giovedì 29 ottobre 2015

Gorizia, la città degli sprechi



Soldi e watt buttati al vento; tanto paga Pantalone!


di Marilisa Bombi

L’Italia, come dice un noto proverbio, è paese di poeti, navigatori e santi. Ma anche, sarebbe il caso di aggiungere, paese di spreconi. E c’è chi, non bastando il Gabibbo o Milena Gabanelli a Report, ha cercato di mettere, nero su bianco, l’elenco delle italiche colpe. Evidentemente il curatore del sito http://www.sprechiditalia.com/ deve aver ritenuto improbo il compito di aggiornare costantemente le pagine, tenuto conto che di sprechi, da parte della pubblica amministrazione non passa giorno senza che ne venga denunciato alcuno.
A prescindere dal servizio di BIKE SHARING avviato tre anni fa dal Comune di Gorizia la cui spesa è stata parzialmente sostenuta dal Ministero dell’ambiente con il contributo di 130 mila euro e che non è dato, allo stato attuale, sapere se è stato, o meno, un buon investimento per la città, tenuto conto delle non facili modalità di accesso al servizio, lo “spreco” per antonomasia a Gorizia sono le luci accese 365 giorni all’anno e 24 ore su 24, giorno e notte quindi, estate ed inverno, della scuola media di Largo Culiat, come ben risulta evidente dalla foto, scattata di giorno. Tenuto conto che ormai ogni cittadino consapevole della necessità di non sprecare risorse si è adeguato al rispetto della fascia oraria di minor consumo per l’utilizzo degli elettrodomestici, non ci si può non chiedere chi abbia fornito le disposizioni per lo spreco conseguente ad una illuminazione inutile. A meno che, come spesso si suol dire, non paghi Pantalone!

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