martedì 4 dicembre 2018

Giornata internazionale della montagna, 11 dicembre 2018. Monte Analogo presenta a Gorizia il film "Domandando di Dougan".


Martedì 11 dicembre 2018 alle ore 20,30 al Kulturni dom di Gorizia, per celebrare la Giornata Internazionale della Montagna, l'Associazione Culturale "Monte Analogo" di Trieste in collaborazione con la sezione goriziana del Club Alpino Italiano, lo Slovensko planinsko  društvo Gorica (Società Alpina Slovena di Gorizia) e il Kulturni dom presentano la proiezione del film "Domandando di Dougan".




Vladimiro (Miro) Dougan è stato uno dei maggiori alpinisti regionali il cui valore viene considerato pari a quello del suo coevo e più conosciuto e celebrato Emilio Comici. Nato a Trieste, nel rione di Roiano, il 16 marzo 1891 da famiglia di origine slovena, ebbe come maestro e mentore Julius Kugy, con il quale frequentò assiduamente le Alpi Giulie prima dello scoppio della Prima Guerra mondiale.
In seguito operò anche sulle Alpi occidentali e centrali e partecipò a spedizioni extraeuropee in anni in cui la cosa non era così comune e scontata come lo è oggi.
La proiezione del film sarà seguita dall'incontro con i due autori Giorgio Gregorio e Flavio Ghio e gli interventi di alcuni fra i più attivi e affermati alpinisti regionali.

Scotti Hütte del Jof Fuart,1917. Archivio D.Marini

Dalla biografia di Dougan.

Il rapporto con Julius Kugy.
E' legittimo credere che Dougan ( nella foto accanto, è a sinistra) abbia conosciuto Kugy ( ritratto a destra)  sui monti ed è altrettanto probabile che il giovane sia stato assunto presso i Magazzini Generali su raccomandazione di quello che era uno dei più importanti importatori di prodotti coloniali dell’epoca. Non è certo una coincidenza che più tardi sia stato impiegato nello stesso ente anche Comici, egli pure un pupillo di Kugy, che lasciò questo lavoro per divenire guida alpina. Abbiamo un’unica notizia che attesta come già prima dello scoppio della Grande Guerra Dougan era stato accolto tra i pochi eletti (Krammer e Bolaffio) che accompagnavano Kugy nell’esplorazione alpinistica delle Giulie: nel 1911 essi raggiunsero la cima del Ciuc di Vallisetta assieme alla guida Osvaldo Pesamosca, una salita molto lunga ed anche pericolosa, scelta solo da chi ama la montagna più solitaria, ancorché ardua quanto ingloriosa.
Nel corso delle sue scalate sul versante Nord del Gruppo del Jôf Fuart,  Kugy aveva incontrato in vari punti quella che egli chiamò “Cengia degli Dei”, un via idealizzata e fantastica, impercorribile per le varie interruzioni con i mezzi di allora.

martedì 27 novembre 2018

Il cambiamento climatico ridisegna i continenti: noi stiamo dentro l'anticiclone africano, questo l'ambito degli interessi comuni e del comune sviluppo.

Importante apertura di un percorso di riflessione e discussione, a Gorizia, alla Facoltà di Scienze diplomatiche nel polo universitario di via Alviano: il sistema di equilibri che rendeva prevedibili e gestibili i fenomeni naturali è saltato a causa del cambiamento climatico, gli impatti riguardano tutte le aree del mondo ma soprattutto gli ecosistemi più fragili e le popolazioni più povere, il diritto internazionale ignora la questione ambientale e quello europeo non riconosce i migranti forzati a spostarsi per ragioni ambientali. I contributi, tra gli altri, di Grammenos Mastrojeni, diplomatico italiano, scrittore, coordinatore per l'eco-sostenibilità della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, e di Gianfranco Schiavone, vicepresidente di ASGI - Associazione studi giuridici sull'immigrazione e presidente di Italian Consortium of Solidarity (ICS) ONLUS.



di Martina Luciani

Il discorso introdotto oggi dall'iniziativa del Dipartimento di scienze politiche e sociali dell'Università di Trieste non può certo considerarsi concluso nell'arco della mattinata dedicata a "Migrazioni e cambiamento climatico".

