martedì 31 marzo 2015

Piazza Municipio e una dignità perduta: interrogazione in Consiglio comunale




Il consigliere Michele Bressan di Gorizia è tua, nell'ultima seduta del Consiglio comunale ha interrogato il Sindaco per chiedere come mai il Comune non ha ancora riacquistato l'area dell'ex distributore tenuto conto che l'originario atto di cessione espressamente lo prevedeva.


Questo il testo dell'interrogazione:
Nella sintesi del programma elettorale presentato dal “Popolo di Gorizia”, che ho riletto in questi giorni, nel paragrafo intitolato “Gorizia più bella”, si legge che “... la riqualificazione urbanistica del centro storico è la condizione indispensabile per il rilancio turistico e commerciale del centro cittadino... ” Alla luce di quest’affermazione, condivisibile da ogni goriziano, le sottopongo la situazione della piazza antistante al nostro Municipio.  A questa piazza, se tale si può chiamare, come ha già rilevato il blog piazza Traunik, forse si potrebbe ridare dignità.
Dagli atti depositati all’Ufficio Tavolare, si evince che esiste un atto di cessione di un’area condizionata a un uso specifico. Il consiglio comunale, infatti, aveva deliberato di cedere l’area al privato per lo specifico uso di distributore e con la possibilità, successiva, per l’ente locale, di riacquistare l’area ceduta.
La mia domanda è: adesso che il distributore non c’è più, è stato smantellato esiste solo un piccolo edificio che fungeva da servizio e supporto dello stesso, che ora ospita un locale di somministrazione di cibi e bevande, è intenzione dell’Amministrazione far valere questo diritto?
Piazza Municipio, forse, non potrà avere mai la dignità di piazza, anche perché l’attuale assetto viario non lo consentirebbe, ma una sistemazione migliore dopo, gli annunciati e necessari, interventi di sistemazione di via Sauro, penso si possa ridarla, con un po’ di buona volontà.
Grazie

lunedì 30 marzo 2015

Domenica al circo: si, ma senza animali.



L'unico circo che vogliamo sostenere è quello in cui soltanto gli uomini siano ammirati per la loro performance artistica: non certo un elefante a testa in giù o un leone schiavizzato. Ieri presidio pacifico ma ben visibile davanti al circo Medrano.



di Martina Luciani
 
Si è concluso con un lungo e significativo applauso il presidio organizzato ieri pomeriggio da Veganima e altre associazioni per protestare contro l’uso degli animali negli spettacoli circensi: un applauso dei manifestanti  schierati davanti l’ingresso del circo, nel piazzale della Casarossa, rivolto al pubblico che usciva. Impossibile per chi, al termine dello spettacolo, si è trovato davanti gli striscioni di protesta ed è stato accolto dal battimani non riflettere e auspicabilmente concludere che la tradizione del circo può esprimersi in maniera fantastica anche senza costringere gli animali a vivere da prigionieri e fare cose che divertono gli umani ma tolgono loro ogni diritto e dignità e non corrispondono in alcun modo al senso della loro presenza su questa Terra.
Sappiamo che da parte delle autorità competenti sono stati effettuati controlli sulle condizioni degli animali utilizzati,e che non sono state riscontrate violazioni alle norme. Ma, ad esempio, la giraffa in tour con il Medrano e costretta a viaggiare con la testa fuori dall’automezzo che la trasporta di certo preferirebbe fare un’altra vita che non quella di attrazione sotto un tendone.  
Il presidio è servito inoltre per proseguire la raccolta di firme per la petizione lanciata a livello nazionale e rivolta al governo  da LAV, che trovate sul sito insieme ad un dossier intitolato "Liberiamo gli animali dai circhi", dove si illustrano le condizioni di sopravvivenza degli animali e i sistemi della doma. Lav sta anche raccogliendo i fondi necessari a realizzare un rifugio per la cura e la riabilitazione di animali che sono stati sottratti ai maltrattamenti nei circhi.

domenica 29 marzo 2015

Aurea aetas: Stefano Ornella in mostra alla Corte dell'arte



Venerdì 3 aprile alle 18.30 sarà inaugurata la personale di Stefano Ornella nell’ambito de “La Poetica del Viandante”  presso l’ Associazione Culturale La Corte dell’Arte - Spazio Alba Gurtner. La mostra sarà visitabile fino al 30 aprile 2015.

L’artista viandante porta nel suo nome l'idea del percorso, di una ricerca senza fine che si perde nei misteri del fare arte, nella ricerca di uno stile che diventerà riconoscibile per ogni artista per un particolare segno e motivo ricorrente che caratterizzerà la sua opera. Nato nel 1969. Originario di Monfalcone, Stefano Ornella, studia pittura all’Istituto Statale d’Arte di Gorizia e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Venezia diplomandosi nel 1992. Oltre l’attività di pittore e incisore affianca quella di illustratore e decoratore. Vive e lavora a Turrida di Sedegliano 33039, Udine, in via Gen. Pressacco 33. Nella sua pittura si fondono stimoli di diversa natura, provenienti da culture extraeuropee; lo splendore cromatico dell'arte islamica, i motivi figurativi erotici dell'Estremo Oriente ma anche le forme più essenziali dell'arte antica romanica e bizantina.
L'età dell'oro o “età aurea” è un tempo mitico dove la pace e la giustizia regnano incontrastate. L'eterna primavera con i frutti della terra nati spontaneamente, accompagna la vita e la morte in assenza di vecchiaia e dolore. L'uomo vive in natura senza la  necessità di vestirsi o costruire case per ripararsi..
Al primo sguardo viene in mente il tema della cacciata dal paradiso di Adamo ed Eva, il vincolo di interdipendenza però è più intenso. Raffiguro così  una relazione umana sincera e semplice ma non per questo meno fondamentale e profonda di qualsiasi scena sacra o mistica.  Le figure non idealizzate, evidentemente contemporanee e comuni nella loro nudità, senza altri segni di civiltà che ci facciano capire il periodo storico e geografico in cui si trovano, manifestano una dinamica affettiva: un'azione reciproca che le lega emotivamente e la natura che accoglie questa intesa fanno da  sfondo complici di una situazione quasi “musicale”.

Fin qui il comunicato ufficiale. 
Di mio vorrei aggiungere che Stefano Ornella, non solo, come è stato scritto è un decoratore. Perchè tale termine, a mio avviso, è riduttivo. Stefano, infatti, è un artista della decorazione, capace di trasformare una normalissima stanza in un luogo magico, ricco di poesia. Chi ha avuto modo di vedere Stefano all'opera ne rimane stregato perchè - al di là della perfezione pittorica - è l'uomo che affascina. Sereno, pacato, quasi un trattato di meditazione trascendentale fatto persona mentre da una parete intonsa escono dalle pennellate i versi del poema.
Marilisa Bombi

venerdì 27 marzo 2015

Presidio contro gli animali schiavi e buffoni nei circhi: a Gorizia, domenica, davanti al Medrano.



Veganima Gorizia ha organizzato un presidio per sollecitare l'attenzione del pubblico sulla prigionia e sullo sfruttamento degli animali usati nei
circhi.Domenica pomeriggio, sul piazzale di Casarossa, a partire dalle 15. Tutte le persone convinte che ci si possa divertire al circo anche senza animali sono invitate a partecipare all'iniziativa.



di Martina Luciani

Mai portate le mie figlie bambine al circo, non concepisco che la libertà e la dignità di esseri viventi siano ridicolizzate e svilite. Ma capitò un giorno di passare nel piazzale di Casarossa, e di vedere, pur da lontano, in un recinto metallico poggiato semplicemente sull’asfalto, una tigre. Animale per noi, lettrici accanite, quasi mitico, di bellezza sconvolgente, misterioso, temuto. Girava attorno, nella cornice delle sue sbarre, umiliata e rabbiosa. Non restammo a guardare. Una delle mie bimbe, la sera, ancora irrimediabilmente triste per l'animale prigioniero, mi diede una poesia. Si intitola “  La bella tigre del circo”, e dice, tra l’altro: Dove sono le immense foreste e le grandi radure dove potrei correre, a lungo sognate? I bambini mi guardano, ridono. Ma io piango. E muoio”. A lungo l’immagine della tigre nella gabbia sull'asfalto ci perseguitò.
Passano gli anni, e alcuni giorni fa, di nuovo una visione terribile, riportata a casa al rientro da scuola: "stanno tirando su il circo, ho visto un grande automezzo, e dal tetto sbucava il lungo collo di una giraffa".

L’assemblea provinciale Pd approva documento sulla riforma degli enti locali





Il segretario provinciale Rossi: «Isontino propulsore e aggregante verso il resto della Regione, anche oltre i confini della vecchia Provincia». Ai sindaci il mandato di favorire una stretta convenzione fra i due ambiti del Basso e Alto Isontino.



Si è riunito fino a tarda notte l’Assemblea provinciale del Pd, il “parlamentino” del Partito Democratico, ma alla fine all’unanimità è stato adottata la piattaforma entro la quale il partito si muoverà nei prossimi mesi per l’attuazione della riforma degli enti locali nell’Isontino: «Puntiamo ad un accordo quadro fra le Unioni di comuni nel quale sarà riorganizzato l’Isontino: il Basso e alto isontino (come gli attuali ambiti socio-assistenziali)», così annuncia il segretario provinciale del Partito Democratico, Marco Rossi, dopo l’assemblea che ha dato un «forte mandato» ai sindaci eletti nelle file del Pd affinché procedano in questa direzione.
«Poiché la legge prevede la possibilità che le Unioni territoriali stipulino fra loro degli accordi, detti “convenzioni”, sia per gestire servizi in comune, come quelli già oggi gestiti in maniera unitaria nell’intero Isontino, sia per stipulare accordi di programma ed essere interlocutori diretti della Regione – spiega Rossi - per questi motivi pensiamo che l’Isontino possa diventare una forza propulsiva per l’intera regione, ed aggregare attorno al nostro progetto anche altre Unioni di comuni a noi vicine, con le quali siamo disposti a collaborare su progetti comuni».
«C’è chi pensa, erroneamente, che il futuro della Regione si riduca a Udine e Trieste: noi diciamo “né con Udine, né con Trieste” perché l’Isontino è stato da sempre un territorio cerniera, ma oggi è anche un territorio nel quale si concentrano alcune delle infrastrutture regionali più importanti, dall’aeroporto al porto di Monfalcone, all’autoporto di Gorizia».
È assolutamente sbagliato l’approccio di molte amministrazioni, invariabilmente di centrodestra, che vogliono sabotare e disapplicare la legge: mostrano scarsa cultura di governo, dice ancora il Partito Democratico. Che se ritiene per ora prioritario procedere nella direzione della costruzione delle “Unioni territoriali”, lascia la porta aperta alle fusioni di comuni: «Per certi versi esse rappresentano la normale evoluzione della legge di riforma degli enti locali, ma per incontrare il consenso dei cittadini devono essere ragionate e condivise e partire dal basso».