Una volta all'anno, in occasione di San Giacomo, il 25 luglio, il castello di Cucagna, a Faedis, accoglie i pellegrini che hanno percorso il Cammino per Santiago di Compostela
di Marilisa Bombi
C’è chi si diletta a costruire modellini di barche, aerei o
colleziona francobolli. Roberto Raccanello che, evidentemente, pensa in grande,
ha avuto un sogno e si può dire che l’abbia realizzato o meglio ancora sia
sulla sulla buona strada: ridare vita ad un castello. Dai ruderi, infatti,
pietra su pietra (e non è un eufemismo) è riuscito laddove l’incuria del tempo,
guerre e terremoti avevano reso l’impresa titanica. Ma non c’è limite alla
Provvidenza quando la costanza si associa alla passione come l’architetto
Raccanello, seppur scherzosamente, ha ricordato ai numerosi intervenuti
nonostante le pessime previsioni del tempo avrebbero potuto indurre a
rinunciare al chilometro di salita per giungere alla meta. Ciò in quanto San
Giacomo ha sempre assicurato, di anno in anno, la sua protezione perché
l’evento fosse mantenuto, per non parlare, poi, di un grave incidente
avvenuto tre anni fa dal quale il professionista è rimasto miracolosamente
illeso.
Una missione quella di Roberto, come amichevolmente tutti
chiamano in paese l’architetto e che rende ammirevole il suo lavoro è che, una
volta all’anno, in occasione del 25 luglio ricorrenza di San Giacomo, apre le
porte del castello ai pellegrini e a chi altro desidera ritrovarsi per una
celebrazione le cui preghiere sono, di volta, in volta, recitate nelle lingue
della valle: sloveno, friulano e tedesco. Ogni anno, infatti, si ritrovano al
castello di Cucagna i pellegrini che hanno percorso il “Cammino” per
antonomasia, quello che porta a Santiago di Compostela, luogo di mito
ininterrotto dall’813 anche se oggi la Galizia non è più la Finis terrae.
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