venerdì 6 marzo 2015

Voglia di trasparenza. Gestione spazi ex CIE e faccenda pocket money ai richiedenti asilo al CARA: istanza di accesso agli atti alla Prefettura di Gorizia



Tenda per la Pace e i Diritti, l'associazione Cittadinanzattiva ONLUS e la Campagna LasciateCIEntrare hanno presentato alla Prefettura di Gorizia  istanza  di accesso agli atti inerente la convenzione vigente dal 10 gennaio scorso tra questa e il consorzio Connecting People per la gestione degli spazi dell'ex CIE. Ed hanno richiesto anche una serie di chiarimenti in ordine alla gestione del pocket money, ovvero i 2,5 euro che dovrebbero essere consegnati ai richiedenti asilo e che sono ricompresi nell'importo pagato dalla Prefettura per ognuno, e ad una serie di altre ombre della gestione del CARA di Gradisca d'Isonzo.


di Marilisa Bombi

La richiesta di accesso civico agli atti relativi alla Convenzione in essere tra Prefettura di Gorizia e consorzio Connecting People per l'area dell'ex CIE utilizzata come CARA allargato discende da una semplice constatazione: sul sito della Prefettura, nella casella Amministrazione trasparente, non si trova. In effetti, si legge, la Prefettura di Gorizia pubblica e aggiorna ogni sei mesi, in distinte partizioni della sezione «Amministrazione trasparente», gli elenchi dei provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti. Quindi bisogna andarsela a cercare utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla legge del 2013 sulla trasparenza. Oltre ad essere molto interessati a leggere la convenzione (che non è reperibile neanche sul sito della Connecting People) ci piacerebbe capire bene la faccenda dei pocket money: ultimamente erogati solo sotto forma di pacchetti di sigarette (si, quelli su cui c'è scritto CHI FUMA MUORE) e tessere telefoniche, difficilmente utilizzabili, ad esempio, per acquistare il biglietto del treno e recarsi agli uffici immigrazione a Gorizia. Dai racconti degli ospiti, sappiamo che ogni due o tre settimane vengono consegnati alcuni ( quattro o cinque, dipende) pacchetti da dieci sigarette marca Diana e una tessera telefonica da dieci euro. In realtà i richiedenti asilo in convenzione hanno diritto complessivamente a circa 75 euro al mese, e non si capisce in base a cosa non li ricevano o perchè, ai tempi della chiavetta elettronica, dovessero spenderli all'interno del CARA e non negli esercizi commerciali della cittadina ospitante. Siamo certi che la Prefettura chiarirà questo groviglio che riguarda una cifra complessivamente tutt'altro che irrisoria.
Ecco il testo di istanza di accesso agli atti.

In data 4 marzo 2015 l'associazione di Promozione Sociale Tenda per la Pace e i Diritti, l'associazione Cittadinanzattiva ONLUS e la Campagna LasciateCIEntrare hanno presentato alla Prefettura di Gorizia  istanza  di accesso agli atti inerente la convenzione vigente dal 10 gennaio scorso tra questa e il consorzio Connecting People per la gestione degli spazi dell'ex CIE.
E' stata inoltre presentata richiesta ufficiale di chiarimenti relativi alla gestione del CARA di Gradisca e in particolare:

di chiarire le modalità di erogazione del pocket money previsto dalla convenzione : “ ad ogni ospite (…) sarà fornita una sola volta all'ingresso una scheda telefonica di 15€ (oltre che  un buono economico del valore di 5€ ogni due giorni) spendibile all'interno del centro per le spese quali bolli postali, schede telefoniche, snack alimentari, bibite analcoliche, sigarette, libri, riviste, giornali, ecc.”, viste le discrepanze emerse tra la testimonianza della direttrice del CARA e quelle degli stessi ospiti ascoltate in più occasioni e specificamente durante una visita organizzata dalla Campagna  LasciateCIEntrare il 25 febbraio scorso cui hanno partecipato Tenda per la Pace e i Diritti, il CIR e rappresentanti degli enti locali (Provincia di Gorizia e Comune di Gradisca);

di chiarire se, nel periodo in cui il pocket money veniva erogato tramite chiavette elettroniche, l'ammontare non speso dagli ospiti al momento dell'uscita dal centro, venisse poi effettivamente  “riassorbito” dall'ente gestore o come venisse eventualmente erogato, trattandosi di denaro destinato esclusivamente ai richiedenti asilo;

di verificare quanto affermato da diversi dipendenti del consorzio Connecting People relativamente alla necessità che siano gli stessi a dover acquistare i prodotti di pulizia per la struttura, alla luce della generale situazione di incuria e sporcizia riscontrata durante la visita del 25 febbraio scorso.

Alla luce delle numerose inchieste in corso su tutto il territorio italiano, che evidenziano un problema generale e diffuso di scarsa trasparenza nella gestione del sistema di accoglienza per i richiedenti asilo, le scriventi Associazioni confidano nella piena disponibilità della Prefettura a voler verificare e chiarire tutto quanto sopra segnalato ed a fornire le informazioni ed i documenti richiesti.


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