Il mondo, ognuno di noi incluso, è alle prese con la crescente pressione e con l' interferenza spesso tragica su tutte le attività umane dei fenomeni climatici ormai governati dal caos che progressivamente stravolge l'ecosistema. Al traino, si manifestano l'imprevidibilità dei servizi ecosistemici, l'insicurezza alimentare ed economica, l'instabilità sociale e politica, la violazione dei diritti umani, l'esasperazione dei conflitti sociali, il diffondersi dell'illegalità, i fanatismi, il terrorismo. E la pace diventa un bene inarrivabile, così come un lavoro e una vita dignitosa e protetta, la disponibilità di acqua e di cibo, i figli a scuola, l'assistenza medica. 
 Nove su dieci dei migranti che giungono in Italia sono africani.

martedì 20 novembre 2018

Due petizioni popolari al Comune di Gorizia, per costruire sviluppo e progresso nel rispetto e nella cura delle persone e del territorio.

Comincia mercoledì 21 novembre la raccolta delle firme alle due petizioni popolari nate in seguito all'ennesimo dibattito sulle criticità ambientali che ancora non trovano adeguato riscontro nell'agire della pubblica amministrazione. 
Una città accogliente e vivibile si realizza per mezzo di strumenti di pianificazione che  rispondano tanto alla necessità di crescita economica e alle istanze di lavoro della comunità quanto ai bisogni di salute, salubrità, qualità ambientale, cura dei quartieri e del territorio, qualità dei servizi, salvaguardia dei beni comuni e valorizzazione del paesaggio urbano e naturale.
Non si tratta di andare indietro, ma di andare avanti scegliendo come prioritaria e inequivocabile la cura delle persone e dei luoghi dove si vive e si lavora. Quindi le industrie insalubri e pericolose stiano lontane dalle abitazioni dei cittadini e si rendano operativi gli strumenti che garantiscono standard elevati di tutela ambientale e di contrasto all'inquinamento, quello acustico incluso.
Certamente intraprendere questo percorso è più impegnativo (soprattutto politicamente) che limitarsi a svendere
i beni comuni e sacrificare gli interessi collettivi alle speculazioni imprenditoriali, ma se è quello che vogliamo per il futuro della nostra comunità possiamo pretendere che si faccia.


COMUNICATO STAMPA
19 novembre 2018
La discussione sulla centrale termoelettrica a gas di Sant’Andrea è un NO alle industrie insalubri e all’inquinamento ambientale, incluso quello acustico: le petizioni popolari dei cittadini per  dire SI a strategie di sviluppo e norme di pianificazione territoriale che rispettino i bisogni di salute e salubrità della comunità.

Da diversi anni  a Gorizia si manifestano forti criticità che contrappongono i progetti di sviluppo economico alle esigenze e alle istanze dei cittadini sul piano della salubrità e della qualità ambientale.
La  ferma e corale opposizione del quartiere di Sant’Andrea  alla nuova centrale termoelettrica a gas ha determinato, unitamente ad una rinnovata coesione sociale sui temi della partecipazione e al riproporsi delle pregresse esperienze di protesta e di denuncia,  la convinzione che la questione vada inquadrata e risolta sul piano delle scelte politiche che diventano “pubblica amministrazione” e governo del territorio e della comunità locale.

giovedì 8 novembre 2018

Il centenario della dissoluzione di un impero


Memoria storica e senso di appartenenza: quest'anno non si festeggia la vittoria della prima guerra mondiale, ma si celebra la fine di una guerra assurda.


