venerdì 12 gennaio 2018

Profughi a Gorizia. Ricominciano i bivacchi all'aperto. Esauriti tutti gli spazi per l'accoglienza: governativa e non.

Da stanotte, nel cuore dell'inverno, si è riproposto a Gorizia  il problema dell'accoglienza migranti. Più che fornire coperte e sperare nella clemenza delle temperature notturne, altro il volontariato locale non ha potuto fare se non lanciare l'allarme e un appello alle istituzioni, ai cittadini, alle associazioni, alle forze politiche. Il meccanismo dei trasferimenti gestito dalla Prefettura nuovamente è in stallo e un luogo coperto e sicuro in alternativa all'asfalto delle pubbliche vie e piazze non sembra si possa trovare in tutta la città.


di Martina Luciani


In quest'ultimo periodo, dopo la scelta dell'amministrazione comunale di chiudere la galleria Bombi senza mettere a disposizione un luogo chiuso e minimamente attrezzato dove sistemare i profughi, in qualche modo la situazione era rimasta sotto controllo. Il tendone aperto con la collaborazione di Curia diocesana e Medici Senza Frontiere ha consentito di disporre di 60 posti, mentre la sala della Caritas di piazza San Francesco ha sopperito ai momenti di sovraffollamento e la parrocchia di San Rocco è intervenuta offrendo gli spazi e la solidarietà dei parrocchiani per gestire una distribuzione di cibo e indumenti.

Adesso è inutile e capzioso discutere sulle dimensioni, sulle dinamiche e sulle ragioni e sul significato dei flussi di profughi: non si è riusciti, stanotte, a sistemare tutti, ci sono esseri umani che dormono all'addiaccio e continueranno a farlo finchè la richiesta della Prefettura di Gorizia relativa ai trasferimenti da Gorizia in altri centri di accoglienza non troverà risposta. Una risposta sempre più difficile da ottenere, ce ne rendiamo conto, con l'aggravante non solo della mancanza di un piano di emergenza comunale ma di una qualsiasi possibilità di ragionamento con l'amministrazione in carica: ragionamento basato sui fatti e sulla valutazione oggettiva,  invece che su una serie di stigma politici assolutamente avulsi dalla realtà globale dei flussi migratori, xenofobi e destinati ad implodere ( non oggi, forse non domani, ma probabilmente dopo domani) con gravi conseguenze pratiche per tutti, cittadini inclusi.

giovedì 11 gennaio 2018

INCONTRO CON EMILIO RIGATTI. Tra le colline, nel cuore del Collio/Brda a cercar alchimisti e bellezza.

Ieri sera, in sala Dora Bassi, primo di quattro appuntamenti con scrittori che hanno scritto del nostro territorio o scelto di ambientare qui da noi i loro romanzi: Emilio Rigatti, intervistato da Marilisa Bombi, ci ha condotto nel Collio, qua e là attorno al confine tra Italia e Slovenia, con il suo ultimo libro " Gli alchimisti delle colline"( Ediciclo).



di Martina Luciani

Tre questioni mi sono state rinnovate, durante questo incontro letterario, e ne sono felice perchè nella furia quotidiana va a finire che si perdono pezzi dei propri interessi e passioni, l'occasione per recuperarli è quindi un autentico dono.
Rigatti ha citato uno degli uomini della mia vita, Patrick Leigh Fermor, per il quale ho tradito spudoratamente Colin Thubron: devo raccomandargli di leggere anche " La strada interrotta", che conclude, seppur postumo, il percorso ( uno dei più raffinati e colti che io conosca) tra Londra e Istanbul.
E consiglio a chiunque, indipendentemente dalla passione per la letteratura di viaggio, la lettura dei due libri di cui Rigatti ha fatto cenno: "Tempo di regali" e "Fra i boschi e l'acqua", entrambi editi da Adelphi, che ha pubblicato anche il terzo volume su questo straordinario viaggio a piedi, iniziato nel 1933, attraverso la geografia fisica, culturale e sociale dell'Europa ( già pesantemente minacciata dal nazismo e dalla catastrofe) con uno scopo evidentemente iniziatico e una meta che stava ben oltre i lembi cartacei della toponomastica.
In termini letterari, Fermor è un capostipite, Chatwin ( che fu suo amico) viene dopo di lui e così anche Thubron e molti altri che hanno fatto propria e sviluppato la sua impareggiabile scrittura. Per la prima volta, nella mia vita di lettrice, dopo poche pagine di "La strada interrotta" ( ho letto Fermor cominciando al contrario) ho avuto il bisogno di andare a cercare la sua faccia tra le immagini del web, quasi avessi il bisogno di stringere un rapporto più fisico con l'autore. Fatto sta che dal tavolo accanto al letto,  ho spostato più in là i libri di Thubron ed ora,
nella pila più vicina al mio guanciale,ci stanno quelli di Fermor.

Secondo punto: quando leggo le parole alchimia e alchimisti mi irrigidisco sempre. L'una e gli altri mi sono vicini, li considero (la prima) strumento fondamentale per tentare di capire qualcosa dello spirito universale e (i secondi) irrinunciabili maestri di teoria e pratica.
Fatto sta, che sono diffidente, come tutti quando vediamo banalizzato qualcosa che consideriamo con rispetto. Ma Rigatti, si è capito subito, non ha scelto illegittimamente il titolo del suo libro.

Definendo un suo interlocutore "mistico" - parola anche questa densa di significati -  ha spiegato che questo signore attribuiva, in una località tra le colline, la particolarità e la suggestione di un luogo all' ONDULAZIONE. Alla vibrazione, cioè, gli ha precisato Rigatti. No, no, ha insistito l'altro, all' ondulazione.
E io mi sono vista campeggiare, alle spalle dello scrittore ciclista e della sua intervistatrice, il geroglifico egizio che rappresenta l'acqua.Ed il suono (e)N.

Ma non solo l'acqua, anche l'energia, in quella forma particolare detta ancestrale, quella che percepiamo nei luoghi dove non è stata soffocata o totalmente confusa ed a cui possiamo attingere. Tant'è che l'espressione dell'antico vacabolario egizio per IO è composta dal segno di una bocca socchiusa ( R) e dall' ondulazione che esprime il significato "energia": perchè REN altro non è che la peculiare e individuale espressione dell'energia e del pensiero che prende concretezza attraverso il suono della parola. 

Che il mistico incontrato da Rigatti sia consapevole dell'energia ( chiamatelo anche genius loci, va bene uguale) offerta dalla Terra sotto i suoi piedi è un fatto. Mi emoziona, in aggiunta, che abbia ritenuto di doverla descrivere con un termine, ondulazione per l'appunto, che si rifà a quell'antica civiltà e sapienza che nella quale affonda le sue radici l'alchimia: ben prima di Paracelso, Al - Kemi significava semplicemente l'Egitto.

Terzo punto: devo leggere quanto prima "Gli alchimisti delle colline", sperando di trovare descritti  gli itinerari che hanno ingolosito tutto il pubblico. L'occasione di rigenerarsi profondamente è il valore aggiunto di questo libro, basta trovare i luoghi dove le "ondulazioni" risaliranno dalle nostre caviglie fino al cuore.  

mercoledì 10 gennaio 2018

IL BON TON DEI SINDACI, DONNE E UOMINI. Che sia solo buffonata di questa amministrazione regionale o qualcosa di ben più grave, in termini sociologici, culturali e pure politici?



Non si può credere. I media occupano paginoni con questa storia, i sindaci sono infastiditi e forse anche qualcosa di più, visto che il senso dell’umorismo sta precipitando in questi tempi cupi: fornito dalla Regione ai primi cittadini dei Comuni del Friuli Venezia Giulia un
dettagliato manuale sul cerimoniale, sul comportamento, sull' igiene personale e sull'abbigliamento.



di Martina Luciani


 Denaro pubblico è stato speso per pubblicare un libercolo (inviato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ai sindaci in cui) oltre a informazioni sul cerimoniale degli enti comunali, si dilunga a spiegare che ci si deve lavare, deodorare, tagliare le unghie, stare a tavola, vestire in un certo modo, stringere la mano in maniera decisa e con un tocco che non si prolunghi per più di tre secondi.
L’autore di “Signor/a Sindaco. Come fare quando" è Giovanni Battista Borgiani, laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'università di Genova, diplomato in Dottrina Sociale della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense e specializzato in Politica Internazionale e Cooperazione allo Sviluppo a Roma dove ha conseguito anche il titolo di Esperto in Cerimoniale e Protocollo Nazionale e Internazionale presso la Scuola Italiana per l'Organizzazione Internazionale (Sioi).
Le indicazioni gentilmente offerte (sapremo in seguito il costo dell’operazione?) hanno un aroma che  sa di vecchia colonia con un fondo che ricorda gli armadi dove le muffe stanno per sferrare un poderoso attacco.

Giacca chiusa (non si precisa quanti bottoni, che non è irrilevante),cravatta diversa da pochette: la mattina scegliere il fazzolettino da tasca è un’azione politica fondamentale.
Camicia azzurra tinta unita o con righina di giorno, bianca la sera con abito da cerimonia ( che evidentemente non può essere nero, visto il divieto precedente): non è precisato se popeline, zephir, twill, piquet, oxford e tutti gli altri che non mi ricordo, con che tipo di collo ( immagino che il botton down sia eresia) se con i gemelli al polsino o se con i bottoni su polso smussato, ad angolo o diritto. Ma lasciamo perdere, un minimo di creatività va previsto, magari il sindaco in questione ha in Giunta assessori con una attitudine particolare all’innovazione dello stile e alla personalizzazione e si potrà ispirare per qualche piccola trasgressione al manuale. 

martedì 2 gennaio 2018

Alberi monumentali a Gorizia



In area privata ed anche in area pubblica: a Gorizia troneggiano ben sette alberi monumentali


di Marilisa Bombi

Possiedono l’energia della terra e del cielo. Le loro radici di allungano in profondità ed i loro rami si protendono alti verso la luce, trasformando l’energia in forza vitale, che permane nel tempo. Pensavo a questo, l’altro giorno, quando nel comporre un addobbo natalizio ho utilizzato un vecchio rametto, ormai secco, ricoperto di neve finta che abbelliva il mazzo di fiori ricevuto in dono il Natale di un anno fa. Portato in casa, …. senza acqua e senza terra, sono comunque spuntate le gemme. Un miracolo della natura. Come miracoloso è il fatto che siano passati indenni a guerre ed alluvioni, gli alberi centenari che vivono nella nostra città.
Sono sette gli alberi monumentali a Gorizia. Abbiamone cura!
Il dato emerge dal primo elenco degli alberi monumentali d'Italia approvato con decreto del Capo Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale dello scorso dicembre 2017.
L'elenco, diviso per Regioni, si compone di 2.407 alberi che si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico (età, dimensioni, morfologia, rarità della specie, habitat per alcune specie animali), per l'importanza storica, culturale e religiosa che rivestono in determinati contesti territoriali.
Questi i monumenti verdi in città. Due sono i platani (Platanus acerifolia (Aiton) Willd) in possesso delle caratteristiche prescritte dalle norme ed ubicati rispettivamente  nel parco del Municipio ed in borgo castello. Abbiamo, poi, l’insieme omogeneo di Castanea sativa Mill in via Franconia. Si tratta in sostanza di un boschetto di castagni da frutto che dovrebbe avere circa 300 anni, che si trova tutto in area privata. C’è, poi, il gelso (Morus alba) in piazza San Rocco e quello magnificente di riva Corno, 20. Non poteva mancare all'appello la Magnolia grandiflora dei giardini pubblici di corso Verdi. Infine, fa bella mostra di sè, l'insieme omogeneo di Paulownia tomentosa (Thunb.) Steud di via Attems 89, anche questo ubicato in proprietà privata. Peraltro, l’elenco avrebbe potuto comprendere anche la magnifica sequoia che troneggiava nel parco del Municipio, che invece giace supina; perché non sempre chi amministra la cosa pubblica è dotato di quel minimo di buon senso che dovrebbe caratterizzare l’azione amministrativa.
Al fine di consentire le misure di tutela, conoscenza, valorizzazione e gestione dei beni censiti, l’elenco degli alberi monumentali d’Italia è stato pubblicato nel sito internet del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed ogni aggiornamento dell’elenco in questione viene proposto dalla Regione con il successivo inserimento delle informazioni nell’applicativo Web Gis dedicato, al quale si accede con indirizzo http://www.sian.it/geoalberimonumentali. 

Per saperne di più:
La Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato nel 2017, l'elenco degli alberi monumentali presenti nel territorio regionale. 
I proprietari possono presentare domanda di contributo entro la fine di gennaio, secondo le informazioni e gli schemi disponibili a questo indirizzo web.