscola. (?)
Conclusioni. Altro non c’è da dire. Se non invitare i candidati sindaco ed i futuri candidati consiglieri a leggere o rileggere le considerazioni che Norberto Bobbio scrisse nel lontano 1986 su Micromega. E per chi non avesse tempo per farlo o amore per la lettura, riporto una sua frase che sintetizza il pensiero: “Un governo efficiente non è di per se stesso un buon governo. Il giudizio di efficienza serve tutt’al più a distinguere il governo dal non governo, non serve a distinguere il buongoverno dal malgoverno”.

"Si scrive acqua si legge democrazia": GO POSSIBILE celebra il 22 marzo Giornata Mondiale dell'Acqua.



“Questo è il tempo dell'acqua e della responsabilità politica, perchè l'acqua è diritto umano, è sete e fame, è ambiente , è lavoro e disoccupazione, è esclusione, povertà, è guerra o pace”. Riprendendo questa affermazione tratta dal libro “Salvare l'acqua”, il Comitato  di Gorizia  di Possibile celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua e affronta la questione della gestione del servizio idrico regionale e della tutela del fiume Isonzo.  Il comunicato stampa



La Giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere azioni concrete per la tutela delle risorse idriche, ci richiama a riflettere sul  diritto di accesso all'acqua e la gestione dei servizi idrici nella dimensione locale, questioni  più che mai attuali e aperte anche nella Regione Friuli Venezia Giulia.

La scelta di spostare i processi decisionali riguardanti alcuni settori strategici dalle comunità locali all'ente Regione è stata attuata dall'attuale Governo regionale non solo con la riforma delle autonomie locali (istituzione delle U.T.I.) ma anche con la legge regionale 15 aprile 2016, n. 5, con la quale ha accentrato la governance dei servizi idrici. Questa riforma, di fatto eliminando le autonome consulte d'ambito territoriali,  ha  istituito l'A.U.S.I.R., Agenzia regionale denominata "Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti”. La nuova Agenzia è competente a deliberare un Piano d'Ambito unico per tutta la Regione ed ha il potere di deliberare la forma di gestione dei servizi idrici fra quelle previste dall'ordinamento europeo. In questo quadro la scelta del modello di gestione è rimessa alla discrezionalità di questa nuova "super agenzia regionale" sulla base delle proprie valutazioni in ordine all'idoneità tecnica, economica e dimensionale del gestore affidatario. Se dunque l'acqua è democrazia, come crediamo, questa legge regionale non appare proprio un modello ispirato alla partecipazione e alla condivisione dei cittadini (la richiesta di referendum abrogativo nel 2016 è stata cassata dal consiglio regionale ndr), piuttosto ci sembra ben studiata per aprire la via alla gestione monopolistica  di qualche grande società multiservizi con buona pace della volontà del popolo italano espressa con il referendum del 2011.
 L'acqua "è democrazia" è un concetto di cui ci si accorge quando l'accesso ad essa è difficile, troppo oneroso se non addirittura impossibile.

lunedì 13 marzo 2017

Infiltrazione della criminalità organizzata in Friuli Venezia Giulia: la differenza tra dichiarazione antimafia e informativa antimafia

L'infiltrazione mafiosa avviene sotto il nostro naso, scorre come un fiume sotterraneo: di questo bisogna avere davvero paura, altro che dei migranti!  I casi segnalati dalle cronache sono la punta dell'iceberg: mercato ortofrutticolo di Trieste, Portopiccolo, le stratificazioni degli appalti e subappalti nella cantieristica dove si infilano pregiudicati, ristorazione, imprese in crisi che hanno bisogno di liquidità e non hanno accesso al sistema creditizio bancario. Il Consiglio di Stato: contrasto preventivo, anche per le attività soggette soltanto a licenze, SCIA o AUA può essere richiesta l' informativa antimafia, qualora il Prefetto giudichi non sufficiente la sola  dichiarazione antimafia. 

 
di Martina Luciani
 
Rimbalzano sulle pagine dei giornali gli allarmi e le iniziative contro il radicamento della criminalità organizzata nella nostra Regione. Una tristezza infinita dover leggere che la Questura di Gorizia
"
continua peraltro a segnalare la forte presenza di lavoratori, in larga parte provenienti dalla Campania e spesso con precedenti penali per reati associativi, nell'ambiente delle ditte esterne che lavorano in appalto o subappalto per lo stabilimento di Fincantieri":  ma questo evidentemente è quanto accade nelle dinamiche della patologia cancerosa della mafia, corrompendo il tessuto sociale ed economico sano e l'idea stessa di bene comune e di lavoro come uno dei principali diritti di cittadinanza.

Ai primi di febbraio 2017 il Consiglio di Stato ha sviluppato in un sua sentenza  un importante ragionamento sulla prevenzione del fenomeno mafioso, affermando che dichiarazione antimafia e informativa antimafia non sono alternative, e che la seconda, in quanto strumento maggiormente efficace, può essere richiesta anche per le attività soggette a SCIA o mera autorizzazione, inclusa dunque anche l'Autorizzazione unica ambientale.
La “comunicazione antimafia” è costituita da un’attestazione circa l’assenza di misure di prevenzione penale o condanne per alcuni gravi delitti. Essa è necessaria per il rilascio di autorizzazioni, licenze o s.c.i.a. ed è autocertificabile dall’imprenditore.
L’“informativa antimafia” è costituita invece da una valutazione del Prefetto sul rischio di infiltrazione mafiosa, fondata non solo sulle condanne ma anche su altri elementi (rapporti di polizia, cointeressenze economiche, frequentazioni).
L’informativa costituisce quindi uno strumento di prevenzione molto più avanzato. Essa era necessaria, secondo la precedente normativa, solo quando l’impresa doveva stipulare contratti con l’amministrazione, ricevere sovvenzioni, o sfruttare economicamente beni pubblici. Oggi non più.

mercoledì 1 marzo 2017

Jannis Kounellis, a Gorizia, Palazzo Lantieri. L'installazione creata nel 2004 nella torre della Porta Oriente.

La recente scomparsa di Jannis Kounellis lascia grande tristezza tra coloro che a Gorizia ebbero modo di conoscerlo, e di mantenere con lui legami di autentica e affettuosa amicizia,  in occasione delle sue partecipazioni alle iniziative dedicate all'arte contemporanea e alla cultura delle avanguardie, realizzate a Palazzo Lantieri, dove è conservata una sua installazione nella Torre di origine trecentesca, importante cardine del turismo culturale nella nostra città e Porta essenziale per capire tante cose di questa città.


di Martina Luciani

Kounellis e la bellissima esperienza artistica nata a Palazzo Lantieri coincisero con l'apertura dell'ultimo confine europeo, quello della Transalpina, e con l'ingresso della Slovenia nella UE.
Proprio quell'evento, anzi, fu la precisa ragione per cui Kounellis partecipò alle iniziative in campo artistico realizzate, e proseguite anche negli anni successivi, a Palazzo Lantieri, ed il motivo ispiratore dell'installazione che, a differenza di molte altre sue opere, è rimasta intatta nella Torre e continua ad essere un'inaspettata emozione per i visitatori della dimora storica.