di Marilisa Bombi

Il 4 novembre scorso il presidente Mattarella, a Trieste, ha dimostrato con il suo intervento che le parole hanno un senso. Perchè celebrazione e commemorazione non sono assolutamente la stessa cosa. Fatto questo da non sottovalutare, perché sono stati molti, in questi tre anni, coloro i quali non hanno colto l’importanza che il Governo aveva voluto veicolare fin dall’inizio, come risulta evidente dal sito web istituzionale. Si celebra la fine della guerra e non la vittoria dell’Italia.
Bisogna "ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea", ha detto Mattarella a Trieste per le commemorazioni (e non celebrazioni riporta correttamente il sito della RAI) della vittoria nel 1918. "Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l'incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo".
Lo stesso giorno, il 4 novembre, ho avuto modo di ricevere un consiglio di lettura che ho subito accolto, ordinando via web il testo in digitale, tenuto conto che il libro è ormai andato esaurito, anche se è stata preannunciata una ristampa. Il consiglio ad approfondire le cause dello scoppio della prima guerra mondiale, ampiamente illustrate nel saggio di François Fejtő, Requiem per un Impero defunto, la dissoluzione del mondo austro-ungarico, mi è stata fornita da un mio ospite; il quale, veronese ed appassionato di storia, ha voluto visitare i luoghi della Grande guerra. Mentre discorrevo con lui, via via aumentava in me la consapevolezza che i goriziani non hanno avuto la capacità di conservare e ravvivare la memoria storica, cioè la memoria della propria storia.

giovedì 1 novembre 2018

EVFTA: l'Italia firma il trattato UE - Vietnam. A brache abbassate in Oriente.

Traditi in materia di trattati internazionali tossici tutti gli impegni elettorali. Dichiarazioni politiche roboanti a tutela dell'agricoltura italiana contraddette sistematicamente.  Svendute le eccellenze alimentari ai mercati più "falsi" del mondo. E in più, diritti umani e sviluppo sostenibile per l'ambiente  valgono meno di niente.  Stop TTIP Italia lancia l'allarme e ci chiama ad una condivisa protesta.




Dopo gli inspiegabili ai trattati di libero scambio Unione europea-Giappone (JEFTA) e Unione europea-Singapore, venerdì il Ministero dello Sviluppo Economico ha nuovamente stupito le tante organizzazioni della società civile che si aspettavano un cambio di rotta.
Il Sottosegretario con delega al commercio estero, Michele Geraci, ha dato infatti il via libera per l’Italia alla firma europea dell’accordo Ue-Vietnam. E di bocciare il CETA non si parla più.

Tutti i dettagli sulla deriva schizofrenica del governo italiano in materia di trattati internazionali li potete trovare riassunti sulle pagine di Stop TTIP Italia.

Dove risalta forte e chiara la richiesta  al ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio di spiegare la linea politica del suo Ministero, e al vicepremier Salvini la ragione per cui un sottosegretario in quota Lega contraddica con i fatti il contratto, le loro dichiarazioni e le promesse elettorali.
Ulteriore richiesta: BOCCIARE IL CETA in Parlamento, prima delle elezioni europee, e  fermare, nel frattempo, l’iter di tutti i trattati tossici, attivando un confronto serrato in Europa sulla strategia e le priorità commerciali dell’Unione e dei Paesi membri, Italia compresa

Ma per capire quanto sia basso lo standard della dignità politica, culturale e civile italiana riprendo integralmente quanto analizzato in capo alla controparte dell'EVFTA, cioè il Vietnam, che viola sistematicamente i diritti umani e non gliene frega niente proprio niente di sviluppo sostenibile per l'ambiente e per tutti gli esseri umani. 

giovedì 11 ottobre 2018

Mimesi. Se vuoi educare allo sviluppo sostenibile, parla semplice.

Nella convinzione assoluta che siamo carenti di educazione, in ogni campo, mi chiedo che sensibilità e coinvolgimento possa indurre, nel soggetto ricevente, un titolo come quello scelto da ARPA FVG per la settimana dell'educazione allo sviluppo sostenibile ( dal 22 al 27 ottobre prossimi).


di Martina Luciani


ISPIRIAMOCI ALLA NATURA. La natura circolare: mimesi e rigenerazione delle risorse.
Questo il titolo di una importantissima iniziativa dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente.
La ragione della Settimana ( tredicesima edizione) risiede nell' Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 dell’ONU: "Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti".

Scorrendo il programma, leggo di appuntamenti stimolanti, laboratori didattici, presentazioni di libri, riflessioni che ben chiariranno l'urgenza di uno stop all'attuale indiscriminato sperpero del patrimonio collettivo ambientale, lezioni, proiezioni cimetografiche, incontri nelle scuole di tutti i livelli, di tavole rotonde. Bellissimo. La salvezza del mondo parte da qui: dalla necessità di imitare la Natura, comprendone a fondo la saggezza e le capacità rigenerative. Il che significa: dalla Natura mutuare il metodo e anche lo scopo ( garantire la sopravvivenza, che richiede però in premessa buone qualità di esistenza), ridurre il consumo di risorse, organizzare di conseguenza le filiere di produzione e orientare entro diverse e più contenute proporzioni i consumi, sostituire il disastroso modello di sviluppo lineare ( che tutto divora, ormai anche se stesso) con quello circolare e alleggerire in maniera significativa il peso isostenibile che stiamo esercitando ( con efferatezza) sull'ambiente.

Ringrazio ARPA FVG, ma chiedo: la parola mimesi, è uno strumento di comunicazione congruo rispetto l'obiettivo di divulgazione e di messa a disposizione di strumenti di apprendimento per TUTTI? Se dici mimesi a un bambino delle scuole medie, pensa a Platone ( che della mimesis diffidava) o ad Aristotele ( che invece la considerava strumento di autentica conoscenza) o devia e si mette a giocare sul cellulare? E quanti adulti sentiranno nel suono poco familiare di questa parola risuonare l'importanza di imitare la circolarità Natura ( il greco mimeomai significa semplicemente imitare) perchè quello è il sistema collaudato per generare equilibrio e corretta trasfromazione/evoluzione?

Educare è una cosa fantastica, ma bisogna saper scendere dalla cattedra. Non serve la tuta "mimetica" per venire tra di noi, beati ignoranti. E spero che, nonostante la punzecchiata ai dotti comunicatori, l'iniziativa abbia vastissima risonanza e successo.




lunedì 8 ottobre 2018

Lettera aperta all’Azienda sanitaria locale di una partecipante alla Procedura selettiva per 4 posti di coadiutore amministrativo B.

Cara Azienda sanitaria locale,
leggo di te e delle tue vicissitudini, tra gossip e ricorsi al Giudice del lavoro, in occasione dell’avviamento a selezione di personale per 12 posti di centralinista nella tua rispettabile struttura, nel mese di luglio scorso. Leggo e sogghigno, perché ho partecipato alla selezione immediatamente successiva, quella per 4 posti di coadiutore amministrativo, riservata agli iscritti alle liste di collocamento dell’Ufficio del lavoro regionale.
Al colloquio, svoltosi in forma rigorosamente riservata, in 5 minuti, più o meno, sono stata giudicata non idonea. Risulta da un verbale lapidario in cui si legge che i candidati sono stati giudicati inidonei in quanto nell’esposizione degli argomenti oggetto del colloquio hanno dimostrato incertezza e non hanno risposto in maniera esaustiva alla domanda.

   

di Martina Luciani





Il verbale in questione fa riferimento ad un DPR  18/6/77 n.246 che non esiste ( ma è una piccola incertezza normativa che nulla toglie alla validità dell’atto!).
Esiste invece un DPR 18/6/1997 n.246, che sancisce che “Le prove non comportano valutazione comparativa e sono preordinate ad accertare l'idoneità a svolgere le mansioni del profilo nel quale avviene l'assunzione.”
Esiste anche il DPR 9 maggio 1994 n. 487 (norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalita' di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzioni nei pubblici impieghi) che all’art. 27, comma 5 scrive: Le operazioni di selezione, sono, a pena di nullita', pubbliche.
La ratio, per analogia con quanto argomentato dal Consiglio di Stato (sentenza del 27 marzo 2015) in materia di concorsi pubblici ( la legge di riferimento è la stessa) coincide con le basilari regole di trasparenza, imparzialità e buon andamento  della pubblica amministrazione. Affinchè  un'aula sia aperta al pubblico, deve essere assicurato il libero ingresso al locale ove si svolgono i colloqui, a terzi estranei, ma anche e soprattutto ai candidati, sia che abbiano già sostenuto il colloquio, sia che non vi siano stati ancora sottoposti. Ciascun candidato è infatti titolare di un interesse qualificato a presenziare alle prove degli altri concorrenti, al fine di verificare di persona il corretto operare della commissione.

Per età e per formazione culturale sono pronta ad accettare le sconfitte quando però io abbia potuto combattere ad armi pari: e questa volta a mio parere le armi  non erano pari. Lo sarebbero state se il segretissimo colloquio cui sono stata sottoposta avesse consentito di verificare la mia competenza su quanto indicato nell’avviso di selezione:  nozioni elementari sul procedimento amministrativo e sugli atti amministrativi; relazione con l’utenza; conoscenza della struttura sanitaria dell’AAS 2 “Bassa Friulana – Isontina”; prova pratica: copiatura di un testo (word) e foglio di calcolo excel.

Quindi ho fatto richiesta di accesso agli atti ( ben prima che il caso centralinisti uscisse sulla stampa) per capire alcune cosette, di cui ora, cara Azienda sanitaria, vorrei parlarti, amichevolmente, senza strascichi giudiziari,  perché sinceramente, vista la tua momentanea celebrità in fatto di selezione del personale, preferisco non affrontare ulteriori tue attenzioni  nell’ambito della gestione delle “risorse umane”. 

L’AVVIO A SELEZIONE. Quando ho saputo della selezione di personale - cui potevo accedere perché, ahimè, disoccupata dal 31 marzo scorso -  e degli argomenti sui quali avrei dovuto misurarmi, mi sono munita dei libri utilizzati qualche mese fa da mia figlia per l’esame di Diritto Amministrativo a Giurisprudenza; ho realizzato con diligenza  una dispensa molto dettagliata sulla struttura/funzionamento dell’ azienda sanitaria locale e già che c’ero sulla strutturazione dei servizi sanitari a livello regionale ( incluso il cameo dell’ Egas creato nel 2014); mi sono fornita di un librone che si intitola Legislazione e organizzazione del servizio sanitario nazionale.  Word ed Excel ho lasciato perdere, quello che so ho ritenuto dovesse bastare.

giovedì 4 ottobre 2018

Castelli Aperti. “Un giorno con Madame Royale”, il 7 ottobre 2018, a Palazzo Lantieri di Gorizia, dalle 10 al tramonto.

Ritratto di Madame Royale conservato a Palazzo Lantieri

In occasione della 31° edizione di Castelli Aperti, l'appuntamento autunnale a Palazzo Lantieri di Gorizia è dedicato a Maria Teresa di Francia, Duchessa d' Angoulême, che frequentò assiduamente le sale e salotti dell'antica dimora goriziana durante l'esilio dei Reali francesi a Gorizia. Memorie storiche e ricordi di famiglia, degustazioni di pasticcini nei salotti dove risuoneranno le note di Chopin e,come di consueto,i Maestri dello Scriptorium Foroiuliense all'opera nella sala della Cabala. 

 

Mentre l’intera corte dei Borbone in esilio si trovava a Gorizia, negli anni 30 del 1800,  Elena Lantieri accolse  nella dimora che si affaccia su piazza Sant’Antonio Maria Teresa Carlotta di Francia, Duchessa d'Angoulême, figlia di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta.  Le spettava anche l’appellativo  di Madame Royale,  attribuito per tradizione alla maggiore tra  le figlie del re di Francia.

 Madame Royale dimorava a Palazzo Strassoldo,  e le bastava dunque solo attraversare la piazza per recarsi nella storica dimora dei Lantieri, dove era ospitato anche il nipote Enrico V di Francia, per partecipare ai ricevimenti o semplicemente per rifugiarsi nel calore dell’accogliente famiglia goriziana:  momenti di rara serenità in un’esistenza costellata di tragedie, a cominciare dalla morte dei genitori, ghigliottinati durante la rivoluzione francese, e dalla lunga prigionia nella Torre del Tempio a Parigi (il soprannome L’enfant du Temple cela la sua identità in parecchi romanzi e poemi popolari dell’epoca).

In quelle occasioni di tranquilla vita familiare, la Duchessa d'Angoulême  partecipava  ad attività tradizionali quali il ricamo, la confezione di  vestiti e paramenti sacri, la realizzazione di complicati cordoni per le campanelle : oggetti che la famiglia Lantieri ancora conserva insieme a lettere e doni preziosi offerti a Elena Lantieri tanto dalla Duchessa quanto da Enrico V e che verranno esposti al pubblico.

martedì 25 settembre 2018

Il giovane Emanuele da un set all'altro


Autografi, picchetto d'onore, sindaco con fascia tricolore, sorridente ed emozionata. Potrebbe essere l'ennesimo set cinematografico grazie all'efficientissimo Film commission regionale. Invece a Redipuglia si celebra soltanto l'insulto alle istituzioni repubblicane, esercito compreso.


di Marilisa Bombi

Da anni vado dicendo che la classe non è acqua e, sotto questo punto di vista, i nobili dovrebbero avere molto da insegnarci se, proprio per la loro presunta classe innata, amassero soprattutto la discrezione. Nel senso che protagonismo ed ostentazione stanno agli antipodi di ciò che è nobile per natura. Come ben lo dimostrano, del resto quei nobili goriziani che se ne stanno nelle loro case ad onorare e custodire il Genius loci, disponibili sempre a condividere ed ospitare arte e bellezza. Scivolando nel soggettivo, ci sono le persone di animo nobile o nobile di carattere, che dir si voglia, ovvero quelle generose e disinteressate. Quelle che si fanno in quattro per aiutare chi si trova in uno stato di bisogno; qualsiasi esso sia. Quelle che combattono per un ideale di giustizia e non per il proprio tornaconto sia esso pubblico o privato.

sabato 22 settembre 2018

Idroelettrico. Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) sollecita la Regione a bloccare le microcentraline di montagna.

Sono oltre 200 le centraline idroelettriche in Friuli-Venezia Giulia e non si fermano le richieste per l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti, molti dei quali di piccola  taglia (meno 1 Mw), nefasti per i corsi d'acqua e i bacini idrografici in cui vanno ad interferire. Una manifestazione sul tema ad ottobre, il Patto per l'Autonomia invita amministratori, associazioni e cittadini.  



di Martina Luciani.


Di fronte ai numeri che fotografano la crescente situazione di sfruttamento dei piccoli bacini idrici montani, il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia sollecita un intervento forte della Regione per bloccare la costruzione di altre microcentraline nei torrenti di montagna "dove il danno ambientale supera di gran lunga i benefici che derivano dalla loro realizzazione". Il capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, evidenzia qualcosa che purtroppo sappiamo bene: i profitti generati dalla produzione di energia elettrica non rimangono sul territorio, a beneficio delle comunità locali – se non in minima parte –, ma finiscono per arricchire società extraregionali.


Da tempo, gli impianti di piccola taglia preoccupano i territori dove queste installazioni si concentrano. Le comunità del Bellunese, della Valle d’Aosta, della Valtellina, del Trentino e del Friuli hanno più volte evidenziato come il mini idroelettrico comporti danni  al territorio, a partire dalla riduzione del deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua. Anche l'Isonzo, che ha già i suoi gravi problemi di deflusso, incredibilmente irrisolti attraverso l'ottenimento da parte del gestore sloveno della diga di Salcano di maggiori e e diversamente distribuiti rilasci di acqua, è oggetto di attenzione da parte degli imprenditori del mini idroelettrico: fatto che agli ambientalisti goriziani proprio non sta bene.

In più, il meccanismo degli incentivi pubblici, sovvenzionato dai cittadini attraverso le bollette dell'energia,  è particolarmente appetitoso. Sullo sfondo il grande e malsano equivoco: l'incentivazione statale alla produzione idroelettrica si fonda sul presupposto che l'energia da da fonti rinnovabili sia "sostenibile" per l'ambiente, la salute della popolazione, il paesaggio . Il minidroelettrico è accalarato che reca danno all'ecosistema e al patrimonio naturale che appartiene alla collettività, senza vantaggi significativi in termini di produzione elettrica e in termini di benefici economici per le comunità.


Moretuzzo chiede alla Regione Friuli Venezia Giulia di
sospendere temporaneamente le concessioni a derivare e le autorizzazioni alla realizzazione di nuove centraline.
"Si scelga di salvaguardare l’ambiente e di non realizzare opere i cui benefici non giustificherebbero l’impatto sul territorio. Si scelga d
i gestire le risorse e i beni comuni, come acqua, energia e paesaggio, che appartengono a tutti, a beneficio delle comunità e dei territori nelle quali quelle risorse si trovano".
Moretuzzo ricorda anche che è in fase di elaborazione il Decreto interministeriale
di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.Val la pena di notare che il testo attualmente disponibile on line reca un'unica indicazione relativa alle acque in chiave  ecosistemica, e lo fa richiamando la direttiva europea 2000/60CE: l'obbligo di conservare e ripristinare la buona qualità delle acque e di impedire il deterioramento dello stato di tutti i corpi idrici superficiali. Lo schema ricorda anche la procedura di indagine aperta dalla Commissione a carico dell'Italia per violazione della direttiva acque e ritiene "di dover ammettere agli incentivi solo gli impianti idroelettrici in possesso di determinati requisiti, che consentano la produzione elettrica senza prelievi aggiuntivi dai corpi idrici". Questa che ho trovato è una garanzia sufficiente affinchè le speculazioni realizzate grazie agli incentivi sul mini idroelettrico smettano di essere la prassi travestita da green economy per svendere i nostri fiumi e rii?
Se ne parlerà sicuramente alla manifestazione 
organizzata a fine ottobre dal Patto per l'Autonomia, alla quale sono invitati a partecipare cittadini e amministratori locali, associazioni ambientaliste e comitati territoriali impegnati nella difesa dei corsi d’acqua regionali.






mercoledì 12 settembre 2018

Storia di un amore controverso, il Campo di Volo e l’Aeroporto di Gorizia.Il 14 settembre la prima conferenza del ciclo organizzato dall'Associazione Arma aeronautica di Gorizia



L’Associazione Arma Aeronautica, sede di Gorizia, ha organizzato un ciclo di conferenze
a carattere storico, che si svolgerà, tra settembre e novembre, nella sala convegni Della Torre, a Gorizia, in via Carducci 2,  messa a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.




La prima conferenza che verrà tenuta da Pierluigi Lodi, si svolgerà il 14 settembre, con inizio alle 17, ed avrà come titolo “Storia di un amore controverso, il Campo di Volo e l’Aeroporto di Gorizia.” Il dottor Lodi è ben noto negli ambienti degli appassionati di storia come cultore della materia, appassionato raccoglitore di cimeli, accompagnatore durante E' storia dei bus su vari percorsi storici della prima e seconda guerra mondiale.    

La seconda conferenza è dedicata a “L’apporto dell’aviazione italiana nella I Guerra Mondiale". Relatore il prof. Giovanni Battista Carulli, attuale Presidente  dell'Associazione Arma Aeronautica di Trieste, Istria e Dalmazia ed ex docente all’'Università di Trieste. L’appuntamento è fissato il 12 Ottobre, sempre alle 17.

La terza ed ultima conferenza che verrà tenuta da un esponente dell’O.N.F.A si svolgerà il 16 Novembre con inizio alle ore 17, ed avrà come titolo: "L'Opera Nazionale Figli degli Aviatori, storia di un Ente Goriziano." L’Opera venne infatti creata a Gorizia quando c'era la Scuola di volo Caccia, preludio formativo ad esperienze di volo che molto spesso, come è intuibile, producevano eventi luttuosi e lasciava tanti bambini senza il genitore. Esiste ancora oggi,  e si occupa degli orfani del personale militare dell’Aeronautica Militare.