mercoledì 10 gennaio 2018

IL BON TON DEI SINDACI, DONNE E UOMINI. Che sia solo buffonata di questa amministrazione regionale o qualcosa di ben più grave, in termini sociologici, culturali e pure politici?



Non si può credere. I media occupano paginoni con questa storia, i sindaci sono infastiditi e forse anche qualcosa di più, visto che il senso dell’umorismo sta precipitando in questi tempi cupi: fornito dalla Regione ai primi cittadini dei Comuni del Friuli Venezia Giulia un
dettagliato manuale sul cerimoniale, sul comportamento, sull' igiene personale e sull'abbigliamento.



di Martina Luciani


 Denaro pubblico è stato speso per pubblicare un libercolo (inviato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ai sindaci in cui) oltre a informazioni sul cerimoniale degli enti comunali, si dilunga a spiegare che ci si deve lavare, deodorare, tagliare le unghie, stare a tavola, vestire in un certo modo, stringere la mano in maniera decisa e con un tocco che non si prolunghi per più di tre secondi.
L’autore di “Signor/a Sindaco. Come fare quando" è Giovanni Battista Borgiani, laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'università di Genova, diplomato in Dottrina Sociale della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense e specializzato in Politica Internazionale e Cooperazione allo Sviluppo a Roma dove ha conseguito anche il titolo di Esperto in Cerimoniale e Protocollo Nazionale e Internazionale presso la Scuola Italiana per l'Organizzazione Internazionale (Sioi).
Le indicazioni gentilmente offerte (sapremo in seguito il costo dell’operazione?) hanno un aroma che  sa di vecchia colonia con un fondo che ricorda gli armadi dove le muffe stanno per sferrare un poderoso attacco.

Giacca chiusa (non si precisa quanti bottoni, che non è irrilevante),cravatta diversa da pochette: la mattina scegliere il fazzolettino da tasca è un’azione politica fondamentale.
Camicia azzurra tinta unita o con righina di giorno, bianca la sera con abito da cerimonia ( che evidentemente non può essere nero, visto il divieto precedente): non è precisato se popeline, zephir, twill, piquet, oxford e tutti gli altri che non mi ricordo, con che tipo di collo ( immagino che il botton down sia eresia) se con i gemelli al polsino o se con i bottoni su polso smussato, ad angolo o diritto. Ma lasciamo perdere, un minimo di creatività va previsto, magari il sindaco in questione ha in Giunta assessori con una attitudine particolare all’innovazione dello stile e alla personalizzazione e si potrà ispirare per qualche piccola trasgressione al manuale. 
Quindi, per carità, uno spezzato concediamoglielo, che una bella giacca o un blazer sono un’assicurazione sulla vita anche se il pantalone sotto non è proprio un capolavoro ispirato a quelli del commissario Montalbano;  ma anche un tranquillo pullover per una visita ad una scuola ( persino Minniti ha osato il maglione blu con la camicia sotto) o un caldo maglione in occasione del guasto all’impianto di riscaldamento nella sala consiliare, l’importante in fondo è l’ascella perfetta, le unghie pulite e le scarpe lucidate. Che devono essere allacciate con calze scure al ginocchio (che rimpianto, veder sbucare il calzino corto è un’amenità, ci si dovrebbe scrivere un saggio sociologico sull’Italia del calzino corto) : niente mocassini bicolori, niente frange, niente caviglie nude e nemmeno calze dalle stimolanti fantasie.
Passiamo alle donne sindaco. Gonna al ginocchio o pantalone. Colori tenui. Maniche al gomito. Accessori sobri. Profumi e gioielli anche.
Dunque: uomini sindaco in completo blu, grigio o gessato rigorosamente a riga stretta, mai in nero. E certo, in nero stanno gli operatori delle pompe funebri oppure il sindaco è rimasto in smoking perché transitato direttamente da una cena di gala al suo ufficio in Comune.
Mi chiedo innanzitutto se c’era il bisogno di precisarlo: è terribile. Lo facesse uno stilista di moda, su una rivista che non comprerei mai, pazienza, panta rei, domani qualcun altro si inventerà qualcosa d’altro. Ma qua c’è, palese e subliminale, tutto il peso istituzionale, cui ti sottrai solo con un atto che sa di disobbedienza civile.
Se mi infastidisce che ad un uomo vengano date indicazioni, trovo veramente offensivo che si debba indicare la divisa femminile e anche solo insinuare che qualcuno debba rammentare cautele igienico sanitarie.  Preciso che non ho ovviamente letto il libriccino in questione, e attingo da quanto riportato dalla stampa. Quindi non ho dettagli ulteriori. Nè voglio averli.

Ma quelli in circolazione sono sufficienti: questa iniziativa chiarisce il livello di oscurantismo politico che ci minaccia, la sprezzante considerazione mascherata da paternalismo e benevolenza dell’attuale amministrazione regionale ( che non so dire se siano antiquati o distopici, o una miscela urticante di entrambe le aspirazioni, o più semplicemente: di rara volgarità, freudiana dimostrazione che i primi ad aver effettivamente bisogno della pregevole pubblicazione sono coloro che hanno deciso di editarlo e distribuirlo), il palese bisogno di enfatizzare dei formalismi perchè è così che si ottiene il risultato di uniformare i vari livelli della corte principesca, intruppare, costringere nei ranghi dalla sala del trono fino al cortile delle stalle.   

Supplico le donne sindaco a fare uno sforzo immane: immane perché so che non hanno né tempo né voglia, ed hanno sicuramente predisposto un meccanismo di gestione del guardaroba per essere sempre adeguatamente, e in maniera rapida ed efficace,  all’altezza del loro ruolo secondo le proprie abitudini e personalità.
Ecco qua: alla prima occasione ufficiale in Regione, fuoco alle polveri: rossi brillanti e gialli luminosissimi, verde speranza e rosa fucsia, tartan multicolori, pois sgargianti, ruches ai colli e ai polsi, accostamenti di motivi da far invidia a Vivienne Westwood, accessori optical e fluo, perle over size a cascata e bigiotteria tintinnante.
Tra questi accessori, uno però è fondamentale, esibitelo come e più di un gioiello di enorme valore: andateci con una copia della Costituzione italiana in mano! Che questa sarà l'interpretazione autentica della mascherata e della provocazione.

Ultime due annotazioni. Quando il caldo feroce del cambiamento climatico in atto squaglierà l’asfalto delle strade e delle piazze e farà impazzire i condizionatori dei Palazzi: sandali, sandali, sandali!
Ed ai sindaci dei piccoli comuni di montagna: vi prego, solo e rigorosamente pantaloni di velluto, pedule e camicie a quadri, con la fascia tricolore starete benissimo e io vi adorerò!